Re 1 - Capitolo 1

I. LA SUCCESSIONE DI DAVIDE

Vecchiaia di Davide e intrighi di Adonia

[1]Il re Davide era vecchio e avanzato negli anni e, sebbene lo coprissero, non riusciva a riscaldarsi. [2]I suoi ministri gli suggerirono: «Si cerchi per il re nostro signore una vergine giovinetta, che assista il re e lo curi e dorma con lui; così il re nostro signore si riscalderà». [3]Si cercó in tutto il territorio d'Israele una giovane bella e si trovó Abisag da Sunem e la condussero al re. [4]La giovane era molto bella; essa curava il re e lo serviva, ma il re non si unì a lei.

[5]Ma Adonia, figlio di Agghìt, insuperbito, diceva: «Saró io il re». Si procuró carri, cavalli e cinquanta uomini che lo precedessero. [6]Il re suo padre, per non affliggerlo, non gli disse mai: «Perché ti comporti in questo modo?». Adonia era molto bello; sua madre l'aveva partorito dopo Assalonne. [7]Si accordó con Ioab, figlio di Zeruià, e con il sacerdote Ebiatàr, che stavano dalla sua parte. [8]Invece il sacerdote Zadók, Benaià figlio di Ioiadà, il profeta Natan, Simei, Rei e il nerbo delle milizie di Davide non si schierarono con Adonia. [9]Adonia un giorno immoló pecore e buoi e vitelli grassi sulla pietra Zochelet, che è vicina alla fonte di Roghèl. Invitó tutti i suoi fratelli, figli del re, e tutti gli uomini di Giuda al servizio del re. [10]Ma non invitó il profeta Natan, né Benaià, né i più valorosi soldati e neppure Salomone suo fratello.

L'intrigo di Natan e di Betsabea

[11]Allora Natan disse a Betsabea, madre di Salomone: «Non hai sentito che Adonia, figlio di Agghìt, si è fatto re e Davide nostro signore non lo sa neppure? [12]Ebbene, ti do un consiglio, perché tu salvi la tua vita e quella del tuo figlio Salomone. [13]Và, presentati al re Davide e digli: Re mio signore, non hai forse giurato alla tua schiava che Salomone tuo figlio avrebbe regnato dopo di te, sedendo sul tuo trono? Perché si è fatto re Adonia? [14]Ecco, mentre tu starai ancora lì a parlare al re, io ti seguiró e confermeró le tue parole».

[15]Betsabea si presentó nella camera del re, che era molto vecchio, e Abisag la Sunammita lo serviva. [16]Betsabea si inginocchió e si prostró davanti al re, che le domandó: «Che hai?». [17]Essa gli rispose: «Signore, tu hai giurato alla tua schiava per il Signore tuo Dio che Salomone tuo figlio avrebbe regnato dopo di te, sedendo sul tuo trono. [18]Ora invece Adonia è divenuto re e tu, re mio signore, non lo sai neppure. [19]Ha immolato molti buoi, vitelli grassi e pecore, ha invitato tutti i figli del re, il sacerdote Ebiatàr e Ioab capo dell'esercito, ma non ha invitato Salomone tuo servitore. [20]Re mio signore, gli occhi di tutto Israele sono su di te, perché annunzi loro chi siederà sul trono del re mio signore dopo di lui. [21]Quando il re mio signore si sarà addormentato con i suoi padri, io e mio figlio Salomone saremo trattati da colpevoli».

[22]Mentre Betsabea ancora parlava con il re, arrivó il profeta Natan. [23]Fu annunziato al re: «Ecco c'è il profeta Natan». Questi si presentó al re, davanti al quale si prostró con la faccia a terra. [24]Natan disse: «Re mio signore, tu forse hai decretato: Adonia regnerà dopo di me e siederà sul mio trono? [25]Difatti oggi egli è andato ad immolare molti buoi, vitelli grassi e pecore e ha invitato tutti i figli del re, i capi dell'esercito e il sacerdote Ebiatàr. Costoro mangiano e bevono con lui e gridano: Viva il re Adonia! [26]Ma non ha invitato me tuo servitore, né il sacerdote Zadók, né Benaià figlio di Ioiadà, né Salomone tuo servitore. [27]Proprio il re mio signore ha ordinato ció? Perché non hai indicato ai tuoi ministri chi siederà sul trono del re mio signore?».

Salomone, designato da Davide, è consacrato re

[28]Il re Davide, presa la parola, disse: «Chiamatemi Betsabea!». Costei si presentó al re e, restando essa alla sua presenza, [29]il re giuró: «Per la vita del Signore che mi ha liberato da ogni angoscia! [30]Come ti ho giurato per il Signore, Dio di Israele, che Salomone tuo figlio avrebbe regnato dopo di me, sedendo sul mio trono al mio posto, così faró oggi». [31]Betsabea si inginocchió con la faccia a terra, si prostró davanti al re dicendo: «Viva il mio signore, il re Davide, per sempre!». [32]Il re Davide fece chiamare il sacerdote Zadók, il profeta Natan e Benaià figlio di Ioiadà. Costoro si presentarono al re, [33]che disse loro: «Prendete con voi la guardia del vostro signore: fate montare Salomone sulla mia mula e fatelo scendere a Ghicon. [34]Ivi il sacerdote Zadók e il profeta Natan lo ungano re d'Israele. Voi suonerete la tromba e griderete: Viva il re Salomone! [35]Quindi risalirete dietro a lui, che verrà a sedere sul mio trono e regnerà al mio posto. Poiché io ho designato lui a divenire capo d'Israele e di Giuda». [36]Benaià figlio di Ioiadà rispose al re: «Così sia! Anche il Signore, Dio del re mio signore, decida allo stesso modo! [37]Come il Signore ha assistito il re mio signore, così assista Salomone e renda il suo trono più splendido di quello del re Davide mio signore».

[38]Scesero il sacerdote Zadók, il profeta Natan e Benaià figlio di Ioiadà, insieme con i Cretei e con i Peletei; fecero montare Salomone sulla mula del re Davide e lo condussero a Ghicon. [39]Il sacerdote Zadók prese il corno dell'olio dalla tenda e unse Salomone al suono della tromba. Tutti i presenti gridarono: «Viva il re Salomone!». [40]Risalirono tutti dietro a lui, suonando i flauti e mostrando una grandissima gioia e i luoghi rimbombavano delle loro acclamazioni.

La paura di Adonia

[41]Li sentirono Adonia e i suoi invitati, che avevano appena finito di mangiare. Ioab, udito il suono della tromba, chiese: «Che cos'è questo frastuono nella città in tumulto?». [42]Mentre parlava ecco giungere Giónata figlio del sacerdote Ebiatàr, al quale Adonia disse: «Vieni! Tu sei un valoroso e rechi certo buone notizie!». [43]«No - rispose Giónata ad Adonia - il re Davide nostro signore ha nominato re Salomone [44]e ha mandato con lui il sacerdote Zadók, il profeta Natan e Benaià figlio di Ioiadà, insieme con i Cretei e con i Peletei che l'hanno fatto montare sulla mula del re. [45]Il sacerdote Zadók e il profeta Natan l'hanno unto re in Ghicon; quindi sono risaliti esultanti, mentre la città echeggiava di grida. Questo il motivo del frastuono da voi udito. [46]Anzi Salomone si è gia seduto sul trono del regno [47]e i ministri del re sono andati a felicitarsi con il re Davide dicendo: Il tuo Dio renda il nome di Salomone più celebre del tuo e renda il suo trono più splendido del tuo! Il re si è prostrato sul letto, [48]poi ha detto: Sia benedetto il Signore, Dio di Israele, perché oggi ha concesso che uno sedesse sul mio trono e i miei occhi lo vedessero».

[49]Tutti gli invitati di Adonia allora spaventati si alzarono e se ne andarono ognuno per la sua strada. [50]Adonia, che temeva Salomone, alzatosi andó ad aggrapparsi ai corni dell'altare. [51]Fu riferito a Salomone: «Sappi che Adonia, avendo paura del re Salomone, ha afferrato i corni dell'altare dicendo: Mi giuri oggi il re Salomone che non farà morire di spada il suo servitore». [52]Salomone disse: «Se si comporterà da uomo leale, neppure un suo capello cadrà a terra; ma se cadrà in qualche fallo, morirà». [53]Il re Salomone ordinó che lo facessero scendere dall'altare; quegli andó a prostrarsi davanti al re Salomone, che gli disse: «Vattene a casa!».

Re 1 - Capitolo 2

Testamento e morte di Davide

[1]Sentendo avvicinarsi il giorno della sua morte, Davide fece queste raccomandazioni al figlio Salomone: [2]«Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu sii forte e mostrati uomo. [3]Osserva la legge del Signore tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo i suoi statuti, i suoi comandi, i suoi decreti e le sue prescrizioni, come sta scritto nella legge di Mosè, perché tu riesca in ogni tua impresa e in ogni tuo progetto, [4]perché il Signore attui la promessa che mi ha fatto quando ha detto: Se i tuoi figli nella loro condotta si cureranno di camminare davanti a me con lealtà, con tutto il cuore e con tutta l'anima, sul trono d'Israele siederà sempre uno dei tuoi discendenti.

[5]Anche tu sai quel che ha fatto a me Ioab, figlio di Zeruià, cioè come egli ha trattato i due capi dell'esercito di Israele, Abner figlio di Ner e Amasà figlio di Ieter, come li ha uccisi spargendo in tempo di pace il sangue, come si fa in guerra, e macchiando di sangue innocente la cintura dei suoi fianchi e i sandali dei suoi piedi. [6]Tu agirai con saggezza, ma non permetterai che la sua vecchiaia scenda in pace agli inferi. [7]Agirai con bontà verso i figli di Barzillài il Galaadita, che mangeranno alla tua tavola, perché mi hanno assistito mentre fuggivo da Assalonne tuo fratello. [8]Tu hai accanto a te anche Simèi figlio di Ghera, Beniaminita, di Bacurìm; egli mi maledisse con una maledizione terribile quando fuggivo verso Macanàim. Ma mi venne incontro al Giordano e gli giurai per il Signore: Non ti faró morire di spada. [9]Ora non lasciare impunito il suo peccato. Sei saggio e sai come trattarlo. Farai scendere la sua canizie agli inferi con morte violenta».

[10]Davide si addormentó con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide. [11]La durata del regno di Davide su Israele fu di quaranta anni: sette in Ebron e trentatrè in Gerusalemme.

Morte di Adonia

[12]Salomone sedette sul trono di Davide suo padre e il suo regno si consolidó molto.

[13]Adonia figlio di Agghìt si recó da Betsabea, madre di Salomone, che gli chiese: «Vieni con intenzioni pacifiche?». «Pacifiche», rispose quello, [14]e soggiunse: «Ho da dirti una cosa». E quella: «Parla!». [15]Egli disse: «Tu sai che il regno spettava a me e che tutti gli Israeliti si attendevano che io regnassi. Eppure il regno mi è sfuggito ed è passato a mio fratello, perché gli era stato decretato dal Signore. [16]Ora ti rivolgo una domanda; non respingermi». Ed essa: «Parla!». [17]Adonia disse: «Dì al re Salomone - il quale nulla ti puó negare - che mi conceda in moglie Abisag la Sunammita». [18]Betsabea rispose: «Bene! Parleró in tuo favore al re».

[19]Betsabea si presentó al re Salomone per parlargli in favore di Adonia. Il re si alzó per andarle incontro, si prostró davanti a lei, quindi sedette sul trono, facendo collocare un trono per la madre del re. Questa gli sedette alla destra [20]e disse: «Ho una piccola grazia da chiederti; non me la negare». Il re le rispose: «Chiedi, madre mia, non ti respingeró». [21]E quella: «Si conceda Abisag la Sunammita in moglie ad Adonia tuo fratello». [22]Il re Salomone rispose alla madre: «Perché tu mi chiedi Abisag la Sunammita per Adonia? Chiedi anche il regno per lui, poiché egli è mio fratello maggiore e per lui parteggiano il sacerdote Ebiatàr e Ioab figlio di Zeruià». [23]Il re Salomone giuró per il Signore: «Dio mi faccia questo e altro mi aggiunga, se non è vero che Adonia ha manifestato quest'idea a danno della propria vita. [24]Ebbene, per la vita del Signore che mi ha reso saldo, mi ha fatto sedere sul trono di Davide mio padre e mi ha concesso una casa come aveva promesso, oggi stesso Adonia verrà ucciso». [25]Il re Salomone ordinó a Benaià figlio di Ioiadà, di ucciderlo; così morì Adonia.

La sorte di Ebiatar e di Ioab

[26]Al sacerdote Ebiatàr il re ordinó: «Vattene in Anatót, nella tua campagna. Meriteresti la morte, ma oggi non ti faccio morire perché tu hai portato l'arca del Signore davanti a Davide mio padre e perché hai partecipato a tutte le traversie di mio padre». [27]Così Salomone escluse Ebiatàr dal sacerdozio del Signore, adempiendo la parola che il Signore aveva pronunziata in Silo riguardo alla casa di Eli.

[28]Quando la notizia giunse a Ioab - questi era stato dalla parte di Adonia, ma non per Assalonne - Ioab si rifugió nella tenda del Signore e si afferró ai corni dell'altare. [29]Fu riferito al re Salomone come Ioab si fosse rifugiato nella tenda del Signore e si fosse posto al fianco dell'altare. Salomone invió Benaià figlio di Ioiadà con l'ordine: «Và, colpiscilo!». [30]Benaià andó nella tenda del Signore e disse a Ioab: «Per ordine del re, esci!». Quegli rispose: «No! Moriró qui». Benaià riferì al re: «Ioab ha parlato così e così mi ha risposto». [31]Il re gli disse: «Fà come egli ha detto; colpiscilo e seppelliscilo; così allontanerai da me e dalla casa di mio padre il sangue che Ioab ha sparso senza motivo. [32]Il Signore farà ricadere il suo sangue sulla sua testa, perché egli ha colpito due uomini giusti e migliori di lui e li ha trafitti con la sua spada - senza che Davide mio padre lo sapesse - ossia Abner, figlio di Ner, capo dell'esercito di Israele e Amasà figlio di Ieter, capo dell'esercito di Giuda. [33]Il loro sangue ricada sulla testa di Ioab e sulla testa della sua discendenza per sempre, mentre su Davide e sulla sua discendenza, sul suo casato e sul suo trono si riversi per sempre la pace da parte del Signore». [34]Benaià figlio di Ioiadà andó, lo assalì e l'uccise; Ioab fu sepolto nella sua casa, nel deserto. [35]Il re lo sostituì, nominando capo dell'esercito Benaià figlio di Ioiadà, mentre mise il sacerdote Zadók al posto di Ebiatàr.

Disobbedienza e morte di Simèi

[36]Il re mandó a chiamare Simèi per dirgli: «Costruisciti una casa in Gerusalemme; ivi sia la tua dimora; non ne uscirai per andartene qua e là. [37]Quando ne uscirai, oltrepassando il torrente Cedron - sappilo bene! - sarai degno di morte; il tuo sangue ricadrà sulla tua testa». [38]Simèi disse al re: «L'ordine è giusto! Come ha detto il re mio signore, così farà il tuo servo». Simèi dimoró in Gerusalemme per molto tempo. [39]Dopo tre anni, due schiavi di Simei fuggirono presso Achis figlio di Maaca, re di Gat. Fu riferito a Simei che i suoi schiavi erano in Gat. [40]Simei si alzó, selló l'asino e partì per Gat andando da Achis in cerca dei suoi schiavi. Simei vi andó e ricondusse i suoi schiavi da Gat. [41]Fu riferito a Salomone che Simei era andato da Gerusalemme a Gat e che era ritornato. [42]Il re, fattolo chiamare, gli disse: «Non ti avevo forse giurato per il Signore e non ti avevo io testimoniato che, quando tu fossi uscito per andartene qua e là - lo sapevi bene! - saresti stato degno di morte? Tu mi avevi risposto: L'ordine è giusto! Ho capito. [43]Perché non hai rispettato il giuramento del Signore e il comando che ti avevo impartito?». [44]Il re aggiunse a Simei: «Tu conosci tutto il male che hai fatto a Davide mio padre. Il Signore farà ricadere la tua malvagità sulla tua testa. [45]Invece sia benedetto il re Salomone e il trono di Davide sia saldo per sempre davanti al Signore». [46]Il re diede ordine a Benaià figlio di Ioiadà, di andare ad ucciderlo. E quegli morì.

Il regno si consolidó nelle mani di Salomone.

Re 1 - Capitolo 3

II. STORIA DI SALOMONE IL MAGNIFICO

1. SALOMONE IL SAGGIO

Introduzione

[1]Salomone si imparentó con il faraone, re di Egitto. Sposó la figlia del faraone, che introdusse nella città di Davide, ove rimase finché non terminó di costruire la propria casa, il tempio del Signore e le mura di cinta di Gerusalemme.

[2]Il popolo allora offriva sacrifici sulle alture, perché ancora non era stato costruito un tempio in onore del nome del Signore. [3]Salomone amava il Signore e nella sua condotta seguiva i principi di Davide suo padre; solamente offriva sacrifici e bruciava incenso sulle alture.

Il sogno di Gàbaon

[4]Il re andó a Gàbaon per offrirvi sacrifici perché ivi sorgeva la più grande altura. Su quell'altare Salomone offrì mille olocausti. [5]In Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte e gli disse: «Chiedimi ció che io devo concederti». [6]Salomone disse: «Tu hai trattato il tuo servo Davide mio padre con grande benevolenza, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che sedesse sul suo trono, come avviene oggi. [7]Ora, Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo; non so come regolarmi. [8]Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo così numeroso che non si puó calcolare né contare. [9]Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso?». [10]Al Signore piacque che Salomone avesse domandato la saggezza nel governare. [11]Dio gli disse: «Perché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza, né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento per ascoltare le cause, [12]ecco faccio come tu hai detto. Ecco, ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te. [13]Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria come nessun re ebbe mai. [14]Se poi camminerai nelle mie vie osservando i miei decreti e i miei comandi, come ha fatto Davide tuo padre, prolungheró anche la tua vita». [15]Salomone si sveglió; ecco, era stato un sogno. Andó in Gerusalemme; davanti all'arca dell'alleanza del Signore offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un banchetto per tutti i suoi servi.

Il giudizio di Salomone

[16]Un giorno andarono dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui. [17]Una delle due disse: «Ascoltami, signore! Io e questa donna abitiamo nella stessa casa; io ho partorito mentre essa sola era in casa. [18]Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c'è nessun estraneo in casa fuori di noi due. [19]Il figlio di questa donna è morto durante la notte, perché essa gli si era coricata sopra. [20]Essa si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco - la tua schiava dormiva - e se lo è messo in seno e sul mio seno ha messo il figlio morto. [21]Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L'ho osservato bene; ecco, non era il figlio che avevo partorito io». [22]L'altra donna disse: «Non è vero! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto». E quella, al contrario, diceva: «Non è vero! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo». Discutevano così alla presenza del re. [23]Egli disse: «Costei dice: Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto e quella dice: Non è vero! Tuo figlio è quello morto e il mio è quello vivo». [24]Allora il re ordinó: «Prendetemi una spada!». Portarono una spada alla presenza del re. [25]Quindi il re aggiunse: «Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all'una e una metà all'altra». [26]La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: «Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo affatto!». L'altra disse: «Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!». [27]Presa la parola, il re disse: «Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre». [28]Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunziata dal re e concepirono rispetto per il re, perché avevano constatato che la saggezza di Dio era in lui per render giustizia.

Re 1 - Capitolo 4

I grandi ufficiali di Salomone

[1]Il re Salomone estendeva il suo dominio su tutto Israele. [2]Questi furono i suoi dignitari: Azaria figlio di Zadók fu sacerdote. [3]Elicoref e Achia, figli di Sisa, scribi. Giósafat, figlio di Achilùd, archivista. [4]Benaià, figlio di Ioiadà, capo dell'esercito. Zadók e Ebiatàr, sacerdoti. [5]Azaria, figlio di Natan, capo dei prefetti. Zabud, figlio di Natan, sacerdote, amico del re. [6]Achisar maggiordomo. Adoniram, figlio di Abda, sovrintendente ai lavori forzati.

I prefetti di Salomone

[7]Salomone aveva dodici prefetti su tutto Israele; costoro provvedevano al re e alla sua famiglia; ognuno aveva l'incarico di procurare il necessario per un mese all'anno. [8]Questi sono i loro nomi:...figlio di Cur, sulle montagne di Efraim; [9]...figlio di Deker, a Makaz, a Saalbìm, a Bet-Sèmes, ad Aialon fino a Bet-Canan; [10]...figlio di Chesed, in Arubbot; a lui appartenevano Soco e tutto il paese di Chefer; [11]...figlio di Abinadàb, aveva tutta la costa di Dor (sua moglie era Tafat, figlia di Salomone); [12]Baana, figlio di Achilùd, aveva Tàanach, Meghìddo, sino al di là di Iakmeam, e tutto Beisan che è sotto Izreèl, da Beisan fino ad Abel-Mecola che è verso Zartan; [13]... figlio di Gheber, in Ramot di Gàlaad; a lui appartenevano i villaggi di Iair figlio di Manàsse in Gàlaad, il distretto di Argob in Basan, sessanta grandi città con mura e spranghe di bronzo; [14]Achinadàb, figlio di Iddo, a Macanàim; [15]Achimaaz in Nèftali - anche costui aveva preso in moglie una figlia di Salomone, Bosmat -; [16]Baana, figlio di Cusai, in Aser e in Zàbulon; [17]Giósafat, figlio di Paruach, in Issacar; [18]Simei, figlio di Ela, in Beniamino; [19]Gheber, figlio di Uri, nel paese di Gad, gia terra di Sicon re degli Amorrei e di Og re di Basan. Inoltre c'era un prefetto nel territorio di Giuda.

[20]Giuda e Israele erano numerosi come la sabbia del mare e mangiavano e bevevano allegramente.

Re 1 - Capitolo 5

[1](4,21)Salomone esercitava l'egemonia su tutti i regni, dal fiume alla regione dei Filistei e al confine con l'Egitto. Gli portavano tributi e servirono Salomone finché visse.

[2](22)I viveri di Salomone per un giorno erano trenta kor di fior di farina e sessanta kor di farina comune, [3](23)dieci buoi grassi, venti buoi da pascolo e cento pecore, senza contare i cervi, le gazzelle, le antilopi e i volatili da stia. [4](24)Egli, infatti, dominava su tutto l'Oltrefiume, da Tipsach a Gaza su tutti i re dell'Oltrefiume, ed era in pace con tutti i confinanti all'intorno. [5](25)Giuda e Israele erano al sicuro; ognuno stava sotto la propria vite e sotto il proprio fico - da Dan fino a Bersabea - per tutta la vita di Salomone.

[6](26)Salomone possedeva quattromila greppie per i cavalli dei suoi carri e dodicimila cavalli da sella. [7](27)Quei prefetti, ognuno per il suo mese, provvedevano quanto serviva al re Salomone e a quelli che erano ammessi alla sua tavola; non facevano mancare nulla. [8](28)Portavano l'orzo e la paglia per i cavalli da tiro e da sella nel luogo ove si trovava ognuno secondo la propria mansione.

La fama di Salomone

[9](29)Dio concesse a Salomone saggezza e intelligenza molto grandi e una mente vasta come la sabbia che è sulla spiaggia del mare. [10](30)La saggezza di Salomone superó la saggezza di tutti gli orientali e tutta la saggezza dell'Egitto. [11](31)Egli fu veramente più saggio di tutti, più di Etan l'Ezrachita, di Eman, di Calcol e di Darda, figli di Macol; il suo nome divenne noto fra tutti i popoli limitrofi. [12](32)Salomone pronunzió tremila proverbi; le sue poesie furono millecinque. [13](33)Parló di piante, dal cedro del Libano all'issópo che sbuca dal muro; parló di quadrupedi, di uccelli, di rettili e di pesci. [14](34)Da tutte le nazioni venivano per ascoltare la saggezza di Salomone; venivano anche i re dei paesi ove si era sparsa la fama della sua saggezza.

2. SALOMONE COSTRUTTORE

Preparativi per la costruzione del tempio

[15](5,1)Chiram, re di Tiro, mandó i suoi ministri da Salomone, perché aveva sentito che era stato consacrato re al posto di suo padre; ora Chiram era sempre stato amico di Davide. [16](2)Salomone mandó a dire a Chiram: [17](3)«Tu sai che Davide mio padre non ha potuto edificare un tempio al nome del Signore suo Dio a causa delle guerre che i nemici gli mossero da tutte le parti, finché il Signore non li prostró sotto la pianta dei suoi piedi. [18](4-Ora il Signore mio Dio mi ha dato pace da ogni parte e non ho né avversari né particolari difficoltà. [19](5)Ecco, ho deciso di edificare un tempio al nome del Signore mio Dio, come ha detto il Signore a Davide mio padre: Tuo figlio, che io porró al tuo posto sul tuo trono, edificherà un tempio al mio nome. [20](6)Ordina, dunque, che si taglino per me cedri del Libano; i miei servi saranno con i tuoi servi; io ti daró come salario per i tuoi servi quanto fisserai. Tu sai bene, infatti, che fra di noi nessuno è capace di tagliare il legname come sanno fare quelli di Sidone».

[21](7)Quando Chiram udì le parole di Salomone, gioì molto e disse: «Sia benedetto, oggi, il Signore che ha dato a Davide un figlio saggio per governare questo gran popolo». [22](8)Chiram mandó a dire a Salomone: «Ho ascoltato il tuo messaggio; faró quanto desideri riguardo al legname di cedro e al legname di abete. [23](9)I miei servi lo caleranno dal Libano al mare; io lo metteró in mare su zattere fino al punto che mi indicherai. Là lo scaricheró e tu lo prenderai. Quanto a provvedere al mantenimento della mia famiglia, tu soddisferai il mio desiderio». [24](10)Chiram fornì a Salomone legname di cedro e legname di abete, quanto ne volle. [25](11)Salomone diede a Chiram ventimila kor di grano, per il mantenimento della sua famiglia, e venti kor di olio d'olive schiacciate; questo dava Salomone a Chiram ogni anno.

[26](12)Il Signore concesse a Salomone la saggezza come gli aveva promesso. Fra Chiram e Salomone regnó la pace e i due conclusero un'alleanza.

[27](13)Il re Salomone reclutó il lavoro forzato da tutto Israele e il lavoro forzato era di trentamila uomini. [28](14)Ne mandó a turno nel Libano diecimila al mese: passavano un mese nel Libano e due mesi nelle loro case. Adoniram sovrintendeva al loro lavoro. [29](15)Salomone aveva settantamila operai addetti al trasporto del materiale e ottantamila scalpellini a tagliar pietre sui monti, [30](16)senza contare gli incaricati dei prefetti, che erano tremilatrecento, preposti da Salomone al comando delle persone addette ai lavori.

[31](17)Il re diede ordine di estrarre grandi massi, tra i migliori, perché venissero squadrati per le fondamenta del tempio. [32](18)Gli operai di Salomone, gli operai di Chiram e di Biblos li sgrossavano; furono anche preparati il legname e le pietre per la costruzione del tempio.

Re 1 - Capitolo 6

La costruzione del Tempio

[1]Alla costruzione del tempio del Signore fu dato inizio l'anno quattrocentottanta dopo l'uscita degli Israeliti dal paese d'Egitto, l'anno quarto del regno di Salomone su Israele, nel mese di Ziv, cioè nel secondo mese. [2]Il tempio costruito dal re Salomone per il Signore, era lungo sessanta cubiti, largo venti, alto trenta. [3]Davanti al tempio vi era un atrio lungo venti cubiti, in base alla larghezza del tempio, ed esteso per dieci cubiti secondo la lunghezza del tempio.

[4]Fece nel tempio finestre quadrangolari con grate. [5]Intorno al muro del tempio fu costruito un edificio a piani, lungo la navata e la cella. [6]Il piano più basso era largo cinque cubiti, quello di mezzo sei e il terzo sette, perché le mura esterne, intorno, erano state costruite a riseghe, in modo che le travi non poggiassero sulle mura del tempio. [7]Per la sua costruzione si usarono pietre lavorate e intere; durante i lavori nel tempio non si udì rumore di martelli, di piccone o di altro arnese di ferro. [8]La porta del piano più basso era sul lato destro del tempio; per mezzo di una scala a chiocciola si passava al piano di mezzo e dal piano di mezzo a quello superiore. [9]In tal modo Salomone costruì il tempio; dopo averlo terminato, lo ricoprì con assi e travi di cedro. [10]Innalzó anche l'ala laterale intorno al tempio, alta cinque cubiti per piano; la unì al tempio con travi di cedro. [11]E il Signore parló a Salomone e disse: [12]«Riguardo al tempio che stai edificando, se camminerai secondo i miei decreti, se eseguirai le mie disposizioni e osserverai tutti i miei comandi, uniformando ad essi la tua condotta, io confermeró a tuo favore le parole dette da me a Davide tuo padre. [13]Io abiteró in mezzo agli Israeliti; non abbandoneró il mio popolo Israele».

L'interno. Il Santo dei santi

[14]Terminata la costruzione del tempio, [15]Salomone rivestì all'interno le pareti del tempio con tavole di cedro dal pavimento al soffitto; rivestì anche con legno di cedro la parte interna del soffitto e con tavole di cipresso il pavimento. [16]Separó uno spazio di venti cubiti, a partire dal fondo del tempio, con un assito di tavole di cedro che dal pavimento giungeva al soffitto, e la cella che ne risultó all'interno divenne il santuario, il Santo dei santi. [17]La navata di fronte ad esso era di quaranta cubiti. [18]Il cedro all'interno del tempio era scolpito a rosoni e a boccioli di fiori; tutto era di cedro e non si vedeva una pietra. [19]Per l'arca dell'alleanza del Signore fu apprestata una cella nella parte più segreta del tempio. [20]La cella interna era lunga venti cubiti e alta venti. La rivestì d'oro purissimo e vi eresse un altare di cedro. [21]Salomone rivestì l'interno del tempio con oro purissimo e fece passare, davanti alla cella, un velo che scorreva mediante catenelle d'oro e lo ricoprì d'oro. [22]E d'oro fu rivestito tutto l'interno del tempio, e rivestì d'oro anche tutto l'altare che era nella cella.

I cherubini

[23]Nella cella fece due cherubini di legno di ulivo, alti dieci cubiti. [24]L'ala di un cherubino era di cinque cubiti e di cinque cubiti era anche l'altra ala del cherubino; c'erano dieci cubiti da una estremità all'altra delle ali. [25]Di dieci cubiti era l'altro cherubino; i due cherubini erano identici nella misura e nella forma. [26]L'altezza di un cherubino era di dieci cubiti, così anche quella dell'altro. [27]Pose i cherubini nella parte più riposta del tempio, nel santuario. I cherubini avevano le ali spiegate; l'ala di uno toccava la parete e l'ala dell'altro toccava l'altra parete; le loro ali si toccavano in mezzo al tempio, ala contro ala. [28]Erano anch'essi rivestiti d'oro.

[29]Ricoprì le pareti del tempio con sculture e incisioni di cherubini, di palme e di boccioli di fiori, all'interno e all'esterno. [30]Ricoprì d'oro il pavimento del tempio, all'interno e all'esterno.

Le porte. Il cortile

[31]Fece costruire la porta della cella con battenti di legno di ulivo; il frontale e gli stipiti formavano un pentagono. [32]I due battenti erano di legno di ulivo. Su di essi fece scolpire cherubini, palme e boccioli di fiori, che ricoprì d'oro, stendendo lamine d'oro sui cherubini e sulle palme. [33]Lo stesso procedimento adottó per la porta della navata, che aveva stipiti di legno di ulivo a forma quadrangolare. [34]I due battenti erano di legno di abete; un battente era costituito da due pezzi girevoli e così l'altro battente. [35]Vi scolpì cherubini, palme e boccioli di fiori, che ricoprì d'oro lungo le linee dell'incisione.

[36]Costruì il muro del cortile interno con tre ordini di pietre squadrate e con un ordine di tavole di cedro.

Le date

[37]Nell'anno quarto, nel mese di Ziv, si gettarono le fondamenta del tempio del Signore. [38]Nell'anno undecimo, nel mese di Bul, che è l'ottavo mese, fu terminato il tempio in tutte le sue parti e con tutto l'occorrente. Salomone lo edificó in sette anni.

Re 1 - Capitolo 7

La reggia di Salomone

[1]Salomone costruì anche la propria reggia e la portó a compimento in tredici anni. [2]Costruì il palazzo detto Foresta del Libano, lungo cento cubiti, largo cinquanta e alto trenta su tre ordini di colonne di cedro e con capitelli di cedro sulle colonne. [3]Un soffitto di cedro si stendeva sopra le stanze che poggiavano sulle colonne; queste erano quarantacinque, quindici per fila. [4]Vi erano tre serie di finestre, che si corrispondevano faccia a faccia tre volte. [5]Le porte e i loro stipiti erano a forma quadrangolare; le finestre erano le une di fronte alle altre per tre volte.

[6]Costruì il vestibolo delle colonne, lungo cinquanta cubiti e largo trenta. Sul davanti c'era un vestibolo e altre colonne e davanti ad esse una tettoia. [7]Fece anche il vestibolo del trono, ove rendeva giustizia, cioè il vestibolo della giustizia; era di cedro dal pavimento alle travi.

[8]La reggia, dove abitava, fu costruita con il medesimo disegno, in un secondo cortile, all'interno rispetto al vestibolo; nello stile di tale vestibolo fece anche una casa per la figlia del faraone, che Salomone aveva sposata.

[9]Tutte queste costruzioni erano di pietre pregiate, squadrate secondo misura, segate con la sega sul lato interno ed esterno, dalle fondamenta ai cornicioni e al di fuori fino al cortile maggiore. [10]Le fondamenta erano di pietre pregiate, pietre grandi dieci o otto cubiti. [11]Al di sopra erano pietre pregiate, squadrate a misura, e legno di cedro. [12]Il cortile maggiore comprendeva tre ordini di pietre squadrate e un ordine di tavole di cedro; era simile al cortile interno del tempio e al vestibolo del tempio.

Chiram

[13]Salomone fece venire da Tiro Chiram, [14]figlio di una vedova della tribù di Nèftali; suo padre era di Tiro e lavorava il bronzo. Era dotato di grande capacità tecnica, di intelligenza e di talento, esperto in ogni genere di lavoro in bronzo. Egli si recó dal re ed eseguì le sue commissioni.

Le colonne di bronzo

[15]Fuse due colonne di bronzo, ognuna alta diciotto cubiti e dodici di circonferenza. [16]Fece due capitelli, fusi in bronzo, da collocarsi sulla cima delle colonne; l'uno e l'altro erano alti cinque cubiti.

[17]Fece due reticolati per coprire i capitelli che erano sopra le colonne, un reticolato per un capitello e un reticolato per l'altro capitello. [18]Fece melagrane su due file intorno al reticolato per coprire i capitelli sopra le colonne; allo stesso modo fece per il secondo capitello. [19]I capitelli sopra le colonne erano a forma di giglio. [20]C'erano capitelli sopra le colonne, applicati alla sporgenza che era al di là del reticolato; essi contenevano duecento melagrane in fila intorno a ogni capitello. [21]Eresse le colonne nel vestibolo del tempio. Eresse la colonna di destra, che chiamó Iachin ed eresse la colonna di sinistra, che chiamó Boaz. [22]Così fu terminato il lavoro delle colonne.

Il bacino di bronzo

[23]Fece un bacino di metallo fuso di dieci cubiti da un orlo all'altro, rotondo; la sua altezza era di cinque cubiti e la sua circonferenza di trenta cubiti. [24]Intorno, sotto l'orlo, c'erano cucurbite, dieci per ogni cubito; le cucurbite erano disposte in due file ed erano state colate insieme con il bacino. [25]Questo poggiava su dodici buoi; tre guardavano verso settentrione, tre verso occidente, tre verso meridione e tre verso oriente. Il bacino poggiava su di essi e le loro parti posteriori erano rivolte verso l'interno. [26]Il suo spessore era di un palmo; il suo orlo fatto come l'orlo di un calice era a forma di giglio. Conteneva duemila bat.

Le basi e i bacini di bronzo

[27]Fece dieci basi di bronzo, ciascuna lunga quattro cubiti, larga quattro e alta tre cubiti. [28]Ecco come erano fatte le basi: si componevano di doghe e di traverse incrociate con le doghe. [29]Sulle doghe che erano fra le traverse c'erano leoni, buoi e cherubini; le stesse figure erano sulle traverse. Sopra e sotto i leoni e i buoi c'erano ghirlande a forma di festoni. [30]Ciascuna base aveva quattro ruote di bronzo con gli assi di bronzo; i suoi quattro piedi avevano sporgenze, sotto il bacino; le sporgenze erano di metallo fuso e situate al di là di ogni ghirlanda. [31]L'estremità della base, dalla parte della sporgenza e sopra, era di un cubito; tale estremità era rotonda, fatta in forma di sostegno, alta un cubito e mezzo; anche su tale estremità c'erano sculture. Le traverse erano di forma quadrata, non rotonda. [32]Le quattro ruote erano sotto le traverse; gli assi delle ruote erano fissati alla base; l'altezza di ogni ruota era di un cubito e mezzo. [33]Le ruote erano lavorate come le ruote di un carro; i loro assi, i loro quarti, i loro raggi e i loro mozzi erano tutti di metallo fuso. [34]Quattro sporgenze erano sui quattro angoli di ciascuna base; la sporgenza e la base erano di un sol pezzo. [35]Alla cima della base c'era un sostegno rotondo, alto mezzo cubito; alla cima della base c'erano i manici; le traverse e la base erano di un sol pezzo. [36]Sulle sue pareti scolpì cherubini, leoni e palme, secondo gli spazi liberi, e ghirlande intorno. [37]Fuse le dieci basi in un medesimo stampo, identiche nella misura e nella forma.

[38]Fuse poi anche dieci bacini di bronzo; ognuno conteneva quaranta bat ed era di quattro cubiti; un bacino per ogni base, per le dieci basi. [39]Pose cinque delle basi sul lato destro del tempio e cinque su quello sinistro. Pose la vasca sul lato destro del tempio, a sud-est.

Il piccolo mobilio. Riassunto

[40]Chiram preparó inoltre caldaie, palette e vassoi. E terminó tutte le commissioni del re Salomone per il tempio del Signore, [41]cioè le due colonne, i globi dei capitelli che erano sopra le colonne, i due reticolati per coprire i due globi dei capitelli che erano sopra le colonne, [42]le quattrocento melagrane sui due reticolati, due file di melagrane per ciascun reticolato, [43]le dieci basi e i dieci bacini sulle basi, [44]il bacino e i dodici buoi sotto il bacino, [45]le caldaie, le palette, i vassoi e tutti quei vasi che Chiram aveva fatti al re Salomone per il tempio del Signore; tutto era di bronzo rifinito. [46]Il re li fece fondere nella valle del Giordano, in suolo argilloso, fra Succot e Zartan. [47]Salomone installó tutti gli arredi in quantità molto grande: non si poteva calcolare il peso del bronzo.

[48]Salomone fece anche tutti gli arredi del tempio del Signore, l'altare d'oro, le tavole d'oro su cui si ponevano i pani dell'offerta, [49]i cinque candelabri a destra e i cinque a sinistra di fronte alla cella d'oro purissimo, i fiori, le lampade, gli smoccolatoi d'oro, [50]le coppe, i coltelli, gli aspersori, i mortai e i bracieri d'oro purissimo, i cardini per le porte del tempio interno, cioè per il Santo dei santi, e i battenti d'oro per la navata. [51]Fu così terminato tutto il lavoro che il re Salomone aveva fatto per il tempio. Salomone presentó le offerte fatte da Davide suo padre, cioè l'argento, l'oro e i vari oggetti; le depositó nei tesori del tempio.

Re 1 - Capitolo 8

Trasferimento dell'arca dell'alleanza

[1]A questo punto Salomone convocó in assemblea a Gerusalemme gli anziani di Israele, tutti i capitribù, i principi dei casati degli Israeliti, per trasportare l'arca dell'alleanza del Signore dalla città di Davide, cioè da Sion. [2]Tutto Israele si radunó presso il re Salomone per la festa, nel mese di Etanim, cioè il settimo mese. [3]Presenti tutti gli anziani di Israele, l'arca del Signore fu sollevata e i sacerdoti e i leviti la trasportarono [4]con la tenda del convegno e con tutti gli arredi sacri che erano nella tenda. [5]Il re Salomone e tutta la comunità di Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all'arca pecore e buoi che non si contavano né si calcolavano. [6]I sacerdoti introdussero l'arca dell'alleanza del Signore al suo posto nella cella del tempio, cioè nel Santo dei santi, sotto le ali dei cherubini. [7]Difatti i cherubini stendevano le ali sopra l'arca; essi coprivano l'arca e le sue stanghe dall'alto. [8]Le stanghe erano più lunghe, per questo le loro punte si vedevano dal Santo di fronte alla cella, ma non si vedevano di fuori; tali cose ci sono fino ad oggi. [9]Nell'arca non c'era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposte Mosè sull'Oreb, cioè le tavole dell'alleanza conclusa dal Signore con gli Israeliti quando uscirono dal paese d'Egitto.

Dio prende possesso del suo tempio

[10]Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nuvola riempì il tempio [11]e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio. [12]Allora Salomone disse:

«Il Signore ha deciso di abitare sulla nube.
[13]Io ti ho costruito una casa potente,
un luogo per la tua dimora perenne».

Discorso di Salomone al popolo

[14]Il re si voltó e benedisse tutta l'assemblea di Israele, mentre tutti i presenti stavano in piedi. [15]Salomone disse: «Benedetto il Signore, Dio di Israele, che ha adempiuto con potenza quanto aveva promesso con la sua bocca a Davide mio padre: [16]Da quando ho fatto uscire Israele mio popolo dall'Egitto, io non mi sono scelto una città fra tutte le tribù di Israele perché mi si costruisse una casa, ove abitasse il mio nome; ora mi sono scelto Gerusalemme perché vi dimori il mio nome e mi sono scelto Davide perché sia capo del popolo di Israele. [17]Davide mio padre aveva deciso di costruire un tempio al nome del Signore, Dio di Israele, [18]ma il Signore gli disse: Tu hai pensato di edificare un tempio al mio nome; hai fatto bene a formulare tale progetto. [19]Non tu costruirai il tempio, ma il figlio che uscirà dai tuoi fianchi, lui costruirà un tempio al mio nome. [20]Il Signore ha attuato la parola che aveva pronunziata; io ho preso il posto di Davide mio padre, mi sono seduto sul trono di Israele, come aveva preannunziato il Signore, e ho costruito il tempio al nome del Signore, Dio di Israele. [21]In esso ho fissato un posto per l'arca, dove c'è l'alleanza che il Signore aveva conclusa con i nostri padri quando li fece uscire dal paese di Egitto».

Preghiera personale di Salomone

[22]Poi Salomone si pose davanti all'altare del Signore, di fronte a tutta l'assemblea di Israele, e, stese le mani verso il cielo, [23]disse: «Signore, Dio di Israele, non c'è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l'alleanza e la misericordia con i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il cuore. [24]Tu hai mantenuto nei riguardi del tuo servo Davide mio padre quanto gli avevi promesso; quanto avevi detto con la bocca l'hai adempiuto con potenza, come appare oggi. [25]Ora, Signore Dio di Israele, mantieni al tuo servo Davide mio padre quanto gli hai promesso: Non ti mancherà un discendente che stia davanti a me e sieda sul trono di Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta camminando davanti a me come vi hai camminato tu. [26]Ora, Signore Dio di Israele, si adempia la parola che tu hai rivolta a Davide mio padre.

[27]Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita! [28]Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore mio Dio; ascolta il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! [29]Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il mio nome! Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo.

Preghiera per il popolo

[30]Ascolta la supplica del tuo servo e di Israele tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, dal cielo; ascolta e perdona.

[31]Se uno pecca contro il suo fratello e, perché gli è imposto un giuramento di imprecazione, viene a giurare davanti al tuo altare in questo tempio, [32]tu ascoltalo dal cielo, intervieni e fà giustizia con i tuoi servi; condanna l'empio, facendogli ricadere sul capo la sua condotta, e dichiara giusto l'innocente rendendogli quanto merita la sua innocenza.

[33]Quando il tuo popolo Israele sarà sconfitto di fronte al nemico perché ha peccato contro di te, se si rivolge a te, se loda il tuo nome, se ti prega e ti supplica in questo tempio, [34]tu ascolta dal cielo, perdona il peccato di Israele tuo popolo e fallo tornare nel paese che hai dato ai suoi padri.

[35]Quando si chiuderà il cielo e non ci sarà pioggia perché hanno peccato contro di te, se ti pregano in questo luogo, se lodano il tuo nome e si convertono dal loro peccato perché tu li hai umiliati, [36]tu ascolta dal cielo e perdona il peccato dei tuoi servi e di Israele tuo popolo, ai quali indicherai la strada buona su cui camminare, e concedi la pioggia alla terra che hai dato in eredità al tuo popolo.

[37]Quando nella regione ci sarà carestia o peste, carbonchio o ruggine, invasione di locuste o di bruchi; quando il nemico assedierà il tuo popolo in qualcuna delle sue porte o quando scoppierà un'epidemia o un flagello qualsiasi; [38]se uno qualunque oppure tutto Israele tuo popolo, dopo avere provato il rimorso nel cuore, ti prega o supplica con le mani tese verso questo tempio, [39]tu ascoltalo dal cielo, luogo della tua dimora, perdona, intervieni e rendi a ognuno secondo la sua condotta, tu che conosci il suo cuore - tu solo conosci il cuore di tutti i figli degli uomini - [40]perché ti temano durante tutti i giorni della loro vita nel paese che hai dato ai nostri padri.

Supplementi

[41]Anche lo straniero, che non appartiene a Israele tuo popolo, se viene da un paese lontano a causa del tuo nome [42]perché si sarà sentito parlare del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio teso, se egli viene a pregare in questo tempio, [43]tu ascoltalo dal cielo, luogo della tua dimora, e soddisfa tutte le richieste dello straniero, perché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome, ti temano come Israele tuo popolo e sappiano che al tuo nome è stato dedicato questo tempio che io ho costruito.

[44]Quando il tuo popolo uscirà in guerra contro il suo nemico, seguendo le vie in cui l'avrai indirizzato, se ti pregheranno rivolti verso la città che ti sei scelta e verso il tempio che io ho costruito al tuo nome, [45]ascolta dal cielo la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia.

[46]Quando peccheranno contro di te, poiché non c'è nessuno che non pecchi, e tu, adirato contro di loro, li consegnerai a un nemico e i loro conquistatori li deporteranno in un paese ostile, lontano o vicino, [47]se nel paese in cui saranno deportati rientreranno in se stessi e faranno ritorno a te supplicandoti nel paese della loro prigionia, dicendo: Abbiamo peccato, abbiamo agito da malvagi e da empi, [48]se torneranno a te con tutto il cuore e con tutta l'anima nel paese dei nemici che li avranno deportati, e ti supplicheranno rivolti verso il paese che tu hai dato ai loro padri, verso la città che ti sei scelta e verso il tempio che io ho costruito al tuo nome, [49]tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia. [50]Perdona al tuo popolo, che ha peccato contro di te, tutte le ribellioni di cui si è reso colpevole verso di te, fà che i suoi deportatori gli usino misericordia, [51]perché si tratta del tuo popolo e della tua eredità, di coloro che hai fatto uscire dall'Egitto, da una fornace per fondere il ferro.

Conclusione della preghiera e benedizione del popolo

[52]Siano attenti i tuoi occhi alla preghiera del tuo servo e del tuo popolo Israele e ascoltali in quanto ti chiedono, [53]perché tu li hai separati da tutti i popoli del paese come tua proprietà secondo quanto avevi dichiarato per mezzo di Mosè tuo servo, mentre facevi uscire, o Signore, i nostri padri dall'Egitto».

[54]Quando Salomone ebbe finito di rivolgere al Signore questa preghiera e questa supplica, si alzó davanti all'altare del Signore, dove era inginocchiato con le palme tese verso il cielo, [55]si mise in piedi e benedisse tutta l'assemblea di Israele, a voce alta: [56]«Benedetto il Signore, che ha concesso tranquillità a Israele suo popolo, secondo la sua parola. Non è venuta meno neppure una delle parole buone che aveva pronunziate per mezzo di Mosè suo servo. [57]Il Signore nostro Dio sia con noi come è stato con i nostri padri; non ci abbandoni e non ci respinga, [58]ma volga piuttosto i nostri cuori verso di lui, perché seguiamo tutte le sue vie e osserviamo i comandi, gli statuti e i decreti che ha imposti ai nostri padri. [59]Queste parole, usate da me per supplicare il Signore, siano presenti davanti al Signore nostro Dio, giorno e notte, perché renda giustizia al suo servo e a Israele suo popolo secondo le necessità di ogni giorno. [60]Allora tutti i popoli della terra sapranno che il Signore è Dio e che non ce n'è altri. [61]Il vostro cuore sarà tutto dedito al Signore nostro Dio, perché cammini secondo i suoi decreti e osservi i suoi comandi, come avviene oggi».

I sacrifici della festa di dedicazione

[62]Il re e tutto Israele offrirono un sacrificio davanti al Signore. [63]Salomone immoló al Signore, in sacrificio di comunione, ventiduemila buoi e centoventimila pecore; così il re e tutti gli Israeliti dedicarono il tempio al Signore. [64]In quel giorno il re consacró il centro del cortile di fronte al tempio del Signore; infatti ivi offrì l'olocausto, l'oblazione e il grasso dei sacrifici di comunione, perché l'altare di bronzo, che era davanti al Signore, era troppo piccolo per contenere l'olocausto, l'oblazione e il grasso dei sacrifici di comunione.

[65]In quell'occasione Salomone celebró la festa davanti al Signore nostro Dio per sette giorni: tutto Israele, dall'ingresso di Amat al torrente d'Egitto, un'assemblea molto grande, era con lui. [66]Nel giorno ottavo congedó il popolo. I convenuti, salutato il re, tornarono alle loro case, contenti e con la gioia nel cuore per tutto il bene concesso dal Signore a Davide suo servo e a Israele suo popolo.

Re 1 - Capitolo 9

Nuova apparizione divina

[1]Quando Salomone ebbe terminato di costruire il tempio del Signore, la reggia e quanto aveva voluto attuare, [2]il Signore apparve per la seconda volta a Salomone, come gli era apparso in Gàbaon. [3]Il Signore gli disse: «Ho ascoltato la preghiera e la supplica che mi hai rivolto; ho santificato questa casa, che tu hai costruita perché io vi ponga il mio nome per sempre; i miei occhi e il mio cuore saranno rivolti verso di essa per sempre.

[4]Se tu camminerai davanti a me, come vi camminó tuo padre, con cuore integro e con rettitudine, se adempirai quanto ti ho comandato e se osserverai i miei statuti e i miei decreti, [5]io stabiliró il trono del tuo regno su Israele per sempre, come ho promesso a Davide tuo padre: Non ti mancherà mai un uomo sul trono di Israele. [6]Ma se voi e i vostri figli vi allontanerete da me, se non osserverete i comandi e i decreti che io vi ho dati, se andrete a servire altri dei e a prostrarvi davanti ad essi, [7]elimineró Israele dal paese che ho dato loro, rigetteró da me il tempio che ho consacrato al mio nome; Israele diventerà la favola e lo zimbello di tutti i popoli. [8]Riguardo a questo tempio, gia così eccelso, chiunque vi passerà vicino si stupirà e fischierà, domandandosi: Perché il Signore ha agito così con questo paese e con questo tempio? [9]Si risponderà: Perché hanno abbandonato il Signore loro Dio che aveva fatto uscire i loro padri dal paese d'Egitto, si sono legati a dei stranieri, prostrandosi davanti ad essi e servendoli; per questo il Signore ha fatto piombare su di loro tutta questa sciagura».

Scambio con Chiram

[10]Venti anni dopo che Salomone aveva costruito i due edifici, il tempio del Signore e la reggia, [11]poiché Chiram, re di Tiro, aveva fornito a Salomone legname di cedro e legname di abete e oro a piacere, Salomone diede a Chiram venti villaggi nella regione della Galilea. [12]Chiram partì da Tiro per vedere i villaggi che Salomone gli aveva dati, ma non gli piacquero. [13]Perció disse: «Sono questi i villaggi che tu mi hai dati, fratello mio?». Li chiamó paese di Kabul, nome ancora in uso. [14]Chiram mandó al re centoventi talenti d'oro.

Il lavoro forzato per la costruzione

[15]Questa è l'occasione del lavoro forzato che reclutó il re Salomone per costruire il tempio, la reggia, il Millo, le mura di Gerusalemme, Cazor, Meghiddo, Ghezer. [16]Il faraone, re d'Egitto, con una spedizione aveva preso Ghezer, l'aveva data alle fiamme, aveva ucciso i Cananei che abitavano nella città e poi l'aveva assegnata in dote alla figlia, moglie di Salomone. [17]Salomone riedificó Ghezer, Bet-Corón inferiore, [18]Baalat, Tamàr nel deserto del paese [19]e tutte le città di rifornimento che gli appartenevano, le città per i suoi carri, quelle per i suoi cavalli e quanto Salomone aveva voluto costruire in Gerusalemme, nel Libano e in tutto il territorio del suo dominio. [20]Quanti rimanevano degli Amorrei, degli Hittiti, dei Perizziti, degli Evei e dei Gebusei, che non appartenevano agli Israeliti, [21]e cioè i discendenti rimasti dopo di loro nel paese, coloro che gli Israeliti non erano riusciti a sterminare, Salomone li costrinse ai lavori forzati, e tale è ancora la loro condizione. [22]Ma degli Israeliti, Salomone non assoggettó nessuno alla schiavitù: costoro divennero suoi guerrieri, suoi ministri, suoi ufficiali, suoi scudieri, capi dei suoi carri e dei suoi cavalieri. [23]I capi dei prefetti, che dirigevano i lavori per Salomone, erano cinquecentocinquanta; essi sovrintendevano alla massa impiegata nei lavori.

[24]Dopo che la figlia del faraone si trasferì dalla città di Davide alla casa che Salomone le aveva costruita, questi costruì il Millo.

Il servizio del tempio

[25]Tre volte all'anno Salomone offriva olocausti e sacrifici di comunione sull'altare che aveva costruito per il Signore e bruciava incenso su quello che era davanti al Signore. Così terminó il tempio.

3. SALOMONE E IL COMMERCIO

Salomone armatore

[26]Salomone costruì anche una flotta in Ezion-Gheber, cioè in Elat, sulla riva del Mare Rosso nella regione di Edom. [27]Chiram invió sulle navi i suoi servi, marinai che conoscevano il mare, insieme con i servi di Salomone. [28]Andarono in Ofir, ove presero oro - quattrocentoventi talenti - e lo portarono al re Salomone.

Re 1 - Capitolo 10

Visita della regina di Saba

[1]La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, venne per metterlo alla prova con enigmi. [2]Venne in Gerusalemme con ricchezze molto grandi, con cammelli carichi di aromi, d'oro in grande quantità e di pietre preziose. Si presentó a Salomone e gli disse quanto aveva pensato. [3]Salomone rispose a tutte le sue domande, nessuna ve ne fu che non avesse risposta o che restasse insolubile per Salomone. [4]La regina di Saba, quando ebbe ammirato tutta la saggezza di Salomone, il palazzo che egli aveva costruito, [5]i cibi della sua tavola, gli alloggi dei suoi dignitari, l'attività dei suoi ministri, le loro divise, i suoi coppieri e gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza fiato. [6]Allora disse al re: «Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua saggezza! [7]Io non avevo voluto credere a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non me n'era stata riferita neppure una metà! Quanto alla saggezza e alla prosperità, superi la fama che io ne ho udita. [8]Beati i tuoi uomini, beati questi tuoi ministri che stanno sempre davanti a te e ascoltano la tua saggezza! [9]Sia benedetto il Signore tuo Dio, che si è compiaciuto di te sì da collocarti sul trono di Israele. Nel suo amore eterno per Israele il Signore ti ha stabilito re perché tu eserciti il diritto e la giustizia». [10]Essa diede al re centoventi talenti d'oro, aromi in gran quantità e pietre preziose. Non arrivarono mai tanti aromi quanti ne portó la regina di Saba a Salomone. [11]Inoltre, la flotta di Chiram, che caricava oro in Ofir, portó da Ofir legname di sandalo in gran quantità e pietre preziose. [12]Con il legname di sandalo il re fece ringhiere per il tempio e per la reggia, cetre e arpe per i cantori. Mai più arrivó, né mai più si vide fino ad oggi, tanto legno di sandalo.

[13]Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto essa desiderava e aveva domandato, oltre quanto le aveva dato con mano regale. Quindi essa tornó nel suo paese con i suoi servi.

La ricchezza di Salomone

[14]La quantità d'oro che affluiva nelle casse di Salomone ogni anno era di seicentosessantasei talenti, [15]senza contare quanto ne proveniva dai trafficanti e dai commercianti, da tutti i re dell'Arabia e dai governatori del paese.

[16]Il re Salomone fece duecento scudi grandi d'oro battuto, per ciascuno dei quali adoperó seicento sicli d'oro, [17]e trecento scudi piccoli d'oro battuto, per ciascuno dei quali adoperó tre mine d'oro, e il re li collocó nel palazzo della Foresta del Libano.

[18]Inoltre, il re fece un grande trono d'avorio che rivestì d'oro puro. [19]Il trono aveva sei gradini; sullo schienale c'erano teste di vitello; il sedile aveva due bracci laterali, ai cui fianchi si ergevano due leoni. [20]Dodici leoni si ergevano di qua e di là, sui sei gradini; non ne esistevano di simili in nessun regno.

[21]Tutti i vasi per le bevande del re Salomone erano d'oro; tutti gli arredi del palazzo della Foresta del Libano erano d'oro fino; al tempo di Salomone l'argento non si stimava nulla. [22]Difatti il re aveva in mare la flotta di Tarsis, oltre la flotta di Chiram; ogni tre anni la flotta di Tarsis portava carichi d'oro e d'argento, d'avorio, di scimmie e di babbuini.

[23]Il re Salomone superó, dunque, per ricchezza e saggezza, tutti i re della terra. [24]In ogni parte della terra si desiderava di avvicinare Salomone per ascoltare la saggezza che Dio aveva messo nel suo cuore. [25]Ognuno gli portava, ogni anno, offerte d'argento e oggetti d'oro, vesti, armi, aromi, cavalli e muli.

I carri di Salomone

[26]Salomone radunó carri e cavalli; aveva millequattrocento carri e dodicimila cavalli, distribuiti nelle città per i carri e presso il re in Gerusalemme. [27]Fece sì che in Gerusalemme l'argento abbondasse come le pietre e rese il legname di cedro tanto comune quanto i sicomóri che crescono nella Sefela. [28]I cavalli di Salomone provenivano da Muzri e da Kue; i mercanti del re li compravano in Kue. [29]Un carro, importato da Muzri, costava seicento sicli d'argento, un cavallo centocinquanta. In tal modo tutti i re degli Hittiti e i re di Aram vendevano i loro cavalli.

Re 1 - Capitolo 11

4. LA DEGENERAZIONE DEL REGNO

Le mogli di Salomone

[1]Ma il re Salomone amó donne straniere, moabite, ammonite, idumee, di Sidóne e hittite, [2]appartenenti a popoli, di cui aveva detto il Signore agli Israeliti: «Non andate da loro ed essi non vengano da voi: perché certo faranno deviare i vostri cuori dietro i loro dei». Salomone si legó a loro per amore. [3]Aveva settecento principesse per mogli e trecento concubine; le sue donne gli pervertirono il cuore. [4]Quando Salomone fu vecchio, le sue donne l'attirarono verso dei stranieri e il suo cuore non restó più tutto con il Signore suo Dio come il cuore di Davide suo padre. [5]Salomone seguì Astàrte, dea di quelli di Sidóne, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. [6]Salomone commise quanto è male agli occhi del Signore e non fu fedele al Signore come lo era stato Davide suo padre.

[7]Salomone costruì un'altura in onore di Camos, obbrobrio dei Moabiti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche in onore di Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. [8]Allo stesso modo fece per tutte le sue donne straniere, che offrivano incenso e sacrifici ai loro dei.

[9]Il Signore, perció, si sdegnó con Salomone, perché aveva distolto il cuore dal Signore Dio d'Israele, che gli era apparso due volte [10]e gli aveva comandato di non seguire altri dei, ma Salomone non osservó quanto gli aveva comandato il Signore. [11]Allora disse a Salomone: «Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né i decreti che ti avevo impartiti, ti strapperó via il regno e lo consegneró a un tuo suddito. [12]Tuttavia non faró ció durante la tua vita per amore di Davide tuo padre; lo strapperó dalla mano di tuo figlio. [13]Ma non tutto il regno gli strapperó; una tribù la daró a tuo figlio per amore di Davide mio servo e per amore di Gerusalemme, città da me eletta».

I nemici esterni di Salomone

[14]Il Signore suscitó contro Salomone un avversario, l'idumeo Hadàd che era della stirpe regale di Edom. [15]Dopo la disfatta inflitta da Davide a Edom, quando Ioab capo dell'esercito era andato a seppellire i cadaveri e aveva ucciso tutti i maschi di Edom - [16]Ioab e tutto Israele vi si erano fermati sei mesi per sterminare tutti i maschi di Edom - [17]Hadàd con alcuni Idumei a servizio del padre fuggì in Egitto. Allora Hadàd era giovinetto. [18]Essi partirono da Madian e andarono in Paran; presero con sé uomini di Paran e andarono in Egitto dal faraone, che ospitó Hadàd, gli assicuró il mantenimento, parló con lui e gli assegnó terreni. [19]Hadàd trovó grazia agli occhi del faraone, che gli diede in moglie una sua cognata, la sorella della regina Tafni. [20]La sorella di Tafni gli partorì il figlio Ghenubàt, che Tafni allevó nel palazzo del faraone. Ghenubàt visse nella casa del faraone tra i figli del faraone. [21]Quando Hadàd seppe in Egitto che Davide si era addormentato con i suoi padri e che era morto Ioab capo dell'esercito, disse al faraone: «Lasciami partire; voglio andare nel mio paese». [22]Il faraone gli rispose: «Ti manca forse qualcosa nella mia casa perché tu cerchi di andare nel tuo paese?». Quegli soggiunse: «No! ma, ti prego, lasciami andare». [25b]Ecco il male fatto da Hadàd: fu nemico di Israele e regnó su Edom.

[23]Dio suscitó contro Salomone un altro avversario, Razón figlio di Eliada, che era fuggito da Hadad-Ezer re di Zoba, suo signore. [24]Egli adunó gente contro di lui e divenne capo di una banda, quando Davide aveva massacrato gli Aramei. Quindi egli prese Damasco, vi si stabilì e ne divenne re. [25a]Fu avversario di Israele per tutta la vita di Salomone.

La rivolta di Geroboamo

[26]Anche Geroboamo, figlio dell'efraimita Nebàt, di Zereda - sua madre, una vedova, si chiamava Zerua -, mentre era al servizio di Salomone, insorse contro il re. [27]La causa della sua ribellione al re fu la seguente: Salomone costruiva il Millo e chiudeva la breccia apertasi nella città di Davide suo padre; [28]Geroboamo era un uomo di riguardo; Salomone, visto come il giovane lavorava, lo nominó sorvegliante di tutti gli operai della casa di Giuseppe. [29]In quel tempo Geroboamo, uscito da Gerusalemme, incontró per strada il profeta Achia di Silo, che indossava un mantello nuovo; erano loro due soli, in campagna. [30]Achia afferró il mantello nuovo che indossava e lo laceró in dodici pezzi. [31]Quindi disse a Geroboamo: «Prendine dieci pezzi, poiché dice il Signore, Dio di Israele: Ecco lacereró il regno dalla mano di Salomone e ne daró a te dieci tribù. [32]A lui rimarrà una tribù a causa di Davide mio servo e a causa di Gerusalemme, città da me scelta fra tutte le tribù di Israele. [33]Ció avverrà perché egli mi ha abbandonato, si è prostrato davanti ad Astàrte dea di quelli di Sidóne, a Camos dio dei Moabiti, e a Milcom dio degli Ammoniti, e non ha seguito le mie vie compiendo ció che è retto ai miei occhi, osservando i miei comandi e i miei decreti, come aveva fatto Davide suo padre. [34]Non gli toglieró il regno di mano, perché l'ho stabilito capo per tutti i giorni della sua vita a causa di Davide, mio servo da me scelto, il quale ha osservato i miei comandi e i miei decreti. [35]Toglieró il regno dalla mano di suo figlio e ne consegneró a te dieci tribù. [36]A suo figlio lasceró una tribù perché a causa di Davide mio servo ci sia sempre una lampada dinanzi a me in Gerusalemme, città che mi sono scelta per porvi il mio nome. [37]Io prenderó te e tu regnerai su quanto vorrai; sarai re di Israele. [38]Se ascolterai quanto ti comanderó, se seguirai le mie vie e farai quanto è giusto ai miei occhi osservando i miei decreti e i miei comandi, come ha fatto Davide mio servo, io saró con te e ti edificheró una casa stabile come l'ho edificata per Davide. Ti consegneró Israele; [39]umilieró la discendenza di Davide per questo motivo, ma non per sempre».

[40]Salomone cercó di uccidere Geroboamo, il quale peró trovó rifugio in Egitto presso Sisach, re di quella regione. Geroboamo rimase in Egitto fino alla morte di Salomone.

Conclusione del regno

[41]Le altre gesta di Salomone, le sue azioni e la sua sapienza, sono descritte nel libro della gesta di Salomone. [42]Il tempo in cui Salomone aveva regnato in Gerusalemme su tutto Israele fu di quaranta anni. [43]Salomone si addormentó con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide suo padre; gli succedette nel regno il figlio Roboamo.

Re 1 - Capitolo 12

III. LO SCISMA POLITICO E RELIGIOSO

L'assemblea di Sichem

[1]Roboamo andó in Sichem, perché tutto Israele era convenuto in Sichem per proclamarlo re. [2]Quando lo seppe, Geroboamo figlio di Nebàt, che era ancora in Egitto ove si era rifugiato per paura del re Salomone, tornó dall'Egitto. [3]Lo mandarono a chiamare e Geroboamo venne con tutta l'assemblea di Israele e dissero a Roboamo: [4]«Tuo padre ci ha imposto un pesante giogo; ora tu alleggerisci la dura schiavitù di tuo padre e il giogo pesante che quegli ci ha imposto e noi ti serviremo». [5]Rispose loro: «Ritiratevi per tre giorni; poi tornerete da me». Il popolo se ne andó. [6]Il re Roboamo si consiglió con gli anziani, che erano stati al servizio di Salomone suo padre durante la sua vita, domandando: «Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo?». [7]Gli dissero: «Se oggi ti mostrerai arrendevole verso questo popolo, se darai loro soddisfazione, se dirai loro parole gentili, essi saranno tuoi servi per sempre». [8]Ma egli trascuró il consiglio che gli anziani gli avevano dato e si consultó con giovani che erano cresciuti con lui ed erano al suo servizio. [9]Domandó loro: «Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo che mi ha chiesto di alleggerire il giogo imposto loro da mio padre?». [10]I giovani che erano cresciuti con lui gli dissero: «Così risponderai a questo popolo, che ti ha chiesto: Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, tu alleggeriscilo! così dirai loro: Il mio mignolo è più grosso dei fianchi di mio padre. [11]Ora, se mio padre vi caricó di un giogo pesante, io renderó ancora più grave il vostro giogo; mio padre vi castigó con fruste, io vi castigheró con flagelli».

[12]Quando Geroboamo e tutto il popolo si presentarono a Roboamo il terzo giorno, come il re aveva ordinato affermando: «Ritornate da me il terzo giorno», [13]il re rispose duramente al popolo respingendo il consiglio degli anziani; [14]egli disse loro secondo il consiglio dei giovani: «Mio padre vi ha imposto un giogo pesante; io renderó ancora più grave il vostro giogo. Mio padre vi ha castigati con fruste, io vi castigheró con flagelli». [15]Il re non ascoltó il popolo; ció accadde per disposizione del Signore, perché si attuasse la parola che il Signore aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebàt, per mezzo di Achia di Silo. [16]Quando compresero che il re non dava loro ascolto, tutti gli Israeliti risposero al re:

«Che parte abbiamo con Davide?
Non abbiamo eredità con il figlio di Iesse!
Alle tue tende, Israele!
Ora pensa alla tua casa, Davide!».

Israele andó alle sue tende. [17]Sugli Israeliti che abitavano nelle città di Giuda regnó Roboamo.

[18]Il re Roboamo mandó Adoniram, che era sovrintendente ai lavori forzati, ma tutti gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Allora il re Roboamo salì in fretta sul carro per fuggire in Gerusalemme. [19]Israele si ribelló alla casa di Davide fino ad oggi.

Lo scisma politico

[20]Quando tutto Israele seppe che era tornato Geroboamo, lo mandarono a chiamare perché partecipasse all'assemblea; lo proclamarono re di tutto Israele. Nessuno seguì la casa di Davide, se non la tribù di Giuda.

[21]Roboamo, giunto in Gerusalemme, convocó tutta la casa di Giuda e la tribù di Beniamino, centottantamila guerrieri scelti, per combattere contro Israele e per restituire il regno a Roboamo, figlio di Salomone. [22]Ma il Signore disse a Semeia, uomo di Dio: [23]«Riferisci a Roboamo figlio di Salomone, re di Giuda, a tutta la casa di Giuda e di Beniamino e al resto del popolo: [24]Dice il Signore: Non marciate per combattere contro i vostri fratelli israeliti; ognuno ritorni a casa, perché questa situazione è stata voluta da me». Ascoltarono la parola del Signore e tornarono indietro come aveva ordinato loro il Signore.

[25]Geroboamo fortificó Sichem sulle montagne di Efraim e vi pose la residenza. Uscito di lì, fortificó Penuèl.

Lo scisma religioso

[26]Geroboamo pensó: «In questa situazione il regno potrebbe tornare alla casa di Davide. [27]Se questo popolo verrà a Gerusalemme per compiervi sacrifici nel tempio, il cuore di questo popolo si rivolgerà verso il suo signore, verso Roboamo re di Giuda; mi uccideranno e ritorneranno da Roboamo, re di Giuda». [28]Consigliatosi, il re preparó due vitelli d'oro e disse al popolo: «Siete andati troppo a Gerusalemme! Ecco, Israele, il tuo dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto». [29]Ne collocó uno a Betel e l'altro lo pose in Dan. [30]Questo fatto portó al peccato; il popolo, infatti, andava sino a Dan per prostrarsi davanti a uno di quelli.

[31]Egli edificó templi sulle alture e costituì sacerdoti, presi qua e là dal popolo, i quali non erano discendenti di Levi. [32]Geroboamo istituì una festa nell'ottavo mese, il quindici del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda. Egli stesso salì sull'altare; così fece a Betel per sacrificare ai vitelli che aveva eretti; a Betel stabilì sacerdoti dei templi da lui eretti sulle alture. [33]Il quindici dell'ottavo mese salì sull'altare che aveva eretto a Betel; istituì una festa per gli Israeliti e salì sull'altare per offrire incenso.

Re 1 - Capitolo 13

Distruzione dell'altare di Betel

[1]Un uomo di Dio, per comando del Signore, si portó da Giuda a Betel, mentre Geroboamo stava sull'altare per offrire incenso. [2]Per comando del Signore, quegli gridó verso l'altare: «Altare, altare, così dice il Signore: Ecco nascerà un figlio nella casa di Davide, chiamato Giosia, il quale immolerà su di te i sacerdoti delle alture che hanno offerto incenso su di te, e brucerà su di te ossa umane». [3]E ne diede una prova, dicendo: «Questa è la prova che il Signore parla: ecco l'altare si spaccherà e si spanderà la cenere che vi è sopra». [4]Appena sentì il messaggio che l'uomo di Dio aveva proferito contro l'altare di Betel, il re Geroboamo tese la mano dall'altare dicendo: «Afferratelo!». Ma la sua mano, tesa contro di quello, gli si paralizzó e non la potè ritirare a sé. [5]L'altare si spaccó e si sparse la cenere dell'altare secondo il segno dato dall'uomo di Dio per comando del Signore. [6]Presa la parola, il re disse all'uomo di Dio: «Placa il volto del Signore tuo Dio e prega per me perché mi sia resa la mia mano». L'uomo di Dio placó il volto del Signore e la mano del re tornó come era prima. [7]All'uomo di Dio il re disse: «Vieni a casa con me per rinfrancarti; ti daró un regalo». [8]L'uomo di Dio rispose al re: «Anche se mi dessi metà della tua casa, non verrei con te e non mangerei né berrei nulla in questo luogo, [9]perché mi è stato ordinato per comando del Signore: Non mangiare e non bere nulla e non tornare per la strada percorsa nell'andata». [10]Se ne andó per un'altra strada e non tornó per quella che aveva percorsa venendo a Betel.

L'uomo di Dio e il profeta

[11]Ora viveva a Betel un vecchio profeta, al quale i figli andarono a riferire quanto aveva fatto quel giorno l'uomo di Dio a Betel; essi riferirono al loro padre anche le parole che quegli aveva dette al re. [12]Il vecchio profeta domandó loro: «Quale via ha preso?». I suoi figli gli indicarono la via presa dall'uomo di Dio, che era venuto da Giuda. [13]Ed egli disse ai suoi figli: «Sellatemi l'asino!». Gli sellarono l'asino ed egli vi montó sopra [14]per inseguire l'uomo di Dio che trovó seduto sotto una quercia. Gli domandó: «Sei tu l'uomo di Dio, venuto da Giuda?». Rispose: «Sono io». [15]L'altro gli disse: «Vieni a casa con me per mangiare qualcosa». [16]Egli rispose: «Non posso venire con te né mangiare o bere nulla in questo luogo, [17]perché ho ricevuto questo comando per ordine del Signore: Non mangiare e non bere là nulla e non ritornare per la strada percorsa nell'andata». [18]Quegli disse: «Anch'io sono profeta come te; ora un angelo mi ha detto per ordine di Dio: Fallo tornare con te nella tua casa, perché mangi e beva qualcosa». Egli mentiva a costui, [19]che ritornó con lui, mangió e bevve nella sua casa.

[20]Mentre essi stavano seduti a tavola, il Signore parló al profeta che aveva fatto tornare indietro l'altro [21]ed egli gridó all'uomo di Dio che era venuto da Giuda: «Così dice il Signore: Poiché ti sei ribellato all'ordine del Signore, non hai ascoltato il comando che ti ha dato il Signore tuo Dio, [22]sei tornato indietro, hai mangiato e bevuto in questo luogo, sebbene ti fosse stato prescritto di non mangiarvi o bervi nulla, il tuo cadavere non entrerà nel sepolcro dei tuoi padri». [23]Dopo che ebbero mangiato e bevuto, l'altro selló l'asino per il profeta che aveva fatto ritornare [24]e quegli partì. Un leone lo trovó per strada e l'uccise; il suo cadavere rimase steso sulla strada, mentre l'asino se ne stava là vicino e anche il leone stava vicino al cadavere. [25]Ora alcuni passanti videro il cadavere steso sulla strada e il leone che se ne stava vicino al cadavere. Essi andarono e divulgarono il fatto nella città ove dimorava il vecchio profeta. [26]Avendolo saputo, il profeta che l'aveva fatto ritornare dalla strada disse: «Quello è un uomo di Dio, che si è ribellato all'ordine del Signore; per questo il Signore l'ha consegnato al leone, che l'ha abbattuto e ucciso secondo la parola comunicatagli dal Signore». [27]Egli aggiunse ai figli: «Sellatemi l'asino». Quando l'asino fu sellato, [28]egli andó e trovó il cadavere di lui steso sulla strada con l'asino e il leone accanto. Il leone non aveva mangiato il cadavere né sbranato l'asino. [29]Il profeta prese il cadavere dell'uomo di Dio, lo sistemó sull'asino e se lo portó nella città dove abitava, per piangerlo e seppellirlo. [30]Depose il cadavere nel proprio sepolcro e fece il lamento su di lui: «Ohimè, fratello mio!». [31]Dopo averlo sepolto, disse ai figli: «Alla mia morte mi seppellirete nel sepolcro in cui è stato sepolto l'uomo di Dio; porrete le mie ossa vicino alle sue, [32]poiché certo si avvererà la parola che egli gridó, per ordine del Signore, contro l'altare di Betel e contro tutti i santuari delle alture che sono nelle città di Samaria».

[33]Dopo questo fatto, Geroboamo non si convertì dalla sua condotta perversa. Egli continuó a prendere qua e là dal popolo i sacerdoti delle alture e a chiunque lo desiderasse dava l'investitura e quegli diveniva sacerdote delle alture. [34]Tale condotta costituì, per la casa di Geroboamo, il peccato che ne provocó la distruzione e lo sterminio dalla terra.

Re 1 - Capitolo 14

IV. I DUE REGNI FINO A ELIA

Seguito del regno di Geroboamo I (931-910)

[1]In quel tempo si ammaló Abia, figlio di Geroboamo. [2]Geroboamo disse alla moglie: «Alzati, cambia vestito perché non si sappia che tu sei la moglie di Geroboamo e và a Silo. Là c'è il profeta Achia, colui che mi disse che avrei regnato su questo popolo. [3]Prendi con te dieci pani, focacce e un vaso di miele; và da lui. Egli ti rivelerà che cosa avverrà del ragazzo». [4]La moglie di Geroboamo fece così. Si alzó, andó in Silo ed entró nella casa di Achia, il quale non poteva vedere, perché i suoi occhi erano offuscati per la vecchiaia.

[5]Il Signore aveva detto ad Achia: «Ecco, la moglie di Geroboamo viene per chiederti un oracolo sul figlio, che è malato; tu le dirai questo e questo. Arriva travestita». [6]Appena Achia sentì il rumore dei piedi di lei che arrivava alla porta, disse: «Entra, moglie di Geroboamo. Perché ti sei travestita così? Io ho per te cattive notizie. [7]Su, riferisci a Geroboamo: Dice il Signore, Dio di Israele: Io ti ho innalzato dalla turba del popolo costituendoti capo del popolo di Israele, [8]ho strappato il regno dalla casa di Davide e l'ho consegnato a te. Ma tu non ti sei comportato come il mio servo Davide, che osservó i miei comandi e mi seguì con tutto il cuore, facendo solo quanto è giusto davanti ai miei occhi, [9]anzi hai agito peggio di tutti i tuoi predecessori e sei andato a fabbricarti altri dei e immagini fuse per provocarmi, mentre hai gettato me dietro alle tue spalle. [10]Per questo, ecco, manderó la sventura sulla casa di Geroboamo, distruggeró nella casa di Geroboamo ogni maschio, schiavo o libero in Israele, e spazzeró la casa di Geroboamo come si spazza lo sterco fino alla sua totale scomparsa. [11]I cani divoreranno quanti della casa di Geroboamo moriranno in città; quelli morti in campagna li divoreranno gli uccelli dell'aria, perché il Signore ha parlato. [12]Ma tu alzati, torna a casa; quando i tuoi piedi raggiungeranno la città, il bambino morirà. [13]Ne faranno il lamento tutti gli Israeliti e lo seppelliranno, perché soltanto costui della famiglia di Geroboamo entrerà in un sepolcro, perché in lui solo si è trovato qualcosa di buono da parte del Signore Dio di Israele nella famiglia di Geroboamo. [14]Il Signore stabilirà su Israele un suo re, che distruggerà la famiglia di Geroboamo. [15]Inoltre il Signore percuoterà Israele, il cui agitarsi sarà simile all'agitarsi di una canna sull'acqua. Eliminerà Israele da questo ottimo paese da lui dato ai loro padri e li disperderà oltre il fiume perché si sono eretti i loro pali sacri, provocando così il Signore. [16]Il Signore abbandonerà Israele a causa dei peccati di Geroboamo, commessi da lui e fatti commettere a Israele».

[17]La moglie di Geroboamo si alzó e se ne andó a Tirza. Proprio mentre essa entrava nella soglia di casa, il giovinetto morì. [18]Lo seppellirono e tutto Israele ne fece il lamento, secondo la parola del Signore comunicata per mezzo del suo servo, il profeta Achia.

[19]Le altre gesta di Geroboamo, le sue guerre e il suo regno, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [20]La durata del regno di Geroboamo fu di ventidue anni; egli si addormentó con i suoi padri e gli succedette nel regno Nadàb suo figlio.

Regno di Roboamo (931-913)

[21]Roboamo, figlio di Salomone, regnó in Giuda. Aveva quarantun anni quando divenne re; regnó diciassette anni in Gerusalemme, città scelta dal Signore fra tutte le tribù di Israele per collocarvi il suo nome. Sua madre, ammonita, si chiamava Naama. [22]Giuda fece ció che è male agli occhi del Signore; essi provocarono il Signore a gelosia più di quanto non l'avessero fatto tutti i loro padri, con i loro peccati. [23]Anch'essi si costruirono alture, stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero verde. [24]Inoltre nel paese c'erano prostituti sacri, i quali rinnovarono tutti gli abomini dei popoli che il Signore aveva scacciati davanti agli Israeliti.

[25]Nell'anno quinto del re Roboamo, il re di Egitto, Sisach, assalì Gerusalemme. [26]Costui depredó i tesori del tempio e vuotó la reggia dei suoi tesori. Prese anche gli scudi d'oro fatti da Salomone. [27]Roboamo li sostituì con scudi di bronzo, che affidó agli ufficiali delle guardie addette alle porte della reggia. [28]Ogni volta che il re andava nel tempio, le guardie li prendevano, poi li riportavano nella sala delle guardie.

[29]Le altre gesta di Roboamo, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [30]Ci fu guerra continua fra Roboamo e Geroboamo. [31]Roboamo si addormentó con i suoi padri e fu sepolto nella città di Davide. Al suo posto divenne re suo figlio Abiam.

Re 1 - Capitolo 15

Regno di Abiam in Giuda (913-911)

[1]Nell'anno diciottesimo del re Geroboamo, figlio di Nebàt, divenne re su Giuda Abiam. [2]Egli regnó tre anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Maaca, figlia di Assalonne. [3]Egli imitó tutti i peccati che suo padre aveva commessi prima di lui; il suo cuore non fu sottomesso al Signore suo Dio, come lo era stato il cuore di Davide suo antenato. [4]Ma, per amore di Davide, il Signore suo Dio gli concesse una lampada in Gerusalemme, innalzandone il figlio dopo di lui e rendendo stabile Gerusalemme, [5]perché Davide aveva fatto ció che è giusto agli occhi del Signore e non aveva traviato dai comandi che il Signore gli aveva impartiti, durante tutta la sua vita, se si eccettua il caso di Uria l'Hittita.

[6]Le altre gesta di Abiam, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [7]Ci fu guerra fra Abiam e Geroboamo. [8]Abiam si addormentó con i suoi padri; lo seppellirono nella città di Davide e al suo posto divenne re suo figlio Asa.

Regno di Asa in Giuda (911-870)

[9]Nell'anno ventesimo di Geroboamo, re di Israele, divenne re su Giuda Asa. [10]Costui regnó quarantun anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Maaca, figlia di Assalonne. [11]Asa, come Davide suo antenato, fece ció che è giusto agli occhi del Signore. [12]Eliminó i prostituti sacri dal paese e allontanó tutti gli idoli eretti da suo padre. [13]Anche sua madre Maaca egli privó della dignità di regina madre, perché essa aveva eretto un obbrobrio in onore di Asera; Asa abbattè l'obbrobrio e lo brució nella valle del torrente Cedron. [14]Ma non scomparvero le alture, anche se il cuore di Asa si mantenne integro nei riguardi del Signore per tutta la sua vita. [15]Fece portare nel tempio le offerte consacrate da suo padre e quelle consacrate da lui stesso, consistenti in argento, oro e vasi.

[16]Ci fu guerra fra Asa e Baasa, re di Israele, per tutta la loro vita. [17]Baasa, re di Israele, assalì Giuda; egli fortificó Rama per impedire le comunicazioni con Asa re di Giuda. [18]Asa prese tutto l'argento e l'oro depositato nei tesori del tempio e nei tesori della reggia, li consegnó ai suoi ministri, che li portarono per ordine del re Asa a Ben-Hadàd, figlio di Tab-Rimmón, figlio di Chezion, re d'Aram, che risiedeva in Damasco, con la proposta: [19]«Ci sia un'alleanza fra me e te, come ci fu fra mio padre e tuo padre. Ecco ti mando un dono d'argento e d'oro. Su, rompi la tua alleanza con Baasa, re di Israele, sì che egli si ritiri da me». [20]Ben-Hadàd ascoltó il re Asa; mandó contro le città di Israele i capi delle sue forze armate, occupó Iion, Dan, Abel-Bet-Maaca e l'intera regione di Genèsaret, compreso tutto il territorio di Nèftali. [21]Quando lo seppe, Baasa smise di fortificare Rama e tornó in Tirza. [22]Allora il re Asa convocó tutti quelli di Giuda, senza esclusione alcuna; costoro presero da Rama le pietre e il legname che Baasa aveva usato per le costruzioni. Con tale materiale il re Asa fortificó Gheba di Beniamino e Mizpà.

[23]Le altre gesta di Asa, tutte le sue prodezze e tutte le sue azioni, le città che egli edificó, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. Egli nella sua vecchiaia ebbe la podàgra. [24]Asa si addormentó con i suoi padri; fu sepolto nella città di Davide suo antenato e al suo posto divenne re suo figlio Giósafat.

Regno di Nadàb in Israele (910-909)

[25]Nadàb, figlio di Geroboamo, divenne re d'Israele nell'anno secondo di Asa, re di Giuda, e regnó su Israele tre anni. [26]Egli fece ció che è male agli occhi del Signore, imitando la condotta di suo padre e il peccato che questi aveva fatto commettere a Israele. [27]Contro di lui congiuró Baasa figlio di Achia, della casa di Issacar, e lo assassinó in Ghibbeton che apparteneva ai Filistei, mentre Nadàb e tutto Israele assediavano Ghibbeton. [28]Baasa lo uccise nell'anno terzo di Asa re di Giuda, e divenne re al suo posto. [29]Appena divenuto re, egli distrusse tutta la famiglia di Geroboamo: non lasció vivo nessuno di quella stirpe, ma la distrusse tutta, secondo la parola del Signore pronunziata per mezzo del suo servo Achia di Silo, [30]a causa dei peccati di Geroboamo, commessi da lui e fatti commettere a Israele, e a causa dello sdegno a cui aveva provocato il Signore Dio di Israele.

[31]Le altre gesta di Nadàb e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [32]Ci fu guerra fra Asa e Baasa, re di Israele, per tutta la loro vita.((16))

Regno di Baasa in Israele (909-886)

[33]Nell'anno terzo di Asa, re di Giuda, Baasa, figlio di Achia, divenne re d'Israele in Tirza. Regnó ventiquattro anni. [34]Fece ció che è male agli occhi del Signore, imitando la condotta di Geroboamo e il peccato che questi aveva fatto commettere a Israele.

Re 1 - Capitolo 16

[1]La parola del Signore fu rivolta a Ieu figlio di Canàni contro Baasa: [2]«Io ti ho innalzato dalla polvere e ti ho costituito capo del popolo di Israele, ma tu hai imitato la condotta di Geroboamo e hai fatto peccare Israele mio popolo fino a provocarmi con i loro peccati. [3]Ecco, io spazzeró Baasa e la sua casa e renderó la tua casa come la casa di Geroboamo figlio di Nebàt. [4]I cani divoreranno quanti della casa di Baasa moriranno in città; quelli morti in campagna li divoreranno gli uccelli dell'aria».

[5]Le altre gesta di Baasa, le sue azioni e le sue prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [6]Baasa si addormentó con i suoi padri e fu sepolto in Tirza e al suo posto regnó suo figlio Ela.

[7]Attraverso il profeta Ieu figlio di Canàni la parola del Signore fu rivolta a Baasa e alla sua casa. Dio condannó Baasa per tutto il male che aveva commesso agli occhi del Signore, irritandolo con le sue opere, tanto che la sua casa era diventata come quella di Geroboamo, e perché egli aveva sterminato quella famiglia.

Regno di Ela in Israele (886-885)

[8]Nell'anno ventiseiesimo di Asa re di Giuda, su Israele in Tirza divenne re Ela figlio di Baasa; regnó due anni. [9]Contro di lui congiuró un suo ufficiale, Zimri, capo di una metà dei carri. Mentre quegli, in Tirza, beveva e si ubriacava nella casa di Arza, maggiordomo in Tirza, [10]arrivó Zimri, lo sconfisse, l'uccise nell'anno ventisettesimo di Asa, re di Giuda, e regnó al suo posto. [11]Quando divenne re, appena seduto sul suo trono, distrusse tutta la famiglia di Baasa; non lasció sopravvivere alcun maschio fra i suoi parenti e amici. [12]Zimri distrusse tutta la famiglia di Baasa secondo la parola che il Signore aveva rivolta contro Baasa per mezzo del profeta Ieu, [13]a causa di tutti i peccati di Baasa e dei peccati di Ela suo figlio, di quelli commessi da loro e di quelli fatti commettere a Israele, irritando con le loro vanità il Signore Dio di Israele.

[14]Le altre gesta di Ela e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.

Regno di Zimri in Israele (885)

[15]Nell'anno ventisettesimo di Asa re di Giuda, Zimri divenne re per sette giorni in Tirza, mentre il popolo era accampato contro Ghibbeton, che apparteneva ai Filistei. [16]Quando il popolo accampato colà venne a sapere che Zimri si era ribellato e aveva ucciso il re, tutto Israele in quello stesso giorno, nell'accampamento, proclamó re di Israele Omri, capo dell'esercito. [17]Omri e tutto Israele, abbandonata Ghibbeton, andarono a Tirza. [18]Quando vide che era stata presa la città, Zimri entró nella fortezza della reggia, incendió il palazzo e così morì bruciato. [19]Ció avvenne a causa del peccato che egli aveva commesso compiendo ció che è male agli occhi del Signore, imitando la condotta di Geroboamo e il peccato con cui aveva fatto peccare Israele.

[20]Le altre gesta di Zimri e la congiura da lui organizzata sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.

[21]Allora il popolo di Israele si divise in due parti. Una metà parteggiava per Tibni, figlio di Ghinat, con il proposito di proclamarlo re; l'altra metà parteggiava per Omri. [22]Il partito di Omri prevalse su quello di Tibni figlio di Ghinat. Tibni morì e Omri divenne re.

Regno di Omri in Israele (885-874)

[23]Nell'anno trentunesimo di Asa re di Giuda, divenne re di Israele Omri. Regnó dodici anni, di cui sei in Tirza. [24]Poi acquistó il monte Someron da Semer per due talenti d'argento. Costruì sul monte e chiamó la città che ivi edificó Samaria dal nome di Semer, proprietario del monte. [25]Omri fece ció che è male agli occhi del Signore, peggio di tutti i suoi predecessori. [26]Imitó in tutto la condotta di Geroboamo, figlio di Nebàt, e i peccati che quegli aveva fatto commettere a Israele, provocando con le loro vanità a sdegno il Signore, Dio di Israele.

[27]Le altre gesta di Omri, tutte le sue azioni e le sue prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [28]Omri si addormentó con i suoi padri e fu sepolto in Samaria. Al suo posto divenne re suo figlio Acab.

Introduzione al regno di Acab (874-853)

[29]Acab figlio di Omri divenne re su Israele nell'anno trentottesimo di Asa re di Giuda. Acab figlio di Omri regnó su Israele in Samaria ventidue anni. [30]Acab figlio di Omri fece ció che è male agli occhi del Signore, peggio di tutti i suoi predecessori. [31]Non gli bastó imitare il peccato di Geroboamo figlio di Nebàt; ma prese anche in moglie Gezabele figlia di Et-Bàal, re di quelli di Sidone, e si mise a servire Baal e a prostrarsi davanti a lui. [32]Eresse un altare a Baal nel tempio di Baal, che egli aveva costruito in Samaria. [33]Acab eresse anche un palo sacro e compì ancora altre cose irritando il Signore Dio di Israele, più di tutti i re di Israele suoi predecessori.

[34]Nei suoi giorni Chiel di Betel ricostruì Gerico; gettó le fondamenta sopra Abiram suo primogenito e ne innalzó le porte sopra Segub suo ultimogenito, secondo la parola pronunziata dal Signore per mezzo di Giosuè, figlio di Nun.

Re 1 - Capitolo 17

V. IL CICLO DI ELIA

1. LA GRANDE SICCITA'

[1]Elia, il Tisbita, uno degli abitanti di Gàlaad, disse ad Acab: «Per la vita del Signore, Dio di Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo diró io».

Al torrente Cherit

[2]A lui fu rivolta questa parola del Signore: [3]«Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. [4]Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo». [5]Egli eseguì l'ordine del Signore; andó a stabilirsi sul torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. [6]I corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera; egli beveva al torrente.

A Zarepta. Il miracolo della farina e dell'olio

[7]Dopo alcuni giorni il torrente si seccó, perché non pioveva sulla regione. [8]Il Signore parló a lui e disse:

[9]«Alzati, và in Zarepta di Sidóne e ivi stabilisciti. Ecco io ho dato ordine a una vedova di là per il tuo cibo». [10]Egli si alzó e andó a Zarepta. Entrato nella porta della città, ecco una vedova raccoglieva la legna. La chiamó e le disse: «Prendimi un pó d'acqua in un vaso perché io possa bere». [11]Mentre quella andava a prenderla, le gridó: «Prendimi anche un pezzo di pane». [12]Quella rispose: «Per la vita del Signore tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un pó di olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andró a cuocerla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». [13]Elia le disse: «Non temere; su, fà come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, [14]poiché dice il Signore: La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra». [15]Quella andó e fece come aveva detto Elia. Mangiarono essa, lui e il figlio di lei per diversi giorni. [16]La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunziata per mezzo di Elia.

La resurrezione del figlio della vedova

[17]In seguito il figlio della padrona di casa si ammaló. La sua malattia era molto grave, tanto che rimase senza respiro. [18]Essa allora disse a Elia: «Che c'è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia iniquità e per uccidermi il figlio?». [19]Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portó al piano di sopra, dove abitava, e lo stese sul letto. [20]Quindi invocó il Signore: «Signore mio Dio, forse farai del male a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». [21]Si distese tre volte sul bambino e invocó il Signore: «Signore Dio mio, l'anima del fanciullo torni nel suo corpo». [22]Il Signore ascoltó il grido di Elia; l'anima del bambino tornó nel suo corpo e quegli riprese a vivere. [23]Elia prese il bambino, lo portó al piano terreno e lo consegnó alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». [24]La donna disse a Elia: «Ora so che tu sei uomo di Dio e che la vera parola del Signore è sulla tua bocca».

Re 1 - Capitolo 18

L'incontro di Elia e di Abdia

[1]Dopo molto tempo, il Signore disse a Elia, nell'anno terzo: «Su, mostrati ad Acab; io concederó la pioggia alla terra». [2]Elia andó a farsi vedere da Acab.

In Samaria c'era una grande carestia. [3]Acab convocó Abdia maggiordomo. Abdia temeva molto Dio; [4]quando Gezabele uccideva i profeti del Signore, Abdia prese cento profeti e ne nascose cinquanta alla volta in una caverna e procuró loro pane e acqua. [5]Acab disse ad Abdia: «Và nel paese verso tutte le sorgenti e tutti i torrenti della regione; forse troveremo erba per tenere in vita cavalli e muli e non dovremo uccidere una parte del bestiame». [6]Si divisero la regione da percorrere; Acab andó per una strada e Abdia per un'altra.

[7]Mentre Abdia era in cammino, ecco farglisi incontro Elia. Quegli lo riconobbe e si prostró con la faccia a terra dicendo: «Non sei tu il mio signore Elia?». [8]Gli rispose: «Lo sono; su, dì al tuo padrone: C'è qui Elia». [9]Quegli disse: «Che male ho fatto perché tu consegni il tuo servo ad Acab perché egli mi uccida? [10]Per la vita del Signore tuo Dio, non esiste un popolo o un regno in cui il mio padrone non abbia mandato a cercarti. Se gli rispondevano: Non c'è! egli faceva giurare il popolo o il regno di non averti trovato. [11]Ora tu dici: Su, dì al tuo signore: C'è qui Elia! [12]Appena saró partito da te, lo spirito del Signore ti porterà in un luogo a me ignoto. Se io vado a riferirlo ad Acab egli, non trovandoti, mi ucciderà; ora il tuo servo teme il Signore fin dalla sua giovinezza. [13]Non ti hanno forse riferito, mio signore, ció che ho fatto quando Gezabele sterminava tutti i profeti del Signore, come io nascosi cento profeti, cinquanta alla volta, in una caverna e procurai loro pane e acqua? [14]E ora tu comandi: Su, dì al tuo signore: C'è qui Elia? Egli mi ucciderà». [15]Elia rispose: «Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, oggi stesso io mi mostreró a lui».

Elia e Acab

[16]Abdia andó incontro ad Acab e gli riferì la cosa. Acab si diresse verso Elia. [17]Appena lo vide, Acab disse a Elia: «Sei tu la rovina di Israele!». [18]Quegli rispose: «Io non rovino Israele, ma piuttosto tu insieme con la tua famiglia, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito Baal. [19]Su, con un ordine raduna tutto Israele presso di me sul monte Carmelo insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele».

Il sacrificio del Carmelo

[20]Acab convocó tutti gli Israeliti e radunó i profeti sul monte Carmelo. [21]Elia si accostó a tutto il popolo e disse: «Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!». Il popolo non gli rispose nulla. [22]Elia aggiunse al popolo: «Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. [23]Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io prepareró l'altro giovenco e lo porró sulla legna senza appiccarvi il fuoco. [24]Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocheró quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!». Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!».

[25]Elia disse ai profeti di Baal: «Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, ma senza appiccare il fuoco». [26]Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: «Baal, rispondici!». Ma non si sentiva un alito, né una risposta. Quelli continuavano a saltare intorno all'altare che avevano eretto. [27]Essendo gia mezzogiorno, Elia cominció a beffarsi di loro dicendo: «Gridate con voce più alta, perché egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà». [28]Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. [29]Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione.

[30]Elia disse a tutto il popolo: «Avvicinatevi!». Tutti si avvicinarono. Si sistemó di nuovo l'altare del Signore che era stato demolito. [31]Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: «Israele sarà il tuo nome». [32]Con le pietre eresse un altare al Signore; scavó intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme. [33]Dispose la legna, squartó il giovenco e lo pose sulla legna. [34]Quindi disse: «Riempite quattro brocche d'acqua e versatele sull'olocausto e sulla legna!». Ed essi lo fecero. Egli disse: «Fatelo di nuovo!». Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: «Per la terza volta!». Lo fecero per la terza volta. [35]L'acqua scorreva intorno all'altare; anche il canaletto si riempì d'acqua. [36]Al momento dell'offerta si avvicinó il profeta Elia e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. [37]Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!». [38]Cadde il fuoco del Signore e consumó l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. [39]A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!». [40]Elia disse loro: «Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!». Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannó.

La fine della siccità

[41]Elia disse ad Acab: «Su, mangia e bevi, perché sento un rumore di pioggia torrenziale». [42]Acab andó a mangiare e a bere. Elia si recó alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia. [43]Quindi disse al suo ragazzo: «Vieni qui, guarda verso il mare». Quegli andó, guardó e disse. «Non c'è nulla!». Elia disse: «Tornaci ancora per sette volte». [44]La settima volta riferì: «Ecco, una nuvoletta, come una mano d'uomo, sale dal mare». Elia gli disse: «Và a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!». [45]Subito il cielo si oscuró per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto. Acab montó sul carro e se ne andó a Izrèel. [46]La mano del Signore fu sopra Elia che, cintosi i fianchi, corse davanti ad Acab finché giunse a Izrèel.

Re 1 - Capitolo 19

2. ELIA SULL'OREB

In cammino verso l'Oreb

[1]Acab riferì a Gezabele ció che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. [2]Gezabele invió un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dei mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest'ora non avró reso te come uno di quelli». [3]Elia, impaurito, si alzó e se ne andó per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo. [4]Egli si inoltró nel deserto una giornata di cammino e andó a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». [5]Si coricó e si addormentó sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccó e gli disse: «Alzati e mangia!». [6]Egli guardó e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangió e bevve, quindi tornó a coricarsi. [7]Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccó e gli disse: «Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». [8]Si alzó, mangió e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminó per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

L'incontro con Dio

[9]Ivi entró in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». [10]Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». [11]Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passó. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. [12]Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. [13]Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermó all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». [14]Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita».

[15]Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram. [16]Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto. [17]Se uno scamperà dalla spada di Hazaèl, lo ucciderà Ieu; se uno scamperà dalla spada di Ieu, lo ucciderà Eliseo. [18]Io poi mi sono risparmiato in Israele settemila persone, quanti non hanno piegato le ginocchia a Baal e quanti non l'hanno baciato con la bocca.

La chiamata di Eliseo

[19]Partito di lì, Elia incontró Eliseo figlio di Safàt. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il decimosecondo. Elia, passandogli vicino, gli gettó addosso il suo mantello. [20]Quegli lasció i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andró a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguiró». Elia disse: «Và e torna, perché sai bene che cosa ho fatto di te». [21]Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con gli attrezzi per arare ne fece cuocere la carne e la diede alla gente, perché la mangiasse. Quindi si alzó e seguì Elia, entrando al suo servizio.

Re 1 - Capitolo 20

3. GUERRE ARAMEE

Assedio di Samaria

[1]Ben-Hadàd, re di Aram, radunó tutto il suo esercito; con lui c'erano trentadue re con cavalli e carri. Egli marció contro Samaria per cingerla d'assedio ed espugnarla. [2]Invió messaggeri in città ad Acab, re di Israele, [3]per dirgli: «Dice Ben-Hadàd: Il tuo argento e il tuo oro appartiene a me e le tue donne e i tuoi figli minori sono per me». [4]Il re di Israele rispose: «Sia come dici tu, signore re; io e quanto ho siamo tuoi». [5]Ma i messaggeri tornarono di nuovo e dissero: «Dice Ben-Hadàd, il quale ci manda a te: Mi consegnerai il tuo argento, il tuo oro, le tue donne e i tuoi figli. [6]Domani, dunque, a quest'ora, manderó i miei servi che perquisiranno la tua casa e le case dei tuoi servi; essi prenderanno e asporteranno quanto sarà prezioso ai loro occhi». [7]Il re di Israele convocó tutti gli anziani della regione, ai quali disse: «Sappiate e vedete come costui ci voglia far del male. Difatti mi ha mandato a chiedere anche le mie donne e i miei figli, dopo che io non gli avevo rifiutato il mio argento e il mio oro». [8]Tutti gli anziani e tutto il popolo dissero: «Non ascoltarlo e non consentire!». [9]Egli disse ai messaggeri di Ben-Hadàd: «Dite al re vostro signore: Quanto hai imposto prima al tuo servo lo faró, ma la nuova richiesta non posso soddisfarla». I messaggeri andarono a riferire la risposta. [10]Ben-Hadàd allora gli mandó a dire: «Gli dei mi facciano questo e anche di peggio, se la polvere di Samaria basterà per riempire il pugno di coloro che mi seguono». [11]Il re di Israele rispose: «Riferitegli: Chi cinge le armi non si vanti come chi le depone». [12]Nell'udire questa risposta - egli stava insieme con i re a bere sotto le tende - disse ai suoi ufficiali: «Circondate la città!». Ed essi la circondarono.

Vittoria israelita

[13]Ed ecco un profeta si avvicinó ad Acab, re di Israele, per dirgli: «Così dice il Signore: Vedi tutta questa moltitudine immensa? Ebbene oggi la metto in tuo potere; saprai che io sono il Signore». [14]Acab disse: «Per mezzo di chi?». Quegli rispose: «Così dice il Signore: Per mezzo dei giovani dei capi delle province». Domandó: «Chi attaccherà la battaglia?». Rispose: «Tu!». [15]Acab ispezionó i giovani dei capi delle province; erano duecentotrentadue. Dopo di loro ispezionó tutto il popolo, tutti gli Israeliti: erano settemila. [16]A mezzogiorno fecero una sortita. Ben-Hadàd stava bevendo sotto le tende insieme con i trentadue re suoi alleati. [17]Per primi uscirono i giovani dei capi delle province. Fu mandato ad avvertire Ben-Hadàd: «Alcuni uomini sono usciti da Samaria!». [18]Quegli disse: «Se sono usciti con intenzioni pacifiche, catturateli vivi; se sono usciti per combattere, catturateli ugualmente vivi». [19]Usciti dunque quelli dalla città, cioè i giovani dei capi delle province e l'esercito che li seguiva, [20]ognuno di loro uccise chi gli si fece davanti. Gli Aramei fuggirono, inseguiti da Israele. Ben-Hadàd, re di Aram, scampó a cavallo insieme con alcuni cavalieri. [21]Uscì quindi il re di Israele, che si impadronì dei cavalli e dei carri e inflisse ad Aram una grande sconfitta.

Intermezzo

[22]Allora il profeta si avvicinó al re di Israele e gli disse: «Su, sii forte; sappi e vedi quanto dovrai fare, perché l'anno prossimo il re di Aram muoverà contro di te».

[23]Ma i servi del re di Aram dissero a lui: «Il loro Dio è un Dio dei monti; per questo ci sono stati superiori; forse se li attaccassimo in pianura, saremmo superiori a loro. [24]Eseguisci questo progetto: ritira i re, ognuno dal suo luogo, e sostituiscili con governatori. [25]Tu prepara un esercito come quello che hai perduto: cavalli come quei cavalli e carri come quei carri; quindi li attaccheremo in pianura e senza dubbio li batteremo». Egli ascoltó la loro proposta e agì in tal modo.

Vittoria di Afek

[26]L'anno dopo, Ben-Hadàd ispezionó gli Aramei, quindi andó ad Afek per attaccare gli Israeliti. [27]Gli Israeliti, organizzati e approvvigionati, mossero loro incontro, accampandosi di fronte; sembravano due greggi di capre, mentre gli Aramei inondavano il paese.

[28]Un uomo di Dio si avvicinó al re d'Israele e gli disse: «Così dice il Signore: Poiché gli Aramei hanno affermato: Il Signore è Dio dei monti e non Dio delle valli, io metteró in tuo potere tutta questa moltitudine immensa; così saprai che io sono il Signore». [29]Per sette giorni stettero accampati gli uni di fronte agli altri. Al settimo giorno si attaccó battaglia. Gli Israeliti in un giorno uccisero centomila fanti aramei. [30]I superstiti fuggirono in Afek, nella città, le cui mura caddero sui ventisettemila superstiti.

Ben-Hadàd fuggì; entrato in una casa, per nascondersi passava da una stanza all'altra. [31]I suoi ministri gli dissero: «Ecco, abbiamo sentito che i re di Israele sono re clementi. Indossiamo sacchi ai fianchi e mettiamoci corde sulla testa e usciamo incontro al re di Israele. Forse ti lascerà in vita». [32]Si legarono sacchi ai fianchi e corde sulla testa, quindi si presentarono al re di Israele e dissero: «Il tuo servo Ben-Hadàd dice: Su, lasciami in vita!». Quegli domandó: «E' ancora vivo? Egli è mio fratello!». [33]Gli uomini vi scorsero un buon auspicio, si affrettarono a cercarne una conferma da lui. Dissero: «Ben-Hadàd è tuo fratello!». Quegli soggiunse: «Andate a prenderlo». Ben-Hadàd si recó da lui, che lo fece salire sul carro. [34]Ben-Hadàd gli disse: «Restituiró le città che mio padre ha prese a tuo padre; tu potrai disporre di mercati in Damasco come mio padre ne aveva in Samaria». Ed egli: «Io a questo patto ti lasceró andare». E concluse con lui l'alleanza e lo lasció andare.

Un profeta condanna la condotta di Acab

[35]Allora uno dei figli dei profeti disse al compagno per ordine del Signore: «Picchiami!». L'uomo si rifiutó di picchiarlo. [36]Quegli disse: «Poiché non hai obbedito alla voce del Signore, appena ti sarai separato da me, un leone ti ucciderà». Mentre si allontanava, incontró un leone che l'uccise. [37]Quegli, incontrato un altro uomo, gli disse: «Picchiami!». E quegli lo percosse a sangue. [38]Il profeta andó ad attendere il re sulla strada, dopo essersi reso irriconoscibile con una benda agli occhi. [39]Quando passó il re, gli gridó: «Il tuo servo era nel cuore della battaglia, quando un uomo si staccó e mi portó un individuo dicendomi: Fà la guardia a quest'uomo! Se ti scappa, la tua vita pagherà per la sua oppure dovrai sborsare un talento d'argento. [40]Mentre il tuo servo era occupato qua e là, quegli scomparve». Il re di Israele disse a lui: «La tua condanna è giusta; l'hai proferita tu stesso!». [41]Ma quegli immediatamente si tolse la benda dagli occhi e il re di Israele riconobbe che era uno dei profeti. [42]Costui gli disse: «Così dice il Signore: Perché hai lasciato andare libero quell'uomo da me votato allo sterminio, la tua vita pagherà per la sua, il tuo popolo per il suo popolo». [43]Il re di Israele se ne andó a casa amareggiato e irritato ed entró in Samaria.

Re 1 - Capitolo 21

4. LA VIGNA DI NABOT

Nabot rifiuta di cedere la sua vigna

[1]In seguito avvenne il seguente episodio. Nabot di Izreèl possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab re di Samaria. [2]Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; siccome è vicina alla mia casa, ne farei un orto. In cambio ti daró una vigna migliore oppure, se preferisci, te la pagheró in denaro al prezzo che vale». [3]Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri».

Acab e Gezabele

[4]Acab se ne andó a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederó l'eredità dei miei padri». Si coricó sul letto, si giró verso la parete e non volle mangiare. [5]Entró da lui la moglie Gezabele e gli domandó: «Perché mai il tuo spirito è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?». [6]Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: Cedimi la tua vigna per denaro o, se preferisci, te la cambieró con un'altra vigna ed egli mi ha risposto: Non cederó la mia vigna!». [7]Allora sua moglie Gezabele gli disse: «Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la daró io la vigna di Nabot di Izreèl!».

Assassinio di Nabot

[8]Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigilló con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai capi, che abitavano nella città di Nabot. [9]Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in prima fila tra il popolo. [10]Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l'accusino: Hai maledetto Dio e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia». [11]Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i capi che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedite. [12]Bandirono il digiuno e fecero sedere Nabot in prima fila tra il popolo. [13]Vennero due uomini iniqui, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo uccisero lapidandolo. [14]Quindi mandarono a dire a Gezabele: «Nabot è stato lapidato ed è morto». [15]Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, disse ad Acab: «Su, impadronisciti della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di vendertela, perché Nabot non vive più, è morto». [16]Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderla in possesso.

Elia pronuncia la condanna divina

[17]Allora il Signore disse a Elia il Tisbita: [18]«Su, recati da Acab, re di Israele, che abita in Samaria; ecco è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderla in possesso. [19]Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi! Per questo dice il Signore: Nel punto ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue». [20]Acab disse a Elia: «Mi hai dunque colto in fallo, o mio nemico!». Quegli soggiunse: «Sì, perché ti sei venduto per fare ció che è male agli occhi del Signore. [21]Ecco ti faró piombare addosso una sciagura; ti spazzeró via. Stermineró, nella casa di Acab, ogni maschio, schiavo o libero in Israele. [22]Renderó la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebàt, e come la casa di Baasa, figlio di Achia, perché tu mi hai irritato e hai fatto peccare Israele. [23]Riguardo poi a Gezabele il Signore dice: I cani divoreranno Gezabele nel campo di Izreèl. [24]Quanti della famiglia di Acab moriranno in città li divoreranno i cani; quanti moriranno in campagna li divoreranno gli uccelli dell'aria».

[25]In realtà nessuno si è mai venduto a fare il male agli occhi del Signore come Acab, istigato dalla propria moglie Gezabele. [26]Commise molti abomini, seguendo gli idoli, come avevano fatto gli Amorrei, che il Signore aveva distrutto davanti ai figli d'Israele.

Pentimento di Acab

[27]Quando sentì tali parole, Acab si strappó le vesti, indossó un sacco sulla carne e digiunó; si coricava con il sacco e camminava a testa bassa. [28]Il Signore disse a Elia, il Tisbita: [29]«Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato davanti a me, non faró piombare la sciagura durante la sua vita, ma la faró scendere sulla sua casa durante la vita del figlio».

Re 1 - Capitolo 22

5. NUOVA GUERRA ARAMEA

Acab decide una spedizione a Ramot di Gàlaad

[1]Trascorsero tre anni senza guerra fra Aram e Israele. [2]Nel terzo anno Giósafat re di Giuda fece visita al re di Israele. [3]Ora il re di Israele aveva detto ai suoi ufficiali: «Non sapete che Ramot di Gàlaad è nostra? Eppure noi ce ne stiamo inerti, senza riprenderla dalle mani di Aram». [4]Disse a Giósafat: «Verresti con me a combattere per Ramot di Gàlaad?». Giósafat rispose al re di Israele: «Conta su di me come su te stesso, sul mio popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi».

I falsi profeti predicono il successo

[5]Giósafat disse al re di Israele: «Consulta oggi stesso la parola del Signore». [6]Il re di Israele radunó i profeti, in numero di circa quattrocento, e domandó loro: «Devo muovere contro Ramot di Gàlaad oppure devo rinunziarvi?». Risposero: «Attaccala; il Signore la metterà nelle mani del re». [7]Giósafat disse: «Non c'è più nessun altro profeta del Signore da consultare?». [8]Il re di Israele rispose a Giósafat: «Ci sarebbe ancora un uomo, attraverso il quale si potrebbe consultare il Signore, ma io lo detesto perché non mi predice altro che male, mai qualcosa di buono. Si tratta di Michea, figlio di Imla». Giósafat disse: «Il re non parli così!». [9]Il re di Israele, chiamato un eunuco, gli ordinó: «Convoca subito Michea, figlio di Imla».

[10]Il re di Israele e Giósafat re di Giuda sedevano ognuno sul suo trono, vestiti dei loro mantelli, nell'aia di fronte alla porta di Samaria; tutti i profeti predicevano davanti a loro. [11]Sedecìa, figlio di Chenaana, che si era fatte corna di ferro, affermava: «Dice il Signore: Con queste cozzerai contro gli Aramei fino al loro sterminio». [12]Tutti i profeti predicevano allo stesso modo: «Assali Ramot di Gàlaad, riuscirai. Il Signore la metterà nelle mani del re».

Il profeta Michea predice la disfatta

[13]Il messaggero, che era andato a chiamare Michea, gli disse: «Ecco, le parole dei profeti sono concordi nel predire il successo del re; ora la tua parola sia identica alla loro; preannunzia il successo». [14]Michea rispose: «Per la vita del Signore, comunicheró quanto il Signore mi dirà». [15]Si presentó al re che gli domandó: «Michea, dobbiamo muovere contro Ramot di Gàlaad oppure dobbiamo rinunziarvi?». Gli rispose: «Attaccala, riuscirai; il Signore la metterà nelle mani del re». [16]Il re gli disse: «Quante volte ti devo scongiurare di non dirmi se non la verità nel nome del Signore?». [17]Quegli disse:

«Vedo tutti gli Israeliti
vagare sui monti
come pecore senza pastore.

Il Signore dice: Non hanno padroni; ognuno torni a casa in pace».

[18]Il re di Israele disse a Giósafat: «Non te l'avevo forse detto che non mi avrebbe profetizzato nulla di buono, ma solo il male?». [19]Michea disse: «Per questo, ascolta la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l'esercito del cielo gli stava intorno, a destra e a sinistra. [20]Il Signore ha domandato: Chi ingannerà Acab perché muova contro Ramot di Gàlaad e vi perisca? Chi ha risposto in un modo e chi in un altro. [21]Si è fatto avanti uno spirito che - postosi davanti al Signore - ha detto: Lo inganneró io. Il Signore gli ha domandato: Come? [22]Ha risposto: Andró e diventeró spirito di menzogna sulla bocca di tutti i suoi profeti. Quegli ha detto: Lo ingannerai senz'altro; ci riuscirai; và e fà così. [23]Ecco, dunque, il Signore ha messo uno spirito di menzogna sulla bocca di tutti questi tuoi profeti; ma il Signore a tuo riguardo preannunzia una sciagura».

[24]Allora Sedecìa, figlio di Chenaana, si avvicinó e percosse Michea sulla guancia dicendo: «Per quale via lo spirito del Signore è passato quando è uscito da me per parlare a te?». [25]Michea rispose: «Ecco, lo vedrai quando passerai di stanza in stanza per nasconderti». [26]Il re di Israele disse: «Prendi Michea e conducilo da Amon governatore della città e da Ioas figlio del re. [27]Dirai loro: Il re ordina: Mettetelo in prigione e mantenetelo con il minimo indispensabile di pane e di acqua finché torneró sano e salvo». [28]Michea disse: «Se tornerai in pace, il Signore non ha parlato per mio mezzo».

Morte di Acab a Ramot di Gàlaad

[29]Il re di Israele marció, insieme con Giósafat re di Giuda, contro Ramot di Gàlaad. [30]Il re di Israele disse a Giósafat: «Io per combattere mi travestiró: tu resta con i tuoi abiti». Il re di Israele si travestì ed entró in battaglia. [31]Il re di Aram aveva ordinato ai capi dei suoi carri - erano trentadue -: «Non combattete contro nessuno, piccolo o grande, se non contro il re di Israele». [32]Appena videro Giósafat, i capi dei carri dissero: «Certo, questi è il re di Israele». Si volsero contro di lui per investirlo. Giósafat lanció un grido [33]e allora i capi dei carri si accorsero che egli non era il re di Israele e si allontanarono da lui.

[34]Ma un uomo tese a caso l'arco e colpì il re di Israele fra le maglie dell'armatura e la corazza. Il re disse al suo cocchiere: «Gira, portami fuori della mischia, perché sono ferito». [35]La battaglia infurió per tutto quel giorno; il re se ne stava sul suo carro di fronte agli Aramei. Alla sera morì; il sangue della sua ferita era colato sul fondo del carro. [36]Al tramonto un grido si diffuse per l'accampamento: «Ognuno alla sua città e ognuno alla sua tenda! [37]Il re è morto!». Lo portarono in Samaria e là lo seppellirono. [38]Il carro fu lavato nella piscina di Samaria dove si lavavano le prostitute e i cani leccarono il suo sangue, secondo la parola pronunziata dal Signore.

6. DOPO LA MORTE DI ACAB

Conclusione del regno di Acab

[39]Le altre gesta di Acab, tutte le sue azioni, la costruzione della casa d'avorio e delle città da lui erette, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele. [40]Acab si addormentó con i suoi padri. Al suo posto divenne re suo figlio Acazia.

Regno di Giósafat in Giuda (870-848)

[41]Giósafat figlio di Asa divenne re su Giuda l'anno quarto di Acab, re di Israele. [42]Quando divenne re, Giósafat aveva trentacinque anni; regnó venticinque anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Azuba figlia di Silchi. [43]Imitó in tutto la condotta di Asa suo padre, senza deviazioni, facendo ció che è giusto agli occhi del Signore. [44]Ma non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incenso sulle alture. [45]Giósafat fu in pace con il re di Israele.

[46]Le altre gesta di Giósafat, le prodezze compiute da lui e le sue guerre sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. [47]Egli spazzó via dalla regione il resto dei prostituti sacri, che esistevano al tempo di suo padre Asa.

[48]Allora non c'era re in Edom; lo sostituiva un governatore. [49]Giósafat costruì navi di Tarsis per andare a cercare l'oro in Ofir; ma non ci andó, perché le navi si sfasciarono in Ezion-Gheber. [50]Allora Acazia, figlio di Acab, disse a Giósafat: «I miei servi si uniscano ai tuoi per costituire gli equipaggi delle navi». Ma Giósafat non accettó.

[51]Giósafat si addormentó con i suoi padri, con i quali fu sepolto nella città di Davide suo antenato e al suo posto divenne re suo figlio Ioram.

Il re Acazia di Israele (853-852) e il profeta Elia

[52]Acazia, figlio di Acab, divenne re d'Israele in Samaria nell'anno diciassette di Giósafat, re di Giuda; regnó due anni su Israele. [53]Fece ció che è male agli occhi del Signore; imitó la condotta di suo padre, quella di sua madre e quella di Geroboamo, figlio di Nebàt, che aveva fatto peccare Israele. [54]Veneró Baal e si prostró davanti a lui irritando il Signore, Dio di Israele, proprio come aveva fatto suo padre.

La Bibbia