Samuele 2 - Capitolo 1

Davide apprende la morte di Saul

[1]Dopo la morte di Saul, Davide tornó dalla strage degli Amaleciti e rimase in Ziklàg due giorni. [2]Al terzo giorno ecco arrivare un uomo dal campo di Saul con la veste stracciata e col capo cosparso di polvere. Appena giunto presso Davide, cadde a terra e si prostró. [3]Davide gli chiese: «Da dove vieni?». Rispose: «Sono fuggito dal campo d'Israele». [4]Davide gli domandó: «Come sono andate le cose? Su, raccontami!». Rispose: «E' successo che il popolo è fuggito nel corso della battaglia, molti del popolo sono caduti e sono morti; anche Saul e suo figlio Giónata sono morti». [5]Davide chiese ancora al giovane che gli portava le notizie: «Come sai che sono morti Saul e suo figlio Giónata?». [6]Il giovane che recava la notizia rispose: «Ero venuto per caso sul monte Gelboe ed ecco vidi Saul appoggiato alla lancia e serrato tra carri e cavalieri. [7]Egli si volse indietro, mi vide e mi chiamó vicino. Dissi: Eccomi! [8]Mi chiese: Chi sei tu? Gli risposi: Sono un Amalecita. [9]Mi disse: Gettati contro di me e uccidimi: io sento le vertigini, ma la vita è ancora tutta in me. [10]Io gli fui sopra e lo uccisi, perché capivo che non sarebbe sopravvissuto alla sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e la catenella che aveva al braccio e li ho portati qui al mio signore».

[11]Davide afferró le sue vesti e le stracció; così fecero tutti gli uomini che erano con lui. [12]Essi alzarono gemiti e pianti e digiunarono fino a sera per Saul e Giónata suo figlio, per il popolo del Signore e per la casa d'Israele, perché erano caduti colpiti di spada. [13]Davide chiese poi al giovane che aveva portato la notizia: «Di dove sei tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero amalecita». [14]Davide gli disse allora: «Come non hai provato timore nello stendere la mano per uccidere il consacrato del Signore?». [15]Davide chiamó uno dei suoi giovani e gli disse: «Accostati e ammazzalo». Egli lo colpì subito e quegli morì. [16]Davide gridó a lui: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo. Attesta contro di te la tua bocca che ha detto: Io ho ucciso il consacrato del Signore!».

Elegia di Davide su Saul e Gionata

[17]Allora Davide intonó questo lamento su Saul e suo figlio Giónata [18]e ordinó che fosse insegnato ai figli di Giuda. Ecco, si trova scritto nel Libro del Giusto:

[19]«Il tuo vanto, Israele,
sulle tue alture giace trafitto!
Perché sono caduti gli eroi?
[20]Non fatelo sapere in Gat,
non l'annunziate per le vie di Ascalon,
non ne faccian festa le figlie dei Filistei,
non ne esultino le figlie dei non circoncisi!
[21]O monti di Gelboe, non più rugiada né pioggia su
di voi
né campi di primizie,
perché qui fu avvilito lo scudo degli eroi,
lo scudo di Saul, non unto di olio,
[22]ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi.
L'arco di Giónata non tornó mai indietro,
la spada di Saul non tornava mai a vuoto.
[23]Saul e Giónata, amabili e gentili,
né in vita né in morte furon divisi;
erano più veloci delle aquile,
più forti dei leoni.
[24]Figlie d'Israele, piangete su Saul,
che vi vestiva di porpora e di delizie,
che appendeva gioielli d'oro sulle vostre vesti.
[25]Perché son caduti gli eroi
in mezzo alla battaglia?
Giónata, per la tua morte sento dolore,
[26]l'angoscia mi stringe per te,
fratello mio Giónata!
Tu mi eri molto caro;
la tua amicizia era per me preziosa
più che amore di donna.
[27]Perché son caduti gli eroi,
son periti quei fulmini di guerra?».

Samuele 2 - Capitolo 2

IV. DAVIDE

1. DAVIDE RE DI GIUDA

Consacrazione di Davide e messaggio agli uomini di Iabes

[1]Dopo questi fatti, Davide consultó il Signore dicendo: «Devo andare in qualcuna delle città di Giuda?». Il Signore gli rispose: «Và!». Chiese ancora Davide: «Dove andró?». Rispose: «A Ebron». [2]Davide dunque andó là con le sue due mogli, Achinoàm di Izreèl e Abigail, gia moglie di Nabal da Carmel. [3]Davide portó con sé anche i suoi uomini, ognuno con la sua famiglia, e abitarono nella città di Ebron. [4]Vennero allora gli uomini di Giuda e qui unsero Davide re sulla casa di Giuda.

Come fu noto a Davide che gli uomini di Iabes di Gàlaad avevano sepolto Saul, [5]Davide invió messaggeri agli uomini di Iabes di Gàlaad per dir loro: «Benedetti voi dal Signore, perché avete fatto quest'opera di misericordia al vostro Signore, a Saul, e gli avete dato sepoltura. [6]Vi renda dunque il Signore misericordia e fedeltà. Anch'io faró a voi del bene perché avete compiuto quest'opera. [7]Ora riprendano coraggio le vostre mani e siate uomini forti. E' morto Saul vostro signore, ma quelli della tribù di Giuda hanno unto me come re sopra di loro».

Abner impone Is-Bàal come re di Israele

[8]Intanto Abner figlio di Ner, capo dell'esercito di Saul, prese Is-Bàal, figlio di Saul e lo condusse a Macanàim. [9]Poi lo costituì re su Gàlaad, sugli Asuriti, su Izreèl, su Efraim e su Beniamino, cioè su tutto Israele. [10]Is-Bàal, figlio di Saul, aveva quarant'anni quando fu fatto re di Israele e regnó due anni. Solo la casa di Giuda seguiva Davide. [11]Il periodo di tempo durante il quale Davide fu re di Ebron fu di sette anni e sei mesi.

Guerra tra Giuda e Israele, Battaglia di Gàbaon

[12]Abner figlio di Ner e i ministri di Is-Bàal, figlio di Saul, si mossero da Macanàim verso Gàbaon. [13]Anche Ioab, figlio di Zeruià, e i seguaci di Davide si mossero e li incontrarono presso la piscina di Gàbaon. Questi stavano presso la piscina da una parte e quelli dall'altra parte. [14]Abner gridó a Ioab: «Potrebbero alzarsi i giovani e scontrarsi davanti a noi». Ioab rispose: «Si alzino pure». [15]Si alzarono e sfilarono in rassegna: dodici dalla parte di Beniamino e di Is-Bàal figlio di Saul e dodici tra i seguaci di Davide. [16]Ciascuno afferró la testa dell'avversario e gli cacció la spada nel fianco: così caddero tutti insieme e quel luogo fu chiamato Campo dei Fianchi, che si trova in Gàbaon.

[17]La battaglia divenne in quel giorno molto dura e furono sconfitti Abner e gli Israeliti dai seguaci di Davide. [18]Vi erano là tre figli di Zeruià, Ioab, Abisài e Asaèl. Asaèl era veloce nella corsa come una gazzella selvatica. [19]Asaèl si era messo ad inseguire Abner e non deviava né a destra né a sinistra nell'inseguire Abner. [20]Abner si volse indietro e gli gridó: «Tu sei Asaèl?». Rispose: «Sì». [21]Abner aggiunse: «Volgiti a destra o a sinistra, afferra qualcuno dei giovani e porta via le sue spoglie». Ma Asaèl non volle cessare di inseguirlo. [22]Abner tornó a dirgli: «Smetti di inseguirmi. Perché vuoi che ti stenda a terra? Come potró alzare lo sguardo verso Ioab tuo fratello?». [23]Ma siccome quegli non voleva saperne di ritirarsi, lo colpì con la punta della lancia al basso ventre, così che la lancia gli uscì di dietro ed egli cadde sul posto. Allora quanti arrivarono al luogo dove Asaèl era caduto e morto si fermarono. [24]Ma Ioab e Abisài inseguirono Abner, finché, al tramonto del sole, essi giunsero alla collina di Ammà, di fronte a Ghiach, sulla strada del deserto di Gàbaon.

[25]I Beniaminiti si radunarono dietro Abner formando un gruppo compatto e si fermarono in cima ad una collina. [26]Allora Abner gridó a Ioab: «Dovrà continuare per sempre la spada a divorare? Non sai che alla fine sarà una sventura? Quando finalmente darai ordine alla truppa di cessare l'inseguimento dei loro fratelli?». [27]Rispose Ioab: «Per la vita di Dio, se tu non avessi parlato così, nessuno della truppa avrebbe cessato fino al mattino di inseguire il proprio fratello». [28]Allora Ioab fece suonare la tromba e tutta la truppa si fermó e non inseguì più Israele e non combattè più. [29]Abner e i suoi uomini marciarono per l'Araba tutta quella notte; passarono il Giordano, camminarono tutta la mattinata e arrivarono a Macanàim. [30]Ioab, tornato dall'inseguimento di Abner, radunó tutta la truppa. Degli uomini di Davide ne mancavano diciannove oltre Asaèl. [31]Ma i servi di Davide avevano colpito e ucciso trecentosessanta uomini tra i Beniaminiti e la gente di Abner. [32]Essi presero Asaèl e lo seppellirono nel sepolcro di suo padre, che è in Betlemme. Ioab e i suoi uomini marciarono tutta la notte; spuntava il giorno quando furono in Ebron.

Samuele 2 - Capitolo 3

[1]La guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide si protrasse a lungo. Davide con l'andar del tempo si faceva più forte, mentre la casa di Saul andava indebolendosi.

Figli di Davide nati a Ebron

[2]In Ebron nacquero a Davide dei figli e furono: il maggiore Amnón, nato da Achinoàm di Izreèl; [3]il secondo Kileàb, da Abigail gia moglie di Nabal da Carmel; il terzo Assalonne, nato da Maaca, figlia di Talmài re di Ghesùr; [4]il quarto Adonìa nato da Agghìt; il quinto Sefatìa, figlio di Abitàl; [5]il sesto Itreàm, nato da Eglà moglie di Davide. Questi nacquero a Davide in Ebron.

Rottura tra Abner e Is-Bàal

[6]Mentre durava la lotta tra la casa di Saul e quella di Davide, Abner era diventato potente nella casa di Saul. [7]Saul aveva avuto una concubina chiamata Rizpà figlia di Aià. Ora Is-Bàal disse ad Abner: «Perché ti sei unito alla concubina di mio padre?». [8]Abner si adiró molto per le parole di Is-Bàal e disse: «Sono io una testa di cane, di quelli di Giuda? Fino ad oggi ho usato benevolenza alla casa di Saul tuo padre, favorendo i suoi fratelli e i suoi amici, e non ti ho fatto cadere nelle mani di Davide; oggi tu mi rimproveri una colpa di donna. [9]Tanto faccia Dio ad Abner e anche peggio, se io non faró per Davide ció che il Signore gli ha giurato: [10]trasferire cioè il regno dalla casa di Saul e stabilire il trono di Davide su Israele e su Giuda, da Dan fino a Bersabea». [11]Quegli non fu capace di rispondere una parola ad Abner, perché aveva paura di lui.

Abner tratta con Davide

[12]Abner invió subito messaggeri a Davide per dirgli: «A chi il paese?». Intendeva dire: «Fà alleanza con me ed ecco, la mia mano sarà con te per ricondurre a te tutto Israele». [13]Rispose: «Bene! Io faró alleanza con te. Peró ho una cosa da chiederti ed è questa: non verrai alla mia presenza, se prima non mi condurrai davanti Mikal figlia di Saul, quando verrai a vedere il mio volto». [14]Davide spedì messaggeri a Is-Bàal, figlio di Saul, intimandogli: «Restituisci mia moglie Mikal, che feci mia sposa al prezzo di cento membri di Filistei». [15]Is-Bàal mandó incaricati a toglierla al suo marito, Paltiel figlio di Lais. [16]Suo marito la seguì, camminando e piangendo dietro di lei fino a Bacurim. Poi Abner gli disse: «Torna indietro!» e quegli tornó.

[17]Intanto Abner rivolse questo discorso agli anziani d'Israele: «Da tempo voi ricercate Davide come vostro re. [18]Ora mettetevi al lavoro, perché il Signore ha detto e confermato a Davide: Per mezzo di Davide mio servo libereró Israele mio popolo dalle mani dei Filistei e dalle mani di tutti i suoi nemici». [19]Abner ebbe colloqui anche con gli uomini di Beniamino. Poi Abner tornó solo da Davide in Ebron a riferirgli quanto era stato approvato da Israele e da tutta la casa di Beniamino. [20]Abner venne dunque a Davide in Ebron con venti uomini e Davide fece servire un banchetto ad Abner e ai suoi uomini. [21]Abner disse poi a Davide: «Sono pronto! Vado a radunare tutto Israele intorno al re mio signore. Essi faranno alleanza con te e regnerai su quanto tu desideri». Davide congedó poi Abner, che partì in pace.

Assassinio di Abner

[22]Ed ecco, gli uomini di Davide e Ioab tornavano da una scorreria e portavano con sé grande bottino. Abner non era più con Davide in Ebron, perché questi lo aveva congedato, ed egli era partito in pace. [23]Quando arrivarono Ioab e la sua truppa, fu riferito a Ioab: «E' venuto dal re Abner figlio di Ner ed egli l'ha congedato e se n'è andato in pace». [24]Ioab si presentó al re e gli disse: «Che hai fatto? Ecco, è venuto Abner da te; perché l'hai congedato ed egli se n'è andato? [25]Non sai chi è Abner figlio di Ner? E' venuto per ingannarti, per conoscere le tue mosse, per sapere ció che fai».

[26]Ioab si allontanó da Davide e mandó messaggeri dietro Abner e lo fece tornare indietro dalla cisterna di Sira, senza che Davide lo sapesse. [27]Abner tornó a Ebron e Ioab lo prese in disparte in mezzo alla porta, come per parlargli in privato, e qui lo colpì al basso ventre e lo uccise, per vendicare il sangue di Asaèl suo fratello. [28]Davide seppe più tardi la cosa e protestó: «Sono innocente io e il mio regno per sempre davanti al Signore del sangue di Abner figlio di Ner. [29]Ricada sulla testa di Ioab e su tutta la casa di suo padre. Nella casa di Ioab non manchi mai chi soffra gonorrea o sia colpito da lebbra o maneggi il fuso, chi cada di spada o chi sia senza pane». [30]Ioab e suo fratello Abisài avevano trucidato Abner, perché aveva ucciso Asaèl loro fratello a Gàbaon in battaglia. [31]Davide disse a Ioab e a tutta la gente che era con lui: «Stracciatevi le vesti, vestitevi di sacco e fate lutto davanti ad Abner». Anche il re Davide seguiva la bara. [32]Seppellirono Abner in Ebron e il re levó la sua voce e pianse davanti al sepolcro di Abner; pianse tutto il popolo. [33]Il re intonó un lamento funebre su Abner e disse:

«Come muore un insensato,
doveva dunque Abner morire?
[34]Le tue mani non erano state legate,
i tuoi piedi non erano stati stretti in catene!
Sei caduto come si cade
davanti ai malfattori!».

Tutto il popolo riprese a piangere su di lui. [35]Tutto il popolo venne a invitare Davide perché prendesse cibo, mentre era ancora giorno; ma Davide giuró: «Tanto mi faccia Dio e anche di peggio, se io gusteró pane o qualsiasi altra cosa prima del tramonto del sole». [36]Tutto il popolo notó la cosa e la trovó giusta; quanto fece il re ebbe l'approvazione del popolo intero. [37]Tutto il popolo, cioè tutto Israele, fu convinto in quel giorno che la morte di Abner figlio di Ner non era stata provocata dal re. [38]Disse ancora il re ai suoi ministri: «Sappiate che oggi è caduto un capo, un grande in Israele. Io, oggi, mi sono comportato dolcemente, sebbene gia consacrato re, mentre questi uomini, i figli di Zeruià, sono stati più duri di me. Provveda il Signore a trattare il malvagio secondo la sua malvagità».

Samuele 2 - Capitolo 4

Assassinio di Is-Bàal

[1]Quando il figlio di Saul seppe della morte di Abner in Ebron, gli cascarono le braccia e tutto Israele si sentì scoraggiato. [2]Il figlio di Saul aveva due uomini, capi di bande, chiamati l'uno Baanà e il secondo Recàb, figli di Rimmón da Beerót, della tribù di Beniamino, perché anche Beerót era computata fra le città di Beniamino. [3]I Beerotiti si erano rifugiati a Ghittàim e vi sono rimasti come forestieri fino ad oggi.

[4]Giónata, figlio di Saul, aveva un figlio storpio di ambedue i piedi. Egli aveva cinque anni, quando giunsero da Izreèl le notizie circa i fatti di Saul e di Giónata. La nutrice l'aveva preso ed era fuggita, ma nella fretta della fuga il bambino era caduto e rimasto storpio. Si chiamava Merib-Bàal.

[5]Si mossero dunque i figli di Rimmón il Beerotita, Recàb e Baanà, e vennero nell'ora più calda del giorno alla casa di Is-Bàal mentre egli stava facendo la siesta. [6]Or ecco, la portinaia della casa, mentre mondava il grano, si era assopita e dormiva: perció Recàb e Baanà suo fratello, poterono introdursi inosservati. [7]Entrarono dunque in casa, mentre egli giaceva sul suo letto e riposava; lo colpirono, l'uccisero e gli tagliarono la testa; poi, portando via la testa di lui, presero la via dell'Araba, camminando tutta la notte. [8]Portarono la testa di Is-Bàal a Davide in Ebron e dissero al re: «Ecco la testa di Is-Bàal figlio di Saul, tuo nemico, che cercava la tua vita. Oggi il Signore ha concesso al re mio signore la vendetta contro Saul e la sua discendenza». [9]Ma Davide rispose a Recàb e a Baanà suo fratello, figli di Rimmón il Beerotita: «Per la vita del Signore che mi ha liberato da ogni angoscia: [10]se ho preso e ucciso in Ziklàg colui che mi annunziava: Ecco è morto Saul, credendo di portarmi una lieta notizia, per cui dovessi io dargli un compenso, [11]ora che uomini iniqui hanno ucciso un giusto in casa mentre dormiva, non dovró a maggior ragione chiedere conto del suo sangue alle vostre mani ed eliminarvi dalla terra?». [12]Davide diede ordine ai suoi giovani; questi li uccisero, tagliarono loro le mani e i piedi e li appesero presso la piscina di Ebron. Presero poi il capo di Is-Bàal e lo seppellirono nel sepolcro di Abner in Ebron.

Samuele 2 - Capitolo 5

2. DAVIDE RE DI GIUDA E DI ISRAELE

Davide consacrato re di Israele

[1]Vennero allora tutte le tribù d'Israele da Davide in Ebron e gli dissero: «Ecco noi ci consideriamo come tue ossa e tua carne. [2]Gia prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: Tu pascerai Israele mio popolo, tu sarai capo in Israele». [3]Vennero dunque tutti gli anziani d'Israele dal re in Ebron e il re Davide fece alleanza con loro in Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re sopra Israele. [4]Davide aveva trent'anni quando fu fatto re e regnó quarant'anni. [5]Regnó in Ebron su Giuda sette anni e sei mesi e in Gerusalemme regnó quarantatrè anni su tutto Israele e su Giuda.

Presa di Gerusalemme

[6]Il re e i suoi uomini mossero verso Gerusalemme contro i Gebusei che abitavano in quel paese. Costoro dissero a Davide: «Non entrerai qui: basteranno i ciechi e gli zoppi a respingerti», per dire: «Davide non potrà entrare qui». [7]Ma Davide prese la rocca di Sion, cioè la città di Davide. [8]Davide proclamó in quel giorno: «Chiunque colpirà i Gebusei e li raggiungerà attraverso il canale... Quanto ai ciechi e agli zoppi, sono in odio a Davide». Per questo dicono: «Il cieco e lo zoppo non entreranno nella casa».

[9]Davide abitó nella rocca e la chiamó Città di Davide. Egli vi fece intorno costruzioni, dal Millo verso l'interno. [10]Davide andava sempre crescendo in potenza e il Signore Dio degli eserciti era con lui. [11]Chiram re di Tiró invió a Davide messaggeri con legno di cedro, carpentieri e muratori, i quali costruirono una casa a Davide. [12]Davide seppe allora che il Signore lo confermava re di Israele e innalzava il suo regno per amore di Israele suo popolo.

Figli di Davide a Gerusalemme

[13]Davide prese ancora concubine e mogli di Gerusalemme, dopo il suo arrivo da Ebron: queste generarono a Davide altri figli e figlie. [14]I figli che gli nacquero in Gerusalemme si chiamano Sammùa, Sobàb, Natan e Salomone; [15]Ibcàr, Elisùa, Nèfeg, Iafìa; [16]Elisamà, Eliadà ed Elifèlet.

Vittoria contro i Filistei

[17]Quando i Filistei vennero a sapere che avevano consacrato Davide re d'Israele, salirono tutti per dargli la caccia, ma appena Davide ne fu informato, discese alla fortezza. [18]Vennero i Filistei e si sparsero nella valle di Rèfaim. [19]Davide consultó il Signore chiedendo: «Devo andare contro i Filistei? Li metterai nelle mie mani?». Il Signore rispose a Davide: «Và pure, perché certo metteró i Filistei nelle tue mani». [20]Davide si recó a Baal-Perazìm e là Davide li sconfisse ed esclamó: «Il Signore ha aperto una breccia tra i nemici davanti a me, come una breccia aperta dalle acque». Per questo chiamó quel luogo Baal-Perazìm. [21]I Filistei abbandonarono là i loro dei e Davide e la sua gente li portarono via.

[22]I Filistei salirono poi di nuovo e si sparsero nella valle di Rèfaim. [23]Davide consultó il Signore, il quale gli disse: «Non andare; gira alle loro spalle e piomba su di loro dalla parte dei Balsami. [24]Quando udrai un rumore di passi sulle cime dei Balsami, lanciati subito all'attacco, perché allora il Signore uscirà davanti a te per sconfiggere l'esercito dei Filistei». [25]Davide fece come il Signore gli aveva ordinato e sconfisse i Filistei da Gàbaa fino all'ingresso di Ghezer.

Samuele 2 - Capitolo 6

L'arca di Gerusalemme

[1]Davide radunó di nuovo tutti gli uomini migliori d'Israele, in numero di trentamila. [2]Poi si alzó e partì con tutta la sua gente da Baalà di Giuda, per trasportare di là l'arca di Dio, sulla quale è invocato il nome, il nome del Signore degli eserciti, che siede in essa sui cherubini. [3]Posero l'arca di Dio sopra un carro nuovo e la tolsero dalla casa di Abinadàb che era sul colle; Uzzà e Achìo, figli di Abinadàb, conducevano il carro nuovo: [4]Uzzà stava presso l'arca di Dio e Achìo precedeva l'arca. [5]Davide e tutta la casa d'Israele facevano festa davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, timpani, sistri e cembali. [6]Ma quando furono giunti all'aia di Nacon, Uzzà stese la mano verso l'arca di Dio e vi si appoggió perché i buoi la facevano piegare. [7]L'ira del Signore si accese contro Uzzà; Dio lo percosse per la sua colpa ed egli morì sul posto, presso l'arca di Dio. [8]Davide si rattristó per il fatto che il Signore si era scagliato con impeto contro Uzzà; quel luogo fu chiamato Perez-Uzzà fino ad oggi. [9]Davide in quel giorno ebbe paura del Signore e disse: «Come potrà venire da me l'arca del Signore?». [10]Davide non volle trasferire l'arca del Signore presso di sé nella città di Davide, ma la fece portare in casa di Obed-Edom di Gat. [11]L'arca del Signore rimase tre mesi in casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.

[12]Ma poi fu detto al re Davide: «Il Signore ha benedetto la casa di Obed-Edom e quanto gli appartiene, a causa dell'arca di Dio». Allora Davide andó e trasportó l'arca di Dio dalla casa di Obed-Edom nella città di Davide, con gioia. [13]Quando quelli che portavano l'arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immoló un bue e un ariete grasso. [14]Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Ora Davide era cinto di un efod di lino. [15]Così Davide e tutta la casa d'Israele trasportavano l'arca del Signore con tripudi e a suon di tromba.

[16]Mentre l'arca del Signore entrava nella città di David, Mikal, figlia di Saul, guardó dalla finestra; vedendo il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore, lo disprezzó in cuor suo. [17]Introdussero dunque l'arca del Signore e la collocarono al suo posto, in mezzo alla tenda che Davide aveva piantata per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore. [18]Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti [19]e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d'Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andó, ciascuno a casa sua. [20]Ma quando Davide tornava per benedire la sua famiglia, Mikal figlia di Saul gli uscì incontro e gli disse: «Bell'onore si è fatto oggi il re di Israele a mostrarsi scoperto davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe un uomo da nulla!». [21]Davide rispose a Mikal: «L'ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho fatto festa davanti al Signore. [22]Anzi mi abbasseró anche più di così e mi renderó vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io saró onorato!». [23]Mikal, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte.

Samuele 2 - Capitolo 7

Profezia di Natan

[1]Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato tregua da tutti i suoi nemici all'intorno, [2]disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto una tenda». [3]Natan rispose al re: «Và, fà quanto hai in mente di fare, perché il Signore è con te». [4]Ma quella stessa notte questa parola del Signore fu rivolta a Natan: [5]«Và e riferisci al mio servo Davide: Dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? [6]Ma io non ho abitato in una casa da quando ho fatto uscire gli Israeliti dall'Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione. [7]Finché ho camminato, ora qua, ora là, in mezzo a tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad alcuno dei Giudici, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo Israele: Perché non mi edificate una casa di cedro?

[8]Ora dunque riferirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: Io ti presi dai pascoli, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi il capo d'Israele mio popolo; [9]sono stato con te dovunque sei andato; anche per il futuro distruggeró davanti a te tutti i tuoi nemici e renderó il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. [10]Fisseró un luogo a Israele mio popolo e ve lo pianteró perché abiti in casa sua e non sia più agitato e gli iniqui non lo opprimano come in passato, [11]al tempo in cui avevo stabilito i Giudici sul mio popolo Israele e gli daró riposo liberandolo da tutti i suoi nemici. Te poi il Signore farà grande, poiché una casa farà a te il Signore. [12]Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicureró dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderó stabile il suo regno. [13]Egli edificherà una casa al mio nome e io renderó stabile per sempre il trono del suo regno. [14]Io gli saró padre ed egli mi sarà figlio. Se farà il male, lo castigheró con verga d'uomo e con i colpi che danno i figli d'uomo, [15]ma non ritireró da lui il mio favore, come l'ho ritirato da Saul, che ho rimosso dal trono dinanzi a te. [16]La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre».

[17]Natan parló a Davide con tutte queste parole e secondo questa visione.

Preghiera di Davide

[18]Allora il re Davide andó a presentarsi al Signore e disse: «Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è mai la mia casa, perché tu mi abbia fatto arrivare fino a questo punto? [19]E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, mio Signore: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è come legge dell'uomo, Signore Dio! [20]Che potrebbe dirti di più Davide? Tu conosci il tuo servo, Signore Dio! [21]Per amore della tua parola e secondo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose, manifestandole al tuo servo. [22]Tu sei davvero grande Signore Dio! Nessuno è come te e non vi è altro Dio fuori di te, proprio come abbiamo udito con i nostri orecchi. [23]E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome? In suo favore hai operato cose grandi e tremende, per il tuo paese, per il tuo popolo che ti sei riscattato dall'Egitto, dai popoli e dagli dei. [24]Tu hai stabilito il tuo popolo Israele per essere tuo popolo per sempre; tu, Signore, sei divenuto il suo Dio. [25]Ora, Signore, la parola che hai pronunciata riguardo al tuo servo e alla sua casa, confermala per sempre e fà come hai detto. [26]Allora il tuo nome sarà magnificato per sempre così: Il Signore degli eserciti è il Dio d'Israele! La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te! [27]Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d'Israele, hai fatto una rivelazione al tuo servo e gli hai detto: Io ti edificheró una casa! perció il tuo servo ha trovato l'ardire di rivolgerti questa preghiera. [28]Ora, Signore, tu sei Dio, le tue parole sono verità e hai promesso questo bene al tuo servo. [29]Dègnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sussista sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo sarà benedetta per sempre!».

Samuele 2 - Capitolo 8

Le guerre di Davide

[1]Dopo, Davide sconfisse i Filistei e li sottomise e tolse di mano ai Filistei Gat e le sue dipendenze. [2]Sconfisse anche i Moabiti e, facendoli coricare per terra, li misuró con la corda; ne misuró due corde per farli mettere a morte e una corda intera per lasciarli in vita. I Moabiti divennero sudditi di Davide, a lui tributari. [3]Davide sconfisse anche Hadad-Ezer, figlio di Recób, re di Zobà, mentre egli andava ad estendere il dominio sul fiume Eufrate. [4]Davide gli prese millesettecento combattenti sui carri e ventimila fanti: taglió i garretti a tutte le pariglie di cavalli, riservandone soltanto cento. [5]Quando gli Aramei di Damasco vennero per soccorrere Hadad-Ezer, re di Zobà, Davide ne uccise ventiduemila. [6]Poi Davide stabilì guarnigioni nell'Aram di Damasco e gli Aramei divennero sudditi di Davide e a lui tributari. Il Signore rendeva vittorioso Davide dovunque egli andava. [7]Davide tolse ai servitori di Hadad-Ezer i loro scudi d'oro e li portó a Gerusalemme. [8]Il re Davide prese anche grande quantità di rame a Bètach e a Berotài, città di Hadad-Ezer. [9]Quando Toù, re di Amat, seppe che Davide aveva sconfitto tutto l'esercito di Hadad-Ezer, [10]mandó al re Davide suo figlio Adduràm per salutarlo e per benedirlo perché aveva mosso guerra a Hadad-Ezer e l'aveva sconfitto; infatti Hadad-Ezer era sempre in guerra con Toù. Adduràm gli portó vasi d'argento, vasi d'oro e vasi di rame. [11]Il re Davide consacró anche quelli al Signore, come gia aveva consacrato l'argento e l'oro tolto alle nazioni che aveva soggiogate, [12]agli Aramei, ai Moabiti, agli Ammoniti, ai Filistei, agli Amaleciti, e come aveva fatto del bottino di Hadad-Ezer figlio di Recób, re di Zobà. [13]Al ritorno dalla sua vittoria sugli Aramei, Davide acquistó ancora fama, sconfiggendo nella Valle del Sale diciottomila Idumei. [14]Stabilì guarnigioni in Idumea; ne mise per tutta l'Idumea e tutti gli Idumei divennero sudditi di Davide; il Signore rendeva vittorioso Davide dovunque egli andava.

L'ammministrazione del regno

[15]Davide regnó su tutto Israele e pronunziava giudizi e faceva giustizia a tutto il suo popolo. [16]Ioab figlio di Zeruià comandava l'esercito; Giosafat figlio di Achilùd era archivista; [17]Zadók figlio di Achitùb e Achimèlech figlio di Ebiatàr erano sacerdoti; Seraià era segretario, [18]Benaià, figlio di Ioiadà, era capo dei Cretei e dei Peletei e i figli di Davide erano ministri.

Samuele 2 - Capitolo 9

3. LA FAMIGLIA DI DAVIDE E GLI INTRIGHI PER LA SUCCESSIONE

A. Merib-Bàal

Bontà di Davide verso il figlio di Gionata

[1]Davide disse: «E' forse rimasto qualcuno della casa di Saul, a cui io possa fare del bene a causa di Giónata?». [2]Ora vi era un servo della casa di Saul, chiamato Zibà, che fu fatto venire presso Davide. Il re gli chiese: «Sei tu Zibà?». Quegli rispose: «Sì». [3]Il re gli disse: «Non c'è più nessuno della casa di Saul, a cui io possa usare la misericordia di Dio?». Zibà rispose al re: «Vi è ancora un figlio di Giónata storpio dei piedi». [4]Il re gli disse: «Dov'è?». Zibà rispose al re: «E' in casa di Machìr figlio di Ammièl a Lodebàr». [5]Allora il re lo mandó a prendere in casa di Machìr figlio di Ammièl a Lodebàr. [6]Merib-Bàal figlio di Giónata, figlio di Saul, venne da Davide, si gettó con la faccia a terra e si prostró davanti a lui. Davide disse: «Merib-Bàal!». Rispose: [7]«Ecco il tuo servo!». Davide gli disse: «Non temere, perché voglio trattarti con bontà per amore di Giónata tuo padre e ti restituisco tutti i campi di Saul tuo avo e tu mangerai sempre alla mia tavola». [8]Merib-Bàal si prostró e disse: «Che cos'è il tuo servo, perché tu prenda in considerazione un cane morto come sono io?». [9]Allora il re chiamó Zibà servo di Saul e gli disse: «Quanto apparteneva a Saul e a tutta la sua casa, io lo dó al figlio del tuo Signore. [10]Tu dunque con i figli e gli schiavi lavorerai per lui la terra e ne raccoglierai i prodotti, perché abbia pane e nutrimento la casa del tuo signore; quanto a Merib-Bàal figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia tavola». Ora Zibà aveva quindici figli e venti schiavi. [11]Zibà disse al re: «Il tuo servo farà quanto il re mio signore ordina al suo servo». Merib-Bàal dunque mangiava alla tavola di Davide come uno dei figli del re. [12]Merib-Bàal aveva un figlioletto chiamato Micà; tutti quelli che stavano in casa di Zibà erano al servizio di Merib-Bàal. [13]Ma Merib-Bàal abitava in Gerusalemme perché mangiava sempre alla tavola del re. Era storpio di ambedue i piedi.

Samuele 2 - Capitolo 10

B. La guerra ammonita. Nascita di Salomone Insulto agli ambasciatori di Davide

[1]Dopo il re degli Ammoniti morì e Canùn suo figlio regnó al suo posto. [2]Davide disse: «Io voglio usare a Canùn figlio di Nacàs la benevolenza che suo padre usó a me». Davide mandó alcuni suoi ministri a fargli le condoglianze per suo padre. Ma quando i ministri di Davide furono giunti nel paese degli Ammoniti, [3]i capi degli Ammoniti dissero a Canùn, loro signore: «Credi tu che Davide ti abbia mandato consolatori per onorare tuo padre? Non ha piuttosto mandato da te i suoi ministri per esplorare la città, per spiarla e distruggerla?». [4]Allora Canùn prese i ministri di Davide, fece loro radere la metà della barba e tagliare le vesti a metà fino alle natiche, poi li lasció andare. [5]Quando fu informato della cosa, Davide mandó alcuni incontro a loro, perché quegli uomini erano pieni di vergogna. Il re fece dire loro: «Restate a Gerico finché vi sia cresciuta di nuovo la barba, poi tornerete».

Prima campagna ammonita

[6]Gli Ammoniti, vedendo che si erano attirati l'odio di Davide, mandarono a prendere al loro soldo ventimila fanti degli Aramei di Bet-Recób e degli Aramei di Zobà, mille uomini del re di Maacà e dodicimila uomini della gente di Tob. [7]Quando Davide sentì questo, invió contro di loro Ioab con tutto l'esercito dei prodi. [8]Gli Ammoniti uscirono e si schierarono in battaglia all'ingresso della porta della città, mentre gli Aramei di Zobà e di Recób e la gente di Tob e di Maacà stavano soli nella campagna. [9]Ioab vide che quelli erano pronti ad attaccarlo di fronte e alle spalle. Scelse allora un corpo tra i migliori Israeliti, lo schieró in ordine di battaglia contro gli Aramei [10]e affidó il resto del popolo al fratello Abisài, per tener testa agli Ammoniti. [11]Disse ad Abisài: «Se gli Aramei sono più forti di me, tu mi verrai in aiuto; se invece gli Ammoniti sono più forti di te, verró io in tuo aiuto. [12]Abbi coraggio e dimostriamoci forti per il nostro popolo e per le città del nostro Dio. Il Signore faccia quello che a lui piacerà». [13]Poi Ioab con la gente che aveva con sé avanzó per attaccare gli Aramei, i quali fuggirono davanti a lui. [14]Quando gli Ammoniti videro che gli Aramei erano fuggiti, fuggirono anch'essi davanti ad Abisài e rientrarono nella città. Allora Ioab tornó dalla spedizione contro gli Ammoniti e venne a Gerusalemme.

Vittoria sugli Aramei

[15]Gli Aramei, vedendo che erano stati battuti da Israele, si riunirono insieme. [16]Hadad-Ezer mandó messaggeri e schieró in campo gli Aramei che abitavano oltre il fiume e quelli giunsero a Chelàm con alla testa Sobàk, capo dell'esercito di Hadad-Ezer. [17]La cosa fu riferita a Davide, che radunó tutto Israele, passó il Giordano e giunse a Chelàm. Gli Aramei si schierarono in battaglia contro Davide. [18]Ma gli Aramei fuggirono davanti a Israele: Davide uccise agli Aramei settecento pariglie di cavalli e quarantamila uomini; battè anche Sobàk capo del loro esercito, che morì in quel luogo. [19]Quando tutti i re vassalli di Hadad-Ezer si videro sconfitti da Israele, fecero pace con Israele e gli rimasero sottoposti. Gli Aramei non osarono più venire in aiuto degli Ammoniti.

Samuele 2 - Capitolo 11

Seconda campagna ammonita. Il peccato di Davide

[1]L'anno dopo, al tempo in cui i re sogliono andare in guerra, Davide mandó Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a devastare il paese degli Ammoniti; posero l'assedio a Rabbà mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. [2]Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dall'alto di quella terrazza egli vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella di aspetto. [3]Davide mandó a informarsi chi fosse la donna. Gli fu detto: «E' Betsabea figlia di Eliàm, moglie di Uria l'Hittita». [4]Allora Davide mandó messaggeri a prenderla. Essa andó da lui ed egli giacque con lei, che si era appena purificata dalla immondezza. Poi essa tornó a casa.

[5]La donna concepì e fece sapere a Davide: «Sono incinta». [6]Allora Davide mandó a dire a Ioab: «Mandami Uria l'Hittita». Ioab mandó Uria da Davide. [7]Arrivato Uria, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la guerra. [8]Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e làvati i piedi». Uria uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una portata della tavola del re. [9]Ma Uria dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. [10]La cosa fu riferita a Davide e gli fu detto: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria: «Non vieni forse da un viaggio? Perché dunque non sei sceso a casa tua?». [11]Uria rispose a Davide: «L'arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Ioab mio signore e la sua gente sono accampati in aperta campagna e io dovrei entrare in casa mia per mangiare e bere e per dormire con mia moglie? Per la tua vita e per la vita della tua anima, io non faró tal cosa!». [12]Davide disse ad Uria: «Rimani qui anche oggi e domani ti lasceró partire». Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il seguente. [13]Davide lo invitó a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.

[14]La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandó per mano di Uria. [15]Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uria in prima fila, dove più ferve la mischia; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia». [16]Allora Ioab, che assediava la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva uomini valorosi. [17]Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi della truppa e fra gli ufficiali di Davide caddero, e perì anche Uria l'Hittita.

[18]Ioab invió un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano avvenute nella battaglia [19]e diede al messaggero quest'ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re quanto è successo nella battaglia, [20]se il re andasse in collera e ti dicesse: Perché vi siete avvicinati così alla città per dar battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dall'alto delle mura? [21]Chi ha ucciso Abimelech figlio di Ierub-Bàal? Non fu forse una donna che gli gettó addosso un pezzo di macina dalle mura, così che egli morì a Tebez? Perché vi siete avvicinati così alle mura? tu digli allora: Anche il tuo servo Uria l'Hittita è morto». [22]Il messaggero dunque partì e, quando fu arrivato, riferì a Davide quanto Ioab lo aveva incaricato di dire. Davide andó in collera contro Ioab e disse al messaggero: «Perché vi siete avvicinati così alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dall'alto delle mura? Chi ha ucciso Abimelech, figlio di Ierub-Bàal? Non fu forse una donna che gli gettó addosso un pezzo di macina dalle mura, così che egli morì a Tebez? Perché vi siete avvicinati così alle mura?». [23]Il messaggero rispose a Davide: «Perché i nemici avevano avuto vantaggio su di noi e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città; [24]allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dall'alto delle mura e parecchi della gente del re perirono. Anche il tuo servo Uria l'Hittita è morto». [25]Allora Davide disse al messaggero: «Riferirai a Ioab: Non ti affligga questa cosa, perché la spada divora or qua or là; rinforza l'attacco contro la città e distruggila. E tu stesso fagli coraggio».

[26]La moglie di Uria, saputo che Uria suo marito era morto, fece il lamento per il suo signore. [27]Passati i giorni del lutto, Davide la mandó a prendere e l'accolse nella sua casa. Essa diventó sua moglie e gli partorì un figlio. Ma ció che Davide aveva fatto era male agli occhi del Signore.

Samuele 2 - Capitolo 12

Rimproveri di Natan. Pentimento di Davide

[1]Il Signore mandó il profeta Natan a Davide e Natan andó da lui e gli disse: «Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. [2]Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; [3]ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia. [4]Un ospite di passaggio arrivó dall'uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui portó via la pecora di quell'uomo povero e ne preparó una vivanda per l'ospite venuto da lui». [5]Allora l'ira di Davide si scatenó contro quell'uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte. [6]Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà». [7]Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore, Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, [8]ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro. [9]Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ció che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Hittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. [10]Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Hittita. [11]Così dice il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la sventura dalla tua stessa casa; prenderó le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro alla luce di questo sole; [12]poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io faró questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole».

[13]Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. [14]Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornó a casa.

Morte del figlio di Betsabea. Nascita di Salomone

[15]Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide ed esso si ammaló gravemente. [16]Davide allora fece suppliche a Dio per il bambino e digiunó e rientrando passava la notte coricato per terra. [17]Gli anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutó di prendere cibo con loro. [18]Ora, il settimo giorno il bambino morì e i ministri di Davide temevano di fargli sapere che il bambino era morto, perché dicevano: «Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiamo parlato e non ha ascoltato le nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Farà qualche atto insano!». [19]Ma Davide si accorse che i suoi ministri bisbigliavano fra di loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi ministri: «E' morto il bambino?». Quelli risposero: «E' morto». [20]Allora Davide si alzó da terra, si lavó, si unse e cambió le vesti; poi andó nella casa del Signore e vi si prostró. Rientrato in casa, chiese che gli portassero il cibo e mangió. [21]I suoi ministri gli dissero: «Che fai? Per il bambino ancora vivo hai digiunato e pianto e, ora che è morto, ti alzi e mangi!». [22]Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: Chi sa? Il Signore avrà forse pietà di me e il bambino resterà vivo. [23]Ma ora che egli è morto, perché digiunare? Posso io farlo ritornare? Io andró da lui, ma lui non ritornerà da me!».

[24]Poi Davide consoló Betsabea sua moglie, entró da lei e le si unì: essa partorì un figlio, che egli chiamó Salomone. [25]Il Signore amó Salomone e mandó il profeta Natan, che lo chiamó Iedidià per ordine del Signore.

Presa di Rabbà

[26]Intanto Ioab assalì Rabbà degli Ammoniti, si impadronì della città delle acque [27]e invió messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabbà e mi sono gia impadronito della città delle acque. [28]Ora raduna il resto del popolo, accàmpati contro la città e prendila, altrimenti se la prendo io, porterebbe il mio nome». [29]Davide radunó tutto il popolo, si mosse verso Rabbà, l'assalì e la prese. [30]Tolse dalla testa di Milcom la corona, che pesava un talento d'oro e conteneva una pietra preziosa; essa fu posta sulla testa di Davide. Asportó dalla città un bottino molto grande. [31]Fece uscire gli abitanti che erano nella città e li impiegó nei lavori delle seghe, dei picconi di ferro e delle scuri di ferro e li fece lavorare alle fornaci da mattoni; così fece a tutte le città degli Ammoniti. Poi Davide tornó a Gerusalemme con tutta la sua truppa.

Samuele 2 - Capitolo 13

C. Storia di Assalonne

Amnón oltraggia sua sorella Tamàr

[1]Dopo queste cose, accadde che, avendo Assalonne figlio di Davide, una sorella molto bella, chiamata Tamàr, Amnón figlio di Davide si innamoró di lei. [2]Amnón ne ebbe una tal passione, da cadere malato a causa di Tamàr sua sorella; poiché essa era vergine pareva impossibile ad Amnón di poterle fare qualcosa. [3]Ora Amnón aveva un amico, chiamato Ionadàb figlio di Simeà, fratello di Davide e Ionadàb era un uomo molto astuto. [4]Egli disse: «Perché, figlio del re, tu diventi sempre più magro di giorno in giorno? Non me lo vuoi dire?». Amnón gli rispose: «Sono innamorato di Tamàr, sorella di mio fratello Assalonne». [5]Ionadàb gli disse: «Mettiti a letto e fingiti malato; quando tuo padre verrà a vederti, gli dirai: Permetti che mia sorella Tamàr venga a darmi da mangiare e a preparare la vivanda sotto i miei occhi, così che io veda; allora prenderó il cibo dalle sue mani».

[6]Amnón si mise a letto e si finse malato; quando il re lo venne a vedere, Amnón gli disse: «Permetti che mia sorella Tamàr venga e faccia un paio di frittelle sotto i miei occhi e allora prenderó il cibo dalle sue mani». [7]Allora Davide mandó a dire a Tamàr, in casa: «Và a casa di Amnón tuo fratello e prepara una vivanda per lui». [8]Tamàr andó a casa di Amnón suo fratello, che giaceva a letto. Essa prese farina stemperata, la impastó, ne fece frittelle sotto i suoi occhi e le fece cuocere. [9]Poi prese la padella e versó le frittelle davanti a lui; ma egli rifiutó di mangiare e disse: «Allontanate tutti dalla mia presenza». Tutti uscirono. [10]Allora Amnón disse a Tamàr: «Portami la vivanda in camera e prenderó il cibo dalle tue mani». Tamàr prese le frittelle che aveva fatte e le portó in camera ad Amnón suo fratello. [11]Ma mentre gliele dava da mangiare, egli l'afferró e le disse: «Vieni, unisciti a me, sorella mia». [12]Essa gli rispose: «No, fratello mio, non farmi violenza; questo non si fa in Israele; non commettere questa infamia! [13]Io dove andrei a portare il mio disonore? Quanto a te, tu diverresti come un malfamato in Israele. Parlane piuttosto al re, egli non mi rifiuterà a te». [14]Ma egli non volle ascoltarla: fu più forte di lei e la violentó unendosi a lei. [15]Poi Amnón concepì verso di lei un odio grandissimo: l'odio verso di lei fu più grande dell'amore con cui l'aveva prima amata. Le disse: [16]«Alzati, vattene!». Gli rispose: «O no! Questo torto che mi fai cacciandomi è peggiore dell'altro che mi hai gia fatto». Ma egli non volle ascoltarla. [17]Anzi, chiamato il giovane che lo serviva, gli disse: «Cacciami fuori costei e sprangale dietro il battente». [18]Essa indossava una tunica con le maniche, perché così vestivano, da molto tempo, le figlie del re ancora vergini. Il servo di Amnón dunque la mise fuori e le sprangó il battente dietro. [19]Tamàr si sparse polvere sulla testa, si stracció la tunica dalle lunghe maniche che aveva indosso, si mise le mani sulla testa e se ne andó camminando e gridando. [20]Assalonne suo fratello le disse: «Forse Amnón tuo fratello è stato con te? Per ora taci, sorella mia; è tuo fratello; non disperarti per questa cosa». Tamàr desolata rimase in casa di Assalonne, suo fratello. [21]Il re Davide seppe tutte queste cose e ne fu molto irritato, ma non volle urtare il figlio Amnón, perché aveva per lui molto affetto; era infatti il suo primogenito. [22]Assalonne non disse una parola ad Amnón né in bene né in male; odiava Amnón perché aveva violato Tamàr sua sorella.

Assalonne fa assassinare Amnón e fugge

[23]Due anni dopo Assalonne, avendo i tosatori a Baal-Cazór, presso Efraim, invitó tutti i figli del re. [24]Andó dunque Assalonne dal re e disse: «Ecco il tuo servo ha i tosatori presso di sé. Venga dunque anche il re con i suoi ministri a casa del tuo servo!». [25]Ma il re disse ad Assalonne: «No, figlio mio, non si venga noi tutti, perché non ti siamo di peso». Sebbene insistesse, il re non volle andare; ma gli diede la sua benedizione. [26]Allora Assalonne disse: «Se non vuoi venire tu, permetti ad Amnón mio fratello di venire con noi». Il re gli rispose: «Perché dovrebbe venire con te?». [27]Ma Assalonne tanto insistè che Davide lasció andare con lui Amnón e tutti i figli del re. Assalonne fece un banchetto come un banchetto da re. [28]Ma Assalonne diede quest'ordine ai servi: «Badate, quando Amnón avrà il cuore riscaldato dal vino e io vi diró: Colpite Amnón!, voi allora uccidetelo e non abbiate paura. Non ve lo comando io? Fatevi coraggio e comportatevi da forti!». [29]I servi di Assalonne fecero ad Amnón come Assalonne aveva comandato. Allora tutti i figli del re si alzarono, montarono ciascuno sul suo mulo e fuggirono. [30]Mentre essi erano ancora per strada, giunse a Davide questa notizia: «Assalonne ha ucciso tutti i figli del re e neppure uno è scampato». [31]Allora il re si alzó, si stracció le vesti e si gettó per terra; tutti i suoi ministri che gli stavano intorno, stracciarono le loro vesti. [32]Ma Ionadàb figlio di Simeà, fratello di Davide, disse: «Non dica il mio signore che tutti i giovani, figli del re, sono stati uccisi; il solo Amnón è morto; per Assalonne era cosa decisa fin da quando Amnón aveva fatto violenza a sua sorella Tamàr. [33]Ora non si metta in cuore il mio signore una tal cosa, come se tutti i figli del re fossero morti; il solo Amnón è morto [34]e Assalonne è fuggito». Il giovane che stava di sentinella alzó gli occhi, guardó ed ecco una gran turba di gente veniva per la strada di Bacurìm, dal lato del monte, sulla discesa. La sentinella venne ad avvertire il re e disse: «Ho visto uomini scendere per la strada di Bacurìm, dal lato del monte». [35]Allora Ionadàb disse al re: «Ecco i figli del re arrivano; la cosa sta come il tuo servo ha detto». [36]Come ebbe finito di parlare, ecco giungere i figli del re, i quali alzarono grida e piansero; anche il re e tutti i suoi ministri fecero un gran pianto. [37]Quanto ad Assalonne, era fuggito ed era andato da Talmài, figlio di Ammiùd, re di Ghesùr. Il re fece il lutto per il suo figlio per lungo tempo.

Ioab tratta il ritorno di Assalonne

[38]Assalonne rimase tre anni a Ghesùr, dove era andato dopo aver preso la fuga. [39]Poi lo spirito del re Davide cessó di sfogarsi contro Assalonne, perché si era placato il dolore per la morte di Amnón.

Samuele 2 - Capitolo 14

[1]Ioab figlio di Zeruià si accorse che il cuore del re era contro Assalonne. [2]Allora mandó a chiamare a Tekóa e fece venire una donna saggia e le disse: «Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e compórtati da donna che pianga da molto tempo un morto; [3]poi entra presso il re e parlagli così e così». Ioab le mise in bocca le parole da dire. [4]La donna di Tekóa andó dunque dal re, si gettó con la faccia a terra, si prostró e disse: «Aiuto, o re!». [5]Il re le disse: «Che hai?». Rispose: «Ahimè! Io sono una vedova; mio marito è morto. [6]La tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra di loro a contesa in campagna e nessuno li separava; così uno colpì l'altro e l'uccise. [7]Ed ecco tutta la famiglia è insorta contro la tua schiava dicendo: consegnaci l'uccisore del fratello, perché lo facciamo morire per vendicare il fratello che egli ha ucciso. Elimineranno così anche l'erede e spegneranno l'ultima bracia che mi è rimasta e non lasceranno a mio marito né nome, né discendenza sulla terra». [8]Il re disse alla donna: «Và pure a casa: io daró ordini a tuo riguardo». [9]La donna di Tekóa disse al re: «Re mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono sono innocenti». [10]E il re: «Se qualcuno parla contro di te, conducilo da me e vedrai che non ti molesterà più». [11]Riprese: «Il re pronunzi il nome del Signore suo Dio perché il vendicatore del sangue non aumenti la disgrazia e non mi sopprimano il figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello di tuo figlio!». [12]Allora la donna disse: «La tua schiava possa dire una parola al re mio signore!». Egli rispose: «Parla». [13]Riprese la donna: «Allora perché pensi così contro il popolo di Dio? Intanto il re, pronunziando questa sentenza si è come dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha bandito. [14]Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra, che non si puó più raccogliere, e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano perché il proscritto non sia più bandito lontano da lui. [15]Ora, se io sono venuta a parlare così al re mio signore, è perché la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto: Voglio parlare al re; forse il re farà quanto gli dirà la sua schiava; [16]il re ascolterà la sua schiava e la libererà dalle mani di quelli che cercano di sopprimere me e mio figlio dalla eredità di Dio». [17]La donna concluse: «La parola del re mio signore conceda la calma. Perché il re mio signore è come un angelo di Dio per distinguere il bene e il male. Il Signore tuo Dio sia con te!». [18]Il re rispose e disse alla donna: «Non tenermi nascosto nulla di quello che io ti domanderó». La donna disse: «Parli pure il re mio signore». [19]Disse il re: «La mano di Ioab non è forse con te in tutto questo?». La donna rispose: «Per la tua vita, o re mio signore, non si puó andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il re mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua schiava. [20]Per dare alla cosa un'altra faccia, il tuo servo Ioab ha agito così; ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e sa quanto avviene sulla terra».

[21]Allora il re disse a Ioab: «Ecco, voglio fare quello che hai chiesto; và dunque e fà tornare il giovane Assalonne». [22]Ioab si gettó con la faccia a terra, si prostró, benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, re mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha chiesto». [23]Ioab dunque si alzó, andó a Ghesùr e condusse Assalonne a Gerusalemme. [24]Ma il re disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia». Così Assalonne si ritiró in casa e non vide la faccia del re.

Alcuni dettagli su Assalonne

[25]Ora in tutto Israele non vi era uomo che fosse tanto lodato per la sua bellezza quanto Assalonne; dalle piante dei piedi alla cima del capo, non vi era in lui un difetto alcuno. [26]Quando si faceva tagliare i capelli, e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo, egli pesava i suoi capelli e il peso era di duecento sicli a peso del re. [27]Ad Assalonne nacquero tre figli e una figlia chiamata Tamàr, che era donna di bell'aspetto.

Assalonne ottiene il perdono

[28]Assalonne abitó in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re. [29]Poi Assalonne convocó Ioab per mandarlo dal re; ma egli non volle andare da lui; lo convocó una seconda volta, ma Ioab non volle andare. [30]Allora Assalonne disse ai suoi servi: «Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi è l'orzo; andate ed appiccatevi il fuoco!». I servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo. [31]Allora Ioab si alzó, andó a casa di Assalonne e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?». [32]Assalonne rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qui, voglio mandarti a dire al re: Perché sono tornato da Ghesùr? Sarebbe meglio per me se fossi rimasto là. Ora voglio vedere la faccia del re e, se vi è in me colpa, mi faccia morire!». [33]Ioab allora andó dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare Assalonne, il quale venne e si prostró con la faccia a terra davanti a lui; il re bació Assalonne.

Samuele 2 - Capitolo 15

Gli intrighi di Assalonne

[1]Ma dopo, Assalonne si procuró un carro, cavalli e cinquanta uomini che correvano davanti a lui. [2]Assalonne si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della strada di accesso alla porta della città; quando qualcuno aveva una lite e veniva dal re per il giudizio, Assalonne lo chiamava e gli diceva: «Di quale città sei?», l'altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele». [3]Allora Assalonne gli diceva: «Vedi, le tue ragioni sono buone e giuste, ma nessuno ti ascolta da parte del re». [4]Assalonne aggiungeva: «Se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse una lite o un giudizio verrebbe da me e io gli farei giustizia». [5]Quando uno gli si accostava per prostrarsi davanti a lui, gli porgeva la mano, l'abbracciava e lo baciava. [6]Assalonne faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per il giudizio; in questo modo Assalonne si cattivó l'affetto degli Israeliti.

Rivolta di Assalonne

[7]Ora, dopo quattro anni, Assalonne disse al re: «Lasciami andare a Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al Signore. [8]Perché durante la sua dimora a Ghesùr, in Aram, il tuo servo ha fatto questo voto: Se il Signore mi riconduce a Gerusalemme, io serviró il Signore a Ebron!». [9]Il re gli disse: «Và in pace!». Egli si alzó e andó a Ebron. [10]Allora Assalonne mandó emissari per tutte le tribù d'Israele a dire: «Quando sentirete il suono della tromba, allora direte: Assalonne è divenuto re a Ebron». [11]Con Assalonne erano partiti da Gerusalemme duecento uomini, i quali, invitati, partirono con semplicità, senza saper nulla. [12]Assalonne convocó Achitófel il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo ad assistere mentre offriva i sacrifici. La congiura divenne potente e il popolo andava crescendo di numero intorno ad Assalonne.

Fuga di Davide

[13]Arrivó un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti si è volto verso Assalonne». [14]Allora Davide disse a tutti i suoi ministri che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la sventura e colpisca la città a fil di spada». [15]I ministri del re gli dissero: «Tutto secondo ció che sceglierà il re mio signore; ecco, noi siamo i tuoi ministri». [16]Il re dunque uscì a piedi con tutta la famiglia; lasció dieci concubine a custodire la reggia. [17]Il re uscì dunque a piedi con tutto il popolo e si fermarono all'ultima casa. [18]Tutti i ministri del re camminavano al suo fianco e tutti i Cretei e tutti i Peletei e Ittài con tutti quelli di Gat, seicento uomini venuti da Gat al suo seguito, sfilavano davanti al re. [19]Allora il re disse a Ittài di Gat: «Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna indietro e resta con il re, perché sei un forestiero e per di più un esule dalla tua patria. [20]Appena ieri sei arrivato e oggi ti farei errare con noi, mentre io stesso vado dove capiterà di andare? Torna indietro e riconduci con te i tuoi fratelli; siano con te la grazia e la fedeltà al Signore!». [21]Ma Ittài rispose al re: «Per la vita del Signore e la tua, o re mio signore, in qualunque luogo sarà il re mio signore, per morire o per vivere, là sarà anche il tuo servo». [22]Allora Davide disse a Ittài: «Và, prosegui pure!». Ittài, quello di Gat, proseguì con tutti gli uomini e con tutte le donne e i bambini che erano con lui. [23]Tutti quelli del paese piangevano ad alta voce, mentre tutto il popolo passava. Il re stava in piedi nella valle del Cedron e tutto il popolo passava davanti a lui prendendo la via del deserto.

La sorte dell'arca

[24]Ecco venire anche Zadók con tutti i leviti, i quali portavano l'arca dell'alleanza di Dio. Essi deposero l'arca di Dio presso Ebiatàr, finché tutto il popolo non finì di uscire dalla città. [25]Il re disse a Zadók: «Riporta in città l'arca di Dio! Se io trovo grazia agli occhi del Signore, egli mi farà tornare e me la farà rivedere insieme con la sua Dimora. [26]Ma se dice: Non ti gradisco, eccomi: faccia di me quello che sarà bene davanti a lui». [27]Il re aggiunse al sacerdote Zadók: «Vedi? Torna in pace in città con tuo figlio Achimaaz e Giónata figlio di Ebiatàr. [28]Badate: io aspetteró presso i guadi del deserto, finché mi sia portata qualche notizia da parte vostra». [29]Così Zadók ed Ebiatàr riportarono a Gerusalemme l'arca di Dio e là dimorarono.

Davide si assicura l'appoggio di Cusài

[30]Davide saliva l'erta degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva. [31]Fu intanto portata a Davide la notizia: «Achitófel è con Assalonne tra i congiurati». Davide disse: «Rendi vani i consigli di Achitófel, Signore!». [32]Quando Davide fu giunto in vetta al monte, al luogo dove ci si prostra a Dio, ecco farglisi incontro Cusài, l'Archita, con la tunica stracciata e il capo coperto di polvere. [33]Davide gli disse: «Se tu procedi con me, mi sarai di peso; [34]ma se torni in città e dici ad Assalonne: Io saró tuo servo, o re; come sono stato servo di tuo padre prima, così saró ora tuo servo, tu dissiperai in mio favore i consigli di Achitófel. [35]E non avrai forse là con te i sacerdoti Zadók ed Ebiatàr? Quanto sentirai dire della reggia, lo riferirai ai sacerdoti Zadók ed Ebiatàr. [36]Ecco, essi hanno con loro i due figli, Achimaaz, figlio di Zadók e Giónata, figlio di Ebiatàr; per mezzo di loro mi farete sapere quanto avrete sentito». [37]Cusài, amico di Davide, arrivó in città quando Assalonne entrava in Gerusalemme.

Samuele 2 - Capitolo 16

Davide e Zibà

[1]Davide aveva di poco superato la cima del monte, quando ecco Zibà, servo di Merib-Bàal, gli si fece incontro con un paio di asini sellati e carichi di duecento pani, cento grappoli di uva secca, cento frutti d'estate e un otre di vino. [2]Il re disse a Zibà: «Che vuoi fare di queste cose?». Zibà rispose: «Gli asini serviranno di cavalcatura alla reggia, i pani e i frutti d'estate sono per sfamare i giovani, il vino per dissetare quelli che saranno stanchi nel deserto». [3]Il re disse: «Dov'è il figlio del tuo signore?». Zibà rispose al re: «Ecco, è rimasto a Gerusalemme perché ha detto: Oggi la casa di Israele mi renderà il regno di mio padre». [4]Il re disse a Zibà: «Quanto appartiene a Merib-Bàal è tuo». Zibà rispose: «Mi prostro! Possa io trovar grazia ai tuoi occhi, re mio signore!».

Simeì maledice Davide

[5]Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simeì, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando [6]e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra del re. [7]Simeì, maledicendo Davide, diceva: «Vattene, vattene, sanguinario, scellerato! [8]Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario». [9]Allora Abisài figlio di Zeruià disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». [10]Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così?». [11]Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore. [12]Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi». [13]Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simeì camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava contro di lui, gli tirava sassi e gli lanciava polvere. [14]Il re e tutta la gente che era con lui arrivarono stanchi presso il Giordano e là ripresero fiato.

Cusài raggiunge Assalonne

[15]Intanto Assalonne con tutti gli Israeliti era entrato in Gerusalemme e Achitófel era con lui. [16]Quando Cusài l'Archita, l'amico di Davide, fu giunto presso Assalonne gli disse: «Viva il re! Viva il re!». [17]Assalonne disse a Cusài: «Questa è la fedeltà che hai per il tuo amico? Perché non sei andato con il tuo amico?». [18]Cusài rispose ad Assalonne: «No, io saró per colui che il Signore e questo popolo e tutti gli Israeliti hanno scelto e con lui rimarró. [19]E poi di chi saró schiavo? Non lo saró forse di suo figlio? Come ho servito tuo padre, così serviró te».

Assalonne e le concubine di Davide

[20]Allora Assalonne disse ad Achitófel: «Consultatevi su quello che dobbiamo fare». [21]Achitófel rispose ad Assalonne: «Entra dalle concubine che tuo padre ha lasciate a custodia della casa; tutto Israele saprà che ti sei reso odioso a tuo padre e sarà rafforzato il coraggio di tutti i tuoi». [22]Fu dunque piantata una tenda sulla terrazza per Assalonne e Assalonne entró dalle concubine del padre, alla vista di tutto Israele. [23]In quei giorni un consiglio dato da Achitófel era come una parola data da Dio a chi lo consulta. Così era di tutti i consigli di Achitófel per Davide e per Assalonne.

Samuele 2 - Capitolo 17

Cusài sventa i piani di Achitófel

[1]Achitófel disse ad Assalonne: «Sceglieró dodicimila uomini: mi metteró ad inseguire Davide questa notte; [2]gli piomberó addosso mentre egli è stanco e ha le braccia fiacche; lo spaventeró e tutta la gente che è con lui si darà alla fuga; io colpiró solo il re [3]e ricondurró a te tutto il popolo, come ritorna la sposa al marito. La vita di un solo uomo tu cerchi; la gente di lui rimarrà tranquilla». [4]Questo parlare piacque ad Assalonne e a tutti gli anziani d'Israele. [5]Ma Assalonne disse: «Chiamate anche Cusài l'Archita e sentiamo ció che ha in bocca anche lui». [6]Quando Cusài fu giunto da Assalonne, questi gli disse: «Achitófel ha parlato così e così; dobbiamo fare come ha detto lui? Se no, parla tu!». [7]Cusài rispose ad Assalonne: «Questa volta il consiglio dato da Achitófel non è buono». [8]Cusài continuó: «Tu conosci tuo padre e i suoi uomini: sai che sono uomini valorosi e che hanno l'animo esasperato come un'orsa nella campagna quando le sono stati rapiti i figli; poi tuo padre è un guerriero e non passerà la notte con il popolo. [9]A quest'ora egli è nascosto in qualche buca o in qualche altro luogo; se fin da principio cadranno alcuni dei tuoi, qualcuno lo verrà a sapere e si dirà: C'è stata una strage tra la gente che segue Assalonne. [10]Allora il più valoroso, anche se avesse un cuore di leone, si avvilirà, perché tutto Israele sa che tuo padre è un prode e che i suoi uomini sono valorosi. [11]Perció io consiglio che tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, si raduni presso di te, numeroso come la sabbia che è sulla riva del mare, e che tu vada in persona alla battaglia. [12]Così lo raggiungeremo in qualunque luogo si troverà e gli piomberemo addosso come la rugiada cade sul suolo; di tutti i suoi uomini non ne scamperà uno solo. [13]Se invece si ritira in qualche città, tutto Israele porterà corde a quella città e noi la trascineremo nella valle, così che non se ne trovi più nemmeno una pietruzza». [14]Assalonne e tutti gli Israeliti dissero: «Il consiglio di Cusài l'Archita è migliore di quello di Achitófel». Il Signore aveva stabilito di mandare a vuoto il saggio consiglio di Achitófel per far cadere la sciagura su Assalonne.

[15]Allora Cusài disse ai sacerdoti Zadók ed Ebiatàr: «Achitófel ha consigliato Assalonne e gli anziani d'Israele così e così, ma io ho consigliato in questo modo. [16]Ora dunque mandate in fretta ad informare Davide e ditegli: Non passare la notte presso i guadi del deserto, ma passa subito dall'altra parte, perché non venga lo sterminio sul re e sulla gente che è con lui».

Davide, informato, passa il Giordano

[17]Ora Giónata e Achimaaz stavano presso En-Roghèl, in attesa che una schiava andasse a portare le notizie che essi dovevano andare a riferire al re Davide; perché non potevano farsi vedere ad entrare in città. [18]Ma un giovane li vide e informó Assalonne. I due partirono di corsa e giunsero a Bacurìm a casa di un uomo che aveva nel cortile una cisterna. [19]Quelli vi si calarono e la donna di casa prese una coperta, la distese sulla bocca della cisterna e vi sparse grano pesto, così che non ci si accorgeva di nulla. [20]I servi di Assalonne vennero in casa della donna e chiesero: «Dove sono Achimaaz e Giónata?». La donna rispose loro: «Hanno passato il serbatoio dell'acqua». Quelli si misero a cercarli, ma, non riuscendo a trovarli, tornarono a Gerusalemme.

[21]Quando costoro se ne furono partiti, i due uscirono dalla cisterna e andarono ad informare il re Davide. Gli dissero: «Muovetevi e passate in fretta l'acqua, perché così ha consigliato Achitófel a vostro danno». [22]Allora Davide si mosse con tutta la sua gente e passó il Giordano. All'apparire del giorno, neppure uno era rimasto che non avesse passato il Giordano. [23]Achitófel, vedendo che il suo consiglio non era stato seguito, selló l'asino e partì per andare a casa sua nella sua città. Mise in ordine gli affari della casa e s'impiccó. Così morì e fu sepolto nel sepolcro di suo padre.

Assalonne passa il Giordano. Davide a Macanàim

[24]Davide era giunto a Macanàim, quando Assalonne passó il Giordano con tutti gli Israeliti. [25]Assalonne aveva posto a capo dell'esercito Amasà invece di Ioab. Amasà era figlio di un uomo chiamato Itrà l'Ismaelita, il quale si era unito a Abigàl, figlia di Iesse e sorella di Zeruià, madre di Ioab. [26]Israele e Assalonne si accamparono nel paese di Gàlaad. [27]Quando Davide fu giunto a Macanàim, Sobì, figlio di Nacàs che era da Rabbà, città degli Ammoniti, Machìr, figlio di Ammiel da Lodebàr, e Barzillài, il Galaadita di Roghelìm, [28]portarono letti e tappeti, coppe e vasi di terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, [29]miele, latte acido e formaggi di pecora e di vacca, per Davide e per la sua gente perché mangiassero; infatti dicevano: «Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto».

Samuele 2 - Capitolo 18

Disfatta del partito di Assalonne

[1]Davide passó in rassegna la sua gente e costituì capi di migliaia e capi di centinaia per comandarla. [2]Divise la gente in tre corpi: un terzo sotto il comando di Ioab, un terzo sotto il comando di Abisài figlio di Zeruià, fratello di Ioab, e un terzo sotto il comando di Ittài di Gat. Poi il re disse al popolo: «Voglio uscire anch'io con voi!». [3]Ma il popolo rispose: «Tu non devi uscire, perché se noi fossimo messi in fuga, non si farebbe alcun caso di noi; quand'anche perisse la metà di noi, non se ne farebbe alcun caso, ma tu conti per diecimila di noi; è meglio che ti tenga pronto a darci aiuto dalla città». [4]Il re rispose loro: «Faró quello che vi sembra bene». Il re si fermó al fianco della porta, mentre tutto l'esercito usciva a schiere di cento e di mille uomini. [5]Il re ordinó a Ioab, ad Abisài e ad Ittài: «Trattatemi con riguardo il giovane Assalonne!». E tutto il popolo udì quanto il re ordinó a tutti i capi nei riguardi di Assalonne.

[6]L'esercito uscì in campo contro Israele e la battaglia ebbe luogo nella foresta di Efraim. [7]La gente d'Israele fu in quel luogo sconfitta dai servi di Davide; la strage fu grande: in quel giorno caddero ventimila uomini. [8]La battaglia si estese su tutta la contrada e la foresta divoró in quel giorno molta più gente di quanta non ne avesse divorato la spada.

Morte di Assalonne

[9]Ora Assalonne s'imbattè nei servi di Davide. Assalonne cavalcava il mulo; il mulo entró sotto i rami di un grande terebinto e la testa di Assalonne rimase impigliata nel terebinto e così egli restó sospeso fra cielo e terra; mentre il mulo che era sotto di lui passava oltre. [10]Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab: «Ho visto Assalonne appeso a un terebinto». [11]Ioab rispose all'uomo che gli portava la notizia: «Dunque, l'hai visto? E perché non l'hai tu, sul posto, steso al suolo? Io non avrei mancato di darti dieci sicli d'argento e una cintura». [12]Ma quell'uomo disse a Ioab: «Quand'anche mi fossero messi in mano mille sicli d'argento, io non stenderei la mano sul figlio del re; perché con i nostri orecchi abbiamo udito l'ordine che il re ha dato a te, ad Abisài e a Ittài: Salvatemi il giovane Assalonne! [13]Se io avessi commesso di mia testa una perfidia, poiché nulla rimane nascosto al re, tu stesso saresti sorto contro di me». [14]Allora Ioab disse: «Io non voglio perdere così il tempo con te». Prese in mano tre dardi e li immerse nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo nel folto del terebinto. [15]Poi dieci giovani scudieri di Ioab circondarono Assalonne, lo colpirono e lo finirono.

[16]Allora Ioab suonó la tromba e il popolo cessó di inseguire Israele, perché Ioab aveva trattenuto il popolo. [17]Poi presero Assalonne, lo gettarono in una grande fossa nella foresta ed elevarono sopra di lui un enorme mucchio di pietre. Tutto Israele era fuggito ciascuno nella sua tenda. [18]Ora Assalonne mentre era in vita, si era eretta la stele che è nella Valle del re; perché diceva: «Io non ho un figlio che conservi il ricordo del mio nome»; chiamó quella stele con il suo nome e la si chiamó di Assalonne fino ad oggi.

Davide viene informato

[19]Achimaaz figlio di Zadók disse a Ioab: «Correró a portare al re la notizia che il Signore gli ha fatto giustizia contro i suoi nemici». [20]Ioab gli rispose: «Oggi tu non sarai l'uomo della buona notizia, la porterai un altro giorno; non porterai oggi la bella notizia perché il figlio del re è morto». [21]Poi Ioab disse all'Etiope: «Và e riferisci al re quello che hai visto». L'Etiope si prostró a Ioab e corse via. [22]Achimaaz, figlio di Zadók, disse di nuovo a Ioab: «Qualunque cosa avvenga, lasciami correre dietro all'Etiope». Ioab gli disse: «Ma perché correre, figlio mio? La buona notizia non ti porterà nulla di buono». [23]E l'altro: «Qualunque cosa avvenga, voglio correre». Ioab gli disse: «Corri!». Allora Achimaaz prese la corsa per la strada della valle e oltrepassó l'Etiope. [24]Davide stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta dal lato del muro; alzó gli occhi, guardó ed ecco un uomo correre tutto solo. [25]La sentinella gridó e avvertì il re. Il re disse: «Se è solo, porta una buona notizia». Quegli andava avvicinandosi sempre più. [26]Poi la sentinella vide un altro uomo che correva e gridó al guardiano: «Ecco un altro uomo correre tutto solo!». E il re: «Anche questo porta una buona notizia». [27]La sentinella disse: «Il modo di correre del primo mi pare quello di Achimaaz, figlio di Zadók». E il re disse: «E' un uomo dabbene: viene certo per una lieta notizia!». [28]Achimaaz gridó al re: «Pace!». Prostratosi dinanzi al re con la faccia a terra, disse: «Benedetto sia il Signore tuo Dio che ha messo in tuo potere gli uomini che avevano alzato le mani contro il re mio signore!». [29]Il re disse: «Il giovane Assalonne sta bene?». Achimaàz rispose: «Quando Ioab mandava il servo del re e me tuo servo, io vidi un gran tumulto, ma non so di che cosa si trattasse». [30]Il re gli disse: «Mettiti là, da parte». Quegli si mise da parte e aspettó. [31]Ed ecco arrivare l'Etiope che disse: «Buone notizie per il re mio signore! Il Signore ti ha reso oggi giustizia, liberandoti dalle mani di quanti erano insorti contro di te». [32]Il re disse all'Etiope: «Il giovane Assalonne sta bene?». L'Etiope rispose: «Diventino come quel giovane i nemici del re mio signore e quanti insorgono contro di te per farti il male!».

Samuele 2 - Capitolo 19

Dolore di Davide

[1]Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva in lacrime: «Figlio mio! Assalonne figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!». [2]Fu riferito a Ioab: «Ecco il re piange e fa lutto per Assalonne». [3]La vittoria in quel giorno si cambió in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è molto afflitto a causa del figlio». [4]Il popolo in quel giorno rientró in città furtivamente, come avrebbe fatto gente vergognosa per essere fuggita in battaglia. [5]Il re si era coperta la faccia e gridava a gran voce: «Figlio mio Assalonne, Assalonne figlio mio, figlio mio!». [6]Allora Ioab entró in casa del re e disse: «Tu copri oggi di rossore il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi figli e alle tue figlie, alle tue mogli e alle tue concubine, [7]perché mostri di amare quelli che ti odiano e di odiare quelli che ti amano. Infatti oggi tu mostri chiaramente che capi e ministri per te non contano nulla; ora io ho capito che, se Assalonne fosse vivo e noi fossimo quest'oggi tutti morti, allora sarebbe una cosa giusta ai tuoi occhi. [8]Ora dunque alzati, esci e parla al cuore della tua gente; perché io giuro per il Signore che, se non esci, neppure un uomo resterà con te questa notte; questa sarebbe per te la peggiore sventura di tutte quelle che ti sono cadute addosso dalla tua giovinezza fino ad oggi». [9]Allora il re si alzó e si sedette sulla porta; fu dato quest'annunzio a tutto il popolo: «Ecco il re sta seduto alla porta». E tutto il popolo venne alla presenza del re.

Si prepara il ritorno di Davide

Gli Israeliti erano fuggiti ognuno alla sua tenda. [10]In tutte le tribù d'Israele tutto il popolo stava discutendo e diceva: «Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e ci ha salvati dalle mani dei Filistei; ora è dovuto fuggire dal paese a causa di Assalonne. [11]Ma quanto ad Assalonne, che noi avevamo consacrato perché regnasse su di noi, è morto in battaglia. Ora perché non cercate di far tornare il re?». [12]Ció che si diceva in tutto Israele era giunto a conoscenza del re. Il re Davide mandó a dire ai sacerdoti Zadók ed Ebiatàr: «Riferite agli anziani di Giuda: Perché volete essere gli ultimi a far tornare il re alla sua casa? [13]Voi siete mio osso e mia carne e perché dunque sareste gli ultimi a far tornare il re? [14]Dite ad Amasà: Non sei forse mio osso e mia carne? Dio mi faccia questo e mi aggiunga quest'altro, se tu non diventerai davanti a me capo dell'esercito per sempre al posto di Ioab!». [15]Così piegó il cuore di tutti gli uomini di Giuda, come se fosse stato il cuore di un sol uomo; essi mandarono a dire al re: «Ritorna tu e tutti i tuoi ministri».

Episodi del ritorno: Simeì

[16]Il re dunque tornó e giunse al Giordano; quelli di Giuda vennero a Gàlgala per andare incontro al re e per fargli passare il Giordano.

[17]Simeì, figlio di Ghera, Beniaminita, che era di Bacurìm, si affrettó a scendere con gli uomini di Giuda incontro al re Davide. [18]Aveva con sé mille uomini di Beniamino. Zibà, il servo della casa di Saul, i suoi quindici figli con lui e i suoi venti servi si erano precipitati al Giordano prima del re [19]e avevano servito per far passare la famiglia del re e per fare quanto a lui sarebbe piaciuto. Intanto Simeì, figlio di Ghera, si gettó ai piedi del re nel momento in cui passava il Giordano [20]e disse al re: «Il mio signore non tenga conto della mia colpa! Non ricordarti di quanto il tuo servo ha commesso quando il re mio signore è uscito da Gerusalemme; il re non lo conservi nella sua mente! [21]Perché il tuo servo riconosce di aver peccato ed ecco, oggi, primo di tutta la casa di Giuseppe, sono sceso incontro al re mio signore». [22]Ma Abisài figlio di Zeruià, disse: «Non dovrà forse essere messo a morte Simeì perché ha maledetto il consacrato del Signore?». [23]Davide disse: «Che ho io in comune con voi, o figli di Zeruià, che vi mostriate oggi miei avversari? Si puó mettere a morte oggi qualcuno in Israele? Non so dunque che oggi divento re di Israele?». [24]Il re disse a Simeì: «Tu non morirai!». E il re glielo giuró.

Merib-Bàal

[25]Anche Merib-Bàal nipote di Saul scese incontro al re. Non si era curato i piedi e le mani, né la barba intorno alle labbra e non aveva lavato le vesti dal giorno in cui il re era partito a quello in cui tornava in pace. [26]Quando giunse da Gerusalemme incontro al re, il re gli disse: «Perché non sei venuto con me, Merib-Bàal?». [27]Egli rispose: «Re, mio signore, il mio servo mi ha ingannato! Il tuo servo aveva detto: Io mi faró sellare l'asino, monteró e andró con il re, perché il tuo servo è zoppo. [28]Ma egli ha calunniato il tuo servo presso il re mio signore. Peró il re mio signore è come un angelo di Dio; fà dunque ció che sembrerà bene ai tuoi occhi. [29]Perché tutti quelli della casa di mio padre non avevano meritato dal re mio signore altro che la morte; ma tu avevi posto il tuo servo fra quelli che mangiano alla tua tavola. E che diritto avrei ancora di implorare presso il re?». [30]Il re gli disse: «Non occorre che tu aggiunga altre parole. Ho deciso: tu e Zibà vi dividerete i campi». [31]Merib-Bàal rispose al re: «Se li prenda pure tutti lui, dato che ormai il re mio signore è tornato in pace a casa!».

Barzillài

[32]Barzillài il Galaadita era sceso da Roghelìm e aveva passato il Giordano con il re, per congedarsi da lui presso il Giordano. [33]Barzillài era molto vecchio: aveva ottant'anni. Aveva fornito i viveri al re mentre questi si trovava a Macanàim, perché era un uomo molto facoltoso. [34]Il re disse a Barzillài: «Vieni con me; io provvederó al tuo sostentamento presso di me, a Gerusalemme». [35]Ma Barzillài rispose al re: «Quanti sono gli anni che mi restano da vivere, perché io salga con il re a Gerusalemme? [36]Io ho ora ottant'anni; posso forse ancora distinguere ció che è buono da ció che è cattivo? Puó il tuo servo gustare ancora ció che mangia e ció che beve? Posso udire ancora la voce dei cantori e delle cantanti? E perché allora il tuo servo dovrebbe essere di peso al re mio signore? [37]Solo per poco tempo il tuo servo verrà con il re oltre il Giordano; perché il re dovrebbe darmi una tale ricompensa? [38]Lascia che il tuo servo torni indietro e che io possa morire nella mia città presso la tomba di mio padre e di mia madre. Ecco qui mio figlio, il tuo servo Chimàm; venga lui con il re mio signore; fà per lui quello che ti piacerà». [39]Il re rispose: «Venga dunque con me Chimàm e io faró per lui quello che a te piacerà; faró per te quello che desidererai da me». [40]Poi tutto il popolo passó il Giordano; il re l'aveva gia passato. Allora il re bació Barzillài e lo benedisse; quegli tornó a casa.

Giuda e Israele si contendono il re

[41]Così il re passó verso Gàlgala e Chimàm era venuto con lui. Tutta la gente di Giuda e anche metà della gente d'Israele aveva fatto passare il re.

[42]Allora tutti gli Israeliti vennero dal re e gli dissero: «Perché i nostri fratelli, gli uomini di Giuda, ti hanno portato via di nascosto e hanno fatto passare il Giordano al re, alla sua famiglia e a tutta la gente di Davide?». [43]Tutti gli uomini di Giuda risposero agli Israeliti: «Il re è un nostro parente stretto; perché vi adirate per questo? Abbiamo forse mangiato a spese del re o ci fu portata qualche porzione?». [44]Gli Israeliti replicarono agli uomini di Giuda: «Dieci parti mi spettano sul re; inoltre sono io il primogenito e non tu; perché mi hai disprezzato? Non sono forse stato il primo a proporre di far tornare il re?». Ma il parlare degli uomini di Giuda fu più violento di quello degli Israeliti.

Samuele 2 - Capitolo 20

Rivolta di Seba

[1]Ora si trovava là un uomo iniquo chiamato Sèba, figlio di Bicrì, un Beniaminita, il quale suonó la tromba e disse:

«Non abbiamo alcuna parte con Davide
e non abbiamo un'eredità con il figlio di Iesse.
Ognuno alle proprie tende, Israele!».

[2]Tutti gli Israeliti si allontanarono da Davide per seguire Sèba, figlio di Bicrì; ma gli uomini di Giuda rimasero attaccati al loro re e lo accompagnarono dal Giordano fino a Gerusalemme. [3]Davide entró nella reggia a Gerusalemme. Il re prese le dieci concubine che aveva lasciate a custodia della reggia e le mise in un domicilio sorvegliato; egli somministrava loro gli alimenti, ma non si accostava loro; rimasero così recluse fino al giorno della loro morte, in stato di vedovanza perenne.

Assassinio di Amasà

[4]Poi il re disse ad Amasà: «Radunami tutti gli uomini di Giuda in tre giorni; poi vieni qui». [5]Amasà dunque partì per adunare gli uomini di Giuda; ma tardó più del tempo fissato. [6]Allora Davide disse ad Abisài: «Sèba figlio di Bicrì ci farà ora più male di Assalonne; prendi i servi del tuo signore e inseguilo, perché non trovi fortezze e ci sfugga». [7]Abisài uscì per la spedizione, seguito dalla gente di Ioab, dai Cretei, dai Peletei e da tutti i prodi; uscirono da Gerusalemme per inseguire Sèba figlio di Bicrì.

[8]Si trovavano presso la grande pietra che è in Gàbaon, quando Amasà venne loro incontro. Ioab indossava la veste militare, sopra la quale portava la cintura con la spada pendente dai fianchi nel fodero; egli la fece uscire e cadere. [9]Ioab disse ad Amasà: «Stai bene, fratello mio?» e con la destra prese Amasà per la barba per baciarlo. [10]Amasà non fece attenzione alla spada che Ioab aveva nell'altra mano; Ioab lo colpì al basso ventre e ne sparse le viscere a terra; non lo colpì una seconda volta perché era gia morto. Poi Ioab e Abisài suo fratello inseguirono Sèba, figlio di Bicrì. [11]Uno dei giovani di Ioab era rimasto presso Amasà e diceva: «Chi ama Ioab e chi è per Davide segua Ioab!». [12]Intanto Amasà si rotolava nel sangue in mezzo alla strada e quell'uomo si accorse che tutto il popolo si fermava. Allora trascinó Amasà fuori della strada in un campo e gli buttó addosso una veste, perché quanti gli arrivavano vicino lo vedevano e si fermavano. [13]Quando esso fu tolto dalla strada, tutti passarono al seguito di Ioab per dare la caccia a Sèba, figlio di Bicrì.

Fine della rivolta

[14]Attraversarono il territorio di tutte le tribù d'Israele fino ad Abel-Bet-Maacà, dove tutti quelli della famiglia di Bicrì erano stati convocati ed erano entrati al seguito di Sèba. [15]Vennero dunque, assediarono Sèba in Abel-Bet-Maacà e innalzarono contro la città un terrapieno; tutto il popolo che era con Ioab scavava per demolire le mura. [16]Allora una donna saggia gridó dalla città: «Ascoltate, ascoltate! Dite a Ioab di avvicinarsi, gli voglio parlare!». [17]Quando egli si fu avvicinato, la donna gli chiese: «Sei tu Ioab?». Egli rispose: «Sì». Allora essa gli disse: «Ascolta la parola della tua schiava». Egli rispose: «Ascolto». [18]Riprese: «Una volta si soleva dire: Si interroghi bene ad Abèl e a Dan per sapere se sono venute meno le costumanze [19]stabilite dai fedeli d'Israele. Tu cerchi di far perire una città che è una madre in Israele. Perché vuoi distruggere l'eredità del Signore?». [20]Ioab rispose: «Lungi, lungi da me l'idea di distruggere e di rovinare. [21]La questione è diversa: un uomo delle montagne di Efraim, chiamato Sèba, figlio di Bicrì, ha alzato la mano contro il re Davide. Consegnatemi lui solo e io mi allontaneró dalla città». La donna disse a Ioab: «Ecco, la sua testa ti sarà gettata dall'alto delle mura». [22]Allora la donna rientró in città e parló a tutto il popolo con saggezza; così quelli tagliarono la testa a Sèba, figlio di Bicrì, e la gettarono a Ioab. Egli fece suonare la tromba; tutti si dispersero lontano dalla città e ognuno andó alla propria tenda. Poi Ioab tornó a Gerusalemme presso il re.

I grandi ufficiali di Davide

[23]Ioab era a capo di tutto l'esercito d'Israele; Benaià, figlio di Ioiadà, era capo dei Cretei e dei Peletei; [24]Adoràm sovrintendeva ai lavori forzati; Giosafat, figlio di Achilùd, era archivista; [25]Seraià era scriba; Zadók ed Ebiatàr erano sacerdoti e anche Ira lo Iairita era ministro di Davide.

Samuele 2 - Capitolo 21

V. SUPPLEMENTI

La grande carestia e l'uccisione dei discendenti di Saul

[1]Al tempo di Davide ci fu una carestia per tre anni; Davide cercó il volto del Signore e il Signore gli disse: «Su Saul e sulla sua casa pesa un fatto di sangue, perché egli ha fatto morire i Gabaoniti». [2]Allora il re chiamó i Gabaoniti e parló loro. I Gabaoniti non erano del numero degli Israeliti, ma un resto degli Amorrei, e gli Israeliti avevano giurato loro; Saul peró, nel suo zelo per gli Israeliti e per quelli di Giuda, aveva cercato di sterminarli. [3]Davide disse ai Gabaoniti: «Che devo fare per voi? In che modo espieró, perché voi benediciate l'eredità del Signore?». [4]I Gabaoniti gli risposero: «Fra noi e Saul e la sua casa non è questione d'argento o d'oro, né ci riguarda l'uccidere qualcuno in Israele». Il re disse: «Quello che voi direte io lo faró per voi». [5]Quelli risposero al re: «Di quell'uomo che ci ha distrutti e aveva fatto il piano di sterminarci, perché più non sopravvivessimo entro alcun confine d'Israele, [6]ci siano consegnati sette uomini tra i suoi figli e noi li impiccheremo davanti al Signore in Gàbaon, sul monte del Signore». Il re disse: «Ve li consegneró». [7]Il re risparmió Merib-Bàal figlio di Giónata, figlio di Saul, per il giuramento che Davide e Giónata, figlio di Saul, si erano fatto davanti al Signore; [8]ma il re prese i due figli che Rizpà figlia di Aià aveva partoriti a Saul, Armonì e Merib-Bàal e i cinque figli che Meràb figlia di Saul aveva partoriti ad Adrièl il Mecolatita figlio di Barzillài. [9]Li consegnó ai Gabaoniti, che li impiccarono sul monte, davanti al Signore. Tutti e sette perirono insieme. Furono messi a morte nei primi giorni della mietitura, quando si cominciava a mietere l'orzo.

[10]Allora Rizpà, figlia di Aià, prese il mantello di sacco e lo tese, fissandolo alla roccia, e stette là dal principio della mietitura dell'orzo finché dal cielo non cadde su di loro la pioggia. Essa non permise agli uccelli del cielo di posarsi su di essi di giorno e alle bestie selvatiche di accostarsi di notte. [11]Fu riferito a Davide quello che Rizpà, figlia di Aià, concubina di Saul, aveva fatto. [12]Davide andó a prendere le ossa di Saul e quelle di Giónata suo figlio presso i cittadini di Iabès di Gàlaad, i quali le avevano portate via dalla piazza di Beisan, dove i Filistei avevano appeso i cadaveri quando avevano sconfitto Saul sul Gelboe. [13]Egli riportó le ossa di Saul e quelle di Giónata suo figlio; poi si raccolsero anche le ossa di quelli che erano stati impiccati. [14]Le ossa di Saul e di Giónata suo figlio, come anche le ossa degli impiccati furono sepolte nel paese di Beniamino a Zela, nel sepolcro di Kis, padre di Saul; fu fatto quanto il re aveva ordinato. Dopo, Dio si mostró placato verso il paese.

Gesta contro i Filistei

[15]I Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele e Davide scese con i suoi sudditi a combattere contro i Filistei. Davide era stanco [16]e Isbi-Benób, uno dei figli di Rafa, che aveva una lancia del peso di trecento sicli di rame ed era cinto di una spada nuova, manifestó il proposito di uccidere Davide; [17]ma Abisài, figlio di Zeruià, venne in aiuto al re, colpì il Filisteo e lo uccise. Allora i ministri di Davide gli giurarono: «Tu non uscirai più con noi a combattere e non spegnerai la lampada d'Israele».

[18]Dopo, ci fu un'altra battaglia contro i Filistei, a Gob; allora Sibbecài il Cusatita uccise Saf, uno dei figli di Rafa.

[19]Ci fu un'altra battaglia contro i Filistei a Gob; Elcanàn, figlio di Iair di Betlemme, uccise il fratello di Golia di Gat: l'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori.

[20]Ci fu un'altra battaglia a Gat, dove si trovó un uomo di grande statura, che aveva sei dita per mano e per piede, in tutto ventiquattro dita: anch'egli era nato a Rafa. [21]Costui insultó Israele, ma lo uccise Giónata, figlio di Simeà, fratello di Davide. [22]Questi quattro erano nati a Rafa, in Gat. Essi perirono per mano di Davide e per mano dei suoi ministri.

Samuele 2 - Capitolo 22

Salmo di Davide

[1]Davide rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberó dalla mano di tutti i suoi nemici, specialmente dalla mano di Saul. [2]Egli disse:

«Il Signore è la mia roccia,
la mia fortezza, il mio liberatore,
[3]il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio,
il mio scudo, la mia salvezza, il mio riparo!
Sei la mia roccaforte che mi salva:
tu mi salvi dalla violenza.
[4]Invoco il Signore, degno di ogni lode,
e sono liberato dai miei nemici.
[5]Mi circondavano i flutti della morte,
mi atterrivano torrenti esiziali.
[6]Mi avviluppavano le funi degli inferi;
mi stavano davanti i lacci della morte.
[7]Nell'angoscia ho invocato il Signore,
ho gridato al mio Dio,
Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia voce;
il mio grido è giunto ai suoi orecchi.
[8]Si scosse la terra e sobbalzó;
tremarono le fondamenta del cielo;
si scossero, perché egli si era irritato.
[9]Fumo salì dalle sue narici;
dalla sua bocca uscì un fuoco divoratore;
carboni accesi partirono da lui.
[10]Egli piegó i cieli e discese;
una nube oscura era sotto i suoi piedi.
[11]Cavalcó un cherubino e voló;
si libró sulle ali del vento.
[12]Si avvolse di tenebra tutto intorno;
acque scure e dense nubi erano la sua tenda.
[13]Per lo splendore che lo precedeva
arsero carboni infuocati.
[14]Il Signore tuonó nei cieli,
l'Altissimo emise la sua voce.
[15]Scaglió frecce e li disperse;
vibró folgori e li mise in fuga.
[16]Apparvero le profondità marine;
si scoprirono le basi del mondo,
come effetto della tua minaccia, Signore,
del soffio violento della tua ira.
[17]Dall'alto stese la mano e mi prese;
mi fece uscire dalle grandi acque.
[18]Mi liberó dai miei robusti avversari,
dai miei nemici più forti di me.
[19]Mi affrontarono nel giorno della mia rovina,
ma il Signore fu il mio sostegno.
[20]Egli mi trasse al largo;
mi liberó, perché oggetto della sua benevolenza.
[21]Il Signore mi ricompensó secondo la mia
giustizia,
mi trattó secondo la purità delle mie mani.
[22]Perché mi sono mantenuto nelle vie del Signore,
non sono stato empio, lontano dal mio Dio,
[23]perché tutti i suoi decreti mi sono dinanzi
e non ho allontanato da me le sue leggi.
[24]Sono stato irreprensibile nei suoi riguardi;
mi sono guardato dall'iniquità.
[25]Il Signore mi trattó secondo la mia giustizia,
secondo la purità delle mie mani alla sua presenza.
[26]Con il pio ti mostri pio,
con il prode ti mostri integro;
[27]con il puro ti mostri puro,
con il tortuoso ti mostri astuto.
[28]Tu salvi la gente umile,
mentre abbassi gli occhi dei superbi.
[29]Sì, tu sei la mia lucerna, Signore;
il Signore illumina la mia tenebra.
[30]Sì, con te io posso affrontare una schiera,
con il mio Dio posso slanciarmi sulle mura.
[31]La via di Dio è perfetta;
la parola del Signore è integra;
egli è scudo per quanti si rifugiano in lui.
[32]C'è forse un dio come il Signore;
una rupe fuori del nostro Dio?
[33]Dio mi cinge di forza,
rende sicura la mia via.
[34]Ha reso simili i miei piedi a quelli delle cerve;
mi ha fatto stare sulle alture.
[35]Ha addestrato la mia mano alla guerra;
ha posto un arco di bronzo nelle mie braccia.
[36]Mi hai dato lo scudo della tua salvezza,
la tua sollecitudine mi fa crescere.
[37]Fai largo davanti ai miei passi;
le mie gambe non vacillano.
[38]Inseguo e raggiungo i miei nemici,
non desisto finché non siano distrutti.
[39]Li colpisco ed essi non possono resistere;
cadono sotto i miei piedi.
[40]Mi cingi di forza per la battaglia;
hai fatto piegare sotto di me i miei avversari.
[41]Mi mostri i nemici di spalle,
così io distruggo quelli che mi odiano.
[42]Gridano, ma nessuno li salva,
verso il Signore, che a loro non risponde.
[43]Li disperdo come polvere della terra,
li calpesto come fango delle piazze.
[44]Tu mi liberi dalle contese del popolo;
mi poni a capo di nazioni;
un popolo non conosciuto mi serve.
[45]I figli degli stranieri mi onorano
appena sentono, mi obbediscono.
[46]I figli degli stranieri vengono meno,
lasciano con spavento i loro nascondigli.
[47]Viva il Signore! Sia benedetta la mia rupe!
Sia esaltato il Dio della mia salvezza!
[48]Dio fa vendetta per me
e mi sottomette i popoli.
[49]Tu mi liberi dai miei nemici,
mi innalzi sopra i miei avversari,
mi liberi dall'uomo violento.
[50]Perció ti loderó, Signore,
fra i popoli canteró inni al tuo nome.
[51]Egli concede una grande vittoria al suo re,
la grazia al suo consacrato,
a Davide e ai suoi discendenti per sempre».

Samuele 2 - Capitolo 23

Ultime parole di Davide

[1]Queste sono le ultime parole di Davide:

«Oracolo di Davide, figlio di Iesse,
oracolo dell'uomo che l'Altissimo ha innalzato,
del consacrato del Dio di Giacobbe,
del soave cantore d'Israele.
[2]Lo spirito del Signore parla in me,
la sua parola è sulla mia lingua;
[3]il Dio di Giacobbe ha parlato,
la rupe d'Israele mi ha detto:
Chi governa gli uomini ed è giusto,
chi governa con timore di Dio,
[4]è come la luce del mattino
al sorgere del sole,
in un mattino senza nubi,
che fa scintillare dopo la pioggia
i germogli della terra.
[5]Così è stabile la mia casa davanti a Dio,
perché ha stabilito con me un'alleanza eterna,
in tutto regolata e garantita.
Non farà dunque germogliare
quanto mi salva
e quanto mi diletta?
[6]Ma gli scellerati sono come spine,
che si buttano via a fasci
e non si prendono con la mano;
[7]chi le tocca usa un ferro o un'asta di lancia
e si bruciano al completo nel fuoco».

I prodi di Davide

[8]Questi sono i nomi dei prodi di Davide: Is-Bàal il Cacmonita, capo dei Tre. Egli impugnó la lancia contro ottocento uomini e li trafisse in un solo scontro. [9]Dopo di lui veniva Eleàzaro figlio di Dodó l'Acochita, uno dei tre prodi che erano con Davide, quando sfidarono i Filistei schierati in battaglia, mentre gli Israeliti si ritiravano sulle alture. [10]Egli si alzó, percosse i Filistei, finché la sua mano, sfinita, rimase attaccata alla spada. Il Signore concesse in quel giorno una grande vittoria e il popolo seguì Eleàzaro soltanto per spogliare i cadaveri. [11]Dopo di lui veniva Sammà figlio di Aghè, l'Ararita. I Filistei erano radunati a Lechì; in quel luogo vi era un campo pieno di lenticchie: mentre il popolo fuggiva dinanzi ai Filistei, [12]Sammà si piantó in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei. E il Signore concesse una grande vittoria.

[13]Tre dei Trenta scesero al tempo della mietitura e vennero da Davide nella caverna di Adullàm, mentre una schiera di Filistei era accampata nella valle dei Rèfaim. [14]Davide era allora nella fortezza e c'era un appostamento di Filistei a Betlemme. [15]Davide espresse un desiderio e disse: «Se qualcuno mi desse da bere l'acqua del pozzo che è vicino alla porta di Betlemme!». [16]I tre prodi si aprirono un varco attraverso il campo filisteo, attinsero l'acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la presero e la presentarono a Davide; il quale peró non ne volle bere, ma la sparse davanti al Signore, [17]dicendo: «Lungi da me, Signore, il fare tal cosa! E' il sangue di questi uomini, che sono andati là a rischio della loro vita!». Non la volle bere. Questo fecero quei tre prodi.

[18]Abisài, fratello di Ioab, figlio di Zeruià, fu il capo dei Trenta. Egli impugnó la lancia contro trecento uomini e li trafisse; si acquistó fama fra i trenta. [19]Fu il più glorioso dei Trenta e perció fu fatto loro capo, ma non giunse alla pari dei Tre. [20]Poi veniva Benaià, figlio di Ioiadà, uomo valoroso, celebre per le sue prodezze, oriundo da Cabseèl. Egli uccise i due figli di Arièl, di Moab. Scese anche in mezzo a una cisterna, dove uccise un leone, in un giorno di neve. [21]Uccise anche un Egiziano, uomo d'alta statura, che teneva una lancia in mano; Benaià gli scese contro con un bastone, strappó di mano all'Egiziano la lancia e lo uccise con la lancia di lui. [22]Questo fece Benaià figlio di Ioiadà, e si acquistó fama tra i trenta prodi. [23]Fu il più illustre dei Trenta, ma non giunse alla pari dei Tre. Davide lo ammise nel suo consiglio. [24]Poi vi erano Asaèl fratello di Ioab, uno dei Trenta; Elcanàn figlio di Dodó, di Betlemme. [25]Sammà di Caród; Elikà di Caród; [26]Cèles di Pelèt; Ira figlio di Ikkès, di Tekóa; [27]Abièzer di Anatot; Mebunnài di Cusà; [28]Zalmón di Acóach; Maharai di Netofà; [29]Chèleb figlio di Baanà, di Netofà; Ittài figlio di Ribài, di Gàbaa di Beniamino; Benaià di Piratón; [30]Iddài di Nahale-Gaàs; [31]Abi-Albón di Arbàt; Azmàvet di Bacurìm; [32]Eliacbà di Saalbón; Iasèn di Gun; [33]Giónata figlio di Sammà, di Aràr; Achiàm figlio di Saràr, di Afàr; [34]Elifèlet figlio di Acasbài, il Maacatita; Eliàm figlio di Achitófel, di Ghilo; [35]Chesrài del Carmelo; Paarài di Aràb; [36]Igàl figlio di Natàn, da Zobà; Banì di Gad; [37]Zèlek l'Ammonita; Nacrai da Beerót, scudiero di Ioab, figlio di Zeruià; [38]Irà di Ièter; Garèb di Ièter; [39]Uria l'Hittita. In tutto trentasette.

Samuele 2 - Capitolo 24

Il censimento del popolo

[1]La collera del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitó Davide contro il popolo in questo modo: «Su, fà il censimento d'Israele e di Giuda». [2]Il re disse a Ioab e ai suoi capi dell'esercito: «Percorri tutte le tribù d'Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione». [3]Ioab rispose al re: «Il Signore tuo Dio moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e gli occhi del re mio signore possano vederlo! Ma perché il re mio signore desidera questa cosa?». [4]Ma l'ordine del re prevalse su Ioab e sui capi dell'esercito e Ioab e i capi dell'esercito si allontanarono dal re per fare il censimento del popolo d'Israele.

[5]Passarono il Giordano e cominciarono da Aroer e dalla città che è in mezzo al torrente di Gad e presso Iazer. [6]Poi andarono in Gàlaad e nel paese degli Hittiti a Kades; andarono a Dan. Poi girarono intorno a Sidóne; [7]andarono alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei e finirono nel Negheb di Giuda a Bersabea. [8]Percorsero così tutto il paese e dopo nove mesi e venti giorni tornarono a Gerusalemme. [9]Ioab consegnó al re la cifra del censimento del popolo: c'erano in Israele ottocentomila guerrieri che maneggiavano la spada; in Giuda cinquecentomila.

La peste e il perdono divino

[10]Ma dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, si sentì battere il cuore e disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ma ora, Signore, perdona l'iniquità del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza». [11]Quando Davide si fu alzato il mattino dopo, questa parola del Signore fu rivolta al profeta Gad, il veggente di David: [12]«Và a riferire a Davide: Dice il Signore: Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti faró». [13]Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi tre anni di carestia nel tuo paese o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegua oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa io debba rispondere a chi mi ha mandato». [14]Davide rispose a Gad: «Sono in grande angoscia! Ebbene cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!». [15]Così il Signore mandó la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Bersabea morirono settantamila persone del popolo. [16]E quando l'angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per distruggerla, il Signore si pentì di quel male e disse all'angelo che distruggeva il popolo: «Basta; ritira ora la mano!».

Ora l'angelo del Signore si trovava presso l'aia di Araunà il Gebuseo. [17]Davide, vedendo l'angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: «Io ho peccato; io ho agito da iniquo; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di me e contro la casa di mio padre!».

Costruzione di un altare

[18]Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: «Sali, innalza un altare al Signore sull'aia di Araunà il Gebuseo».

[19]Davide salì, secondo la parola di Gad, come il Signore aveva comandato. [20]Araunà guardó e vide il re e i suoi ministri dirigersi verso di lui. Araunà uscì e si prostró davanti al re con la faccia a terra.

[21]Poi Araunà disse: «Perché il re mio signore viene dal suo servo?». Davide rispose: «Per acquistare da te quest'aia e innalzarvi un altare al Signore, perché il flagello cessi di colpire il popolo». [22]Araunà disse a Davide: «Il re mio signore prenda e offra quanto gli piacerà! Ecco i buoi per l'olocausto; le trebbie e gli arnesi dei buoi serviranno da legna. [23]Tutte queste cose, re, Araunà te le regala». Poi Araunà disse al re: «Il Signore tuo Dio ti sia propizio!». [24]Ma il re rispose ad Araunà: «No, io acquisteró da te queste cose per il loro prezzo e non offriró al Signore mio Dio olocausti che non mi costino nulla». Davide acquistó l'aia e i buoi per cinquanta sicli d'argento; [25]edificó in quel luogo un altare al Signore e offrì olocausti e sacrifici di comunione. Il Signore si mostró placato verso il paese e il flagello cessó di colpire il popolo.

La Bibbia