L’Ordine del Tempio dopo il XVIII secolo

Il sigillo di Bernard-Raymond Fabré-Palaprat, ritrovato dopo lunghe ricerche storiche presso antiche nobili famiglie francesi, custodito dalla Sede Magistrale

Con la presa di posizione pubblica del Duca d’Orléans ha inizio la restaurazione moderna dell’Ordine che, con alterne e spesso confuse vicende, continua a tutt’oggi la propria vita. La successione dei Gran Maestri (Philippe d’Orléans muore nel 1723) s’interrompe, fortunosamente, durante la Rivoluzione francese.

Claude-Mathieu Radix de Chevillon, Reggente durante la Rivoluzione, rifiuta di assumere il ruolo di Gran Maestro e gli subentra Bernard-Raymond Fabré-Palaprat, l’ultimo a firmare la Charta Transmissionis usando lettere cifrate.

La Charta di Larménius

Questa restaurazione ha l’approvazione del nuovo Imperatore di Francia, Napoleone Bonaparte, che da il via ad una nuova aristocrazia.

Diffidente nei confronti dei principi antimonarchici frammassoni, probabilmente l’Imperatore vede nel ricostituito Ordine del Tempio una alternativa favorevole a sé ed ai suoi fedeli.

A partire dal 1804, l’Ordine sviluppa le sue strutture e si organizza come istituzione cavalleresca, assistenziale, tollerante, tradizionale ed universale.

Tra il 1804 ed il 1808, infatti, il successo delle adesioni al neo-ricostituito Ordine risulta dal moltiplicarsi dei Priorati e delle Commende in tutto l’Impero napoleonico. Gli aspiranti che non siano in possesso dei requisiti di nobiltà richiesti vengono nobilitati. Per ulteriormente differenziarsi dalle sue origini massoni, l’Ordine “professa la religione cattolica, apostolica, romana” e respinge le richieste d’investitura avanzate da Protestanti.

Restaurati i Borboni, Luigi XVIII pone i Templari sotto la propria regale protezione, temendo la possibile influenza politica di alcuni gruppi, oppositori della restaurata monarchia. Più tardi, i Templari francesi appoggiano i moti insurrezionali del 1830 contro Carlo X che minaccia il ritorno dell’assolutismo, così come l’insurrezione belga contro il dominio olandese degli Orange-Nassau, rivolta che si concluderà con l’indipendenza del Belgio nel 1831.

Il 18 febbraio 1838 muore Fabré-Palaprat ed il 29 maggio dello stesso anno la Reggenza dell’Ordine viene affidata al cattolico Conte de Morèton ed il Capitolo Generale nomina una nuova Commissione Esecutiva. Poiché gli Statuti del 1705 risultano “corrotti” nel periodo di Fabré-Palaprat, viene approvato un nuovo documento che “rinnova le tradizioni cavalleresche e l’ubbidienza alla Chiesa cattolica”.

L’11 febbraio 1841, a Parigi, i Templari prendono una decisione molto importante: i Cristiani di qualunque confessione possono far parte dell’Ordine la cui religione ufficiale resta, però, quella apostolica, cattolica romana.

Con legge del 28 luglio 1848 l’Assemblea Costituente francese vieta l’attività di tutti gli Ordini e di tutte le associazioni ma, cambiato nuovamente il clima politico, con il Secondo Impero, Napoleone III, nel 1850, concede il proprio riconoscimento ai Templari. Con Decreto del 13 giugno 1853 l’Imperatore li autorizza a portare in pubblico le insegne dell’Ordine e, nel 1857, il Reggente de Valleray restaura l’uso della croce patriarcale.

In Francia, la Gran Maestranza viene assunta, nel 1892, dal poeta e scrittore decadente Joseph Aimé Péladan, considerato, tra l’altro, il fondatore della kabbalistica Rosacroce e del magismo. L’11 novembre 1894, si tiene a Bruxelles un Convento Generale nel corso del quale si decide la costituzione di una Segreteria Internazionale dei Templari.

Non vi parteciparono i Templari inglesi che, nel frattempo, il 24 gennaio di quell’anno, confermarono come Gran Maestro Edoardo VII, Re d’Inghilterra ed Imperatore delle Indie. Ma il trasferimento della sede templare in Inghilterra non piacque all’insieme dei Templari.

Morto Edoardo VII nel 1910, gli subentra, come Gran Maestro, Guglielmo II, Imperatore di Germania.

Allo scoppio della prima guerra mondiale Guglielmo II si dimette, per ragioni di opportunità, dalla carica di Gran Maestro.