I Sigilli storici dei Templari

Sigillo dei Templari (recto/verso) del 1221 del XV Maestro Generale Pierre de Montaigu tratto da un arbitrato pronunciato da Pelagio vescovo albanese in una vertenza tra l’Ordine di San Giovanni (Malta) e quello del Tempio.
L’arbitratoreca il sigillo del vescovo, come segno di accettazione, le bolle plumbee dei due ordini (cfr. Codice Dipolomatico cit. I 113 tavola 51)

La distruzione del Tempio da parte di Filippo IV di Francia, ha distrutto integralmente (o quasi) tutto ciò che è la “sfragistica” dei sigilli dei Templari.

Di tutta la sfragistica Templare, i pochi sigilli che ci sono pervenuti, sono archiviati, per lo più, nelle carte dell’Ordine di Malta (l’allora Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme)

Alcuni esempi ed una descrizione accurata, l’abbiamo tramite il libro di Giacomo Carlo Bascapè: Sigillografia. Il sigillo nella diplomatica, nel diritto, nella storia, nell’arte – volume I, volume II Giuffrè, Milano 1969-1978.

Nel cap. XX, pag. 259 c’è il Sigillo di Pierre de Montaigu, (link al libro dai sito dei Beni Culturali)

Ecco lo stralcio interessante (pagg. 260-267)

II. Sigilli dei Templari.
Gli archivi dell’ordine del Tempio sono andati dispersi al tempo della sop­ pressione; una piccola parte del materiale documentario, affluito all’ordine di San Giovanni, si trova nell’archivio ·magistrale a Malta, 18 frammenti di cartulari sussistono presso alcune commende di San Giovanni, cui furono aggregate nel secolo XIV quelle dei Templari. Perciò lo studio della sfragistica della milizia del Tempio deve limitarsi ad una serie di osservazioni, in base ai pochi esem­ plari superstiti.
Vi sono modelli con la raffigurazione del Tempio di Gerusalemme, tipi equestri, tipi simbolici ed allegorici, tipi araldici, infine un modello compo­ sito; v’è dunque maggior varietà che nella sfragistica dell’ordine Giovannita .

Bascapè – Sigillo Templare con veduta del Santo Sepolco

Il tipo di più immediata evidenza fu, ovviamente, quello col disegno del sacro edificio da cui il sodalizio trasse il nome. Esso è dunque un sigillo , ma potrebbe anche classificarsi tra i tipi . Se ne cono­ scono tre modelli. Il primo, applicato a documenti dal 1171 in poi, è inciso rozzamente; la leggenda dice: ✠ MILITIA TEMPLI SAL[OMONIS]; un esemplare analogo ha invece le parole: ✠ SIGIllUM MILITUM TEMPLI.

Sigillo di Montaigu, recto (a sx) simbolo dei Templari dei due cavalieri a cavallo, verso (a dx) veduta del Santo Sepolcro

Un saggio migliore, con la cupola ben delineata e con quattro archi sul davanti, appare nella bolla del 1221, dicui parlerò, e in un’impronta di cera su di un atto del 1255; il motto dice: ✠ S. TUBE TEMPLI CHRISTI; (tuba è qui usato nel significato di cupola).

Nella bolla plumbea sono uniti due tipi: nel recto o due Templari armati, su un solo cavallo; nel verso il monumento; la leggenda del recto
SIGILLUM MILITUM prosegue a tergo: ✠ DE TEMPLO CHRISTI. 20 Avvenne an­ che che i due tipad fossero impressi su due diverse «rondelle» di cera apposte separatamente al medesimo documento (per esempio a quello citato del 1255).
Dei sigilli equestri dei Templari sì hanno tre modelli. n primo, citato, coi due cavalieri, si trova improntato in cera o in piombo su atti dal II90 inpoi; in qualche documento è denominato « sigillum consuetum . La curiosa raffigurazione (unica, in campo sfragistica), ha dato luogo a varie ipotesi: il De Wailly volle ravvisarvi il simbolo della povertà dell’ordine nel periodo delle origini, ma più acutamente il De Mas-Latrie vi ha trovato l’allegoria . della fraternità dei Templari, cui la Regola fissava l’obbligo di andare o stare sempre in due per conservare lo spirito di concordia. 21

Codesto tipo e quello col Tempio erano i sigilli delle autorità centrali dell’ordine; invece le istituzioni disseminate in varl luoghi di Europa (le “nazioni”, le “province”, le commende, le precettorie, ed anche i cavalieri) scelsero liberamente per i propri sigilli emblemi, figure, imprese.
Il maestro d’Aragona e Catalogna nel 1247 aveva un ripario con un cava­liere armato, dallo scudo crociato, su cavallo al galoppo; tale modello, come si sa, era molto diffuso tra i nobili e i cavalieri.
Un suggello fuori del comnne appartenne ad un precettore francese nel 1255: non rappresenta un milite a cavallo, bensl il patrono della cavalleria, San Giorgio, nell’atto di trafiggere il drago; dietro il santo c’è una stella; manca l’epi­grafe. Pel disegno ricorda le gemme incise ed alcune monete coeve, ma l’inta­ glio non è molto felice
.

Fra i simboli sacri il primo è la croce. Una croce con le estremità leggermente patenti è nel marchio della commenda di Alf.ambra {Spagna) 1248; un tipo coevo, a Gardeny, ha la croce accompagnata nel 1° quartiere (e, pare, nel 4°) danna stella ad otto punte; nel 2° e 3° nno scudo crociato. Nei tipari fran­cesi si trova, oltre alla croce patente – semplice o col piede inferiore a punta – quella gigliata (ad esempio nel controsigillo del commendatore di Parigi, dal 1290 in poi).

In quello della commenda di Aquitania, 1251, il braccio superiore della croce è gigliato, i due laterali sono patenti, quello inferiore a punta.
L’ Agnus Dei contrassegna il sigillo della precettoria di Provenza e d’Ara­gona, nel 1224; un cappellano dell’ordine nel secolo XIII adottò un ripario ogivale (forse l’unico di tal foggia, nella sfragistica dei Templari) con la scena del pellicano che alimenta i suoi tre piccoli, mentre una serpe li minaccia; leg­genda: ✠ S. FRATRIS PELLICERII CAPELLANI MILICIE TEMPLI. (Il simbolo è parlante).

Tra i simboli profani meritano ricordo quelli di alcune commende spagnuole del secolo XIV, che presentano castelli a tre torri; in un caso la torre centrale porta uno scudo crociato.
Gli esempi più curiosi sono costituiti dalle pietre incise d’origine orientale. Il precettore delle dei Templari in Francia usò nel 1214 come con­trosigillo un antico amuleto ovale, raffigurante un Abraxas; la gemma, come d’uso, era stata montata in un castone, su cui furono incise le parole: SECRETUM TEMPLI. E frate Aimone nel 1222 si servì di una pietra intagliata classica con figure di fauni.
Un piccolo controsigillo di tipo araldico, personale, è impresso nel verso del sigillo dell’ordine, appeso ad. nn atto del 1286; è ovale, mostra un leone rampante e la leggenda: ✠
S. FRATRIS G. BELLI IOCI (Guglielmo di Beaujeu, alto dignitario). Eccezionalmente si trova il sigillo-ritratto, nei marchi di Si­mone, Commendatore di Parigi nel 1242, di Pierre le Norman, precettore di Laon nel 1282, e di Remon du Temple, Macon, 1372.
Passiamo al tipo composito, di maggiori dimensioni (da mm. 35 a 48, nei diversi modelli), usato dalla comm enda di Parigi: nel mezzo sta un’alta croce
con le tre braccia superiuori gilgiate, il braccio inferiore è piantato in un basamento; a destra è il commendatore, coll’abito conventuale, in ginoscchio, a sinistra si leva un castello a tre torri, che richiama, come nei saggi spagnuoli, la funzione militare. Con varianti di quel tipo, fui usato dal Secolo XIII al XV. (Bisogna notare che la soppressione dei Templari e l’aggregazione di molte loro Commende ai Giovanniti, i vecchi sigilli del Tempio rimasero lungamente in uso, con le iscrizioni immutate)

L’anello sigillo del Maestro Generale ( o di Bernard-Raymond Fabré-Palaprat)

Dopo che Napoleone Bonaparte riammise pubblicamente i Templari il 4 novembre 1804, il nuovo simbolo e sigillo dei Maestri è quello del suo anello che su forgiato verso la fine del 1700.

Anello del Maestro Generale dell’Ordine
o di Bernard-Raymond Fabré-Palaprat

L’anello è quello di Bernard-Raymond Fabré-Palaprat, con la corona a 9 palle sopra (erano Conti)

Alla base dell’anello, perpendicolarmente alla Corona ci sono due Cavalieri a Cavallo.

I cuoricini che si trovano sul bordo dell’anello sono i Maestri Generali che si sono succeduti nella

Clandestinità dal 1314 al 1804.

Al centro dell’anello c’è il Tempio.

Sui bordi del Tempio ci sono due foglie di Acacie che indica la Clandestinità dopo che, come detto in precedenza, i Templari erano entrati nella Consorteria degli Scalpellini (o Libera Muratoria)

Questo anello è quello consegnato da Napoleone Bonaparte al Primo Maestro Generale dell’Ordine Sovrano Militare del Tempio di Gerusalemme, ed è poi succedutosi di Maestro in Maestro nel corso degli anni.